01/08/12

Gianfranco Guaitoli e Luciana Nora : 1000 anni di terremoti a Carpi


Quest’ultimo terremoto, del quale ancora subiamo le scosse, è solo l’ultimo di una lunga sequenza che sono stati documentati dai cronisti/storici carpigiani. Di quello dell’Ottobre del 1996, di cui lo scrivente ne ha vivida memoria in quanto si trovava proprio nei vecchi locali dell’Archivio Storico Comunale, situati nell’ultimo piano del Castello, e che ha prodotto molti più danni dell’attuale, se ne possono ancora osservare le tracce in alcuni faldoni di vecchi documenti che, apertili, hanno lasciato cadere dei piccoli frammenti di intonaco, nonostante il trasloco dell’Archivio avvenuto nel 2001.
Avendo a disposizione per consultazione quasi tutte le Cronache dei secoli passati, lo scrivente ha voluto stilare la seguente cronostoria, riportando fedelmente le parole e i commenti del cronista dell’epoca.
Alcune di queste informazioni, soprattutto quelle relative alla Cronaca di Don Tirelli, sono di provenienza delle ricerche di Luciana Nora.

Anno 1117
Terremoto terribile per 40 giorni, di cui simile non restava memoria in tutta la Lombardia.[1] [2]

Anno 1118
Anno molto doloroso per freddo, carestia e peste e terremoto.[3]

Anno 1249
Si fe’ sentire per tutto il Modenese e paesi circonvicini con non pochi danni dei tetti e delle case, uno spaventevole terremoto.[4]

Anno 1276
Forti scosse di terremoto con danni ai fabbricati.[5]

Anno 1474
Forte terremoto, suonano a tocchi le campane.[6]

8 Novembre 1570
Notta come il terremoto cominciò a tirare del 1570 a dì 8 Novembre e ruinò delle quattro parti di Ferrara le tre, et fino alli 13 di Dicembre seguitava ancora fino ah hora che è alli 9 di Febbraio 1571.[7]

19 Marzo 1624
Il terremoto produce guasti alla fabbrica del Duomo.[8]

3 Luglio 1638


[1] In quel Periodo il territorio di Carpi faceva parte della Lombardia o Longobardia.
[2] Archivio Storico Comunale Carpi , Archivio Guaitoli, F. 246.3, c. 23, Cronaca Tornini.
[3] Archivio Storico Comunale Carpi , Archivio Guaitoli, F. 246.3, c. 23, Cronaca Tornini
[4]Archivio Storico Comunale Carpi , Archivio Guaitoli, F. 246.3, c. 29, Cronaca Tornini.
[5] Elenco ms di Don Ettore Tirelli, dal titolo “Terremoti di Carpi” (prov. Nora).
[6] Ibidem.
[7]Archivio Storico Comunale Carpi , Archivio Guaitoli, F. 230. c. 157 – Atti degli Arcipreti per la Chiesa di Carpi.
[8] Elenco ms di Don Ettore Tirelli, dal titolo “Terremoti di Carpi” (prov. Nora).

Essendo necessario raccomodare la Torre[1] la quale per il terremoto passato minaccia qualche ruina, li predetti Signori[2] decretarono che si raccomodasse pigliando denari dalli Esattori Rebecchi e Rocchi incaricando il Sig. Massaro a farne fare quanto occorrerà. [3]

20 Aprile 1661
Fu esposto come per il terremoto prossimo passato si sia alquanto rotto il volto[4] che è sopra l’altare di S. Pietro [della Chiesa del Duomo] similmente come il volto della nave[5] di mezzo haveva dato una gran crepatura in grave pregiudicio della stessa fabbrica e fu ordinato che si provvedesse, et inoltre che si risarcisse la lanterna o cupola di S. Pietro e che si faccino li tellari[6] per porvi il campanello[7] su la lanterna.[8]

20 Giugno 1671
In giorno di Sabato alle ore 14[9] si sentì un terribile terremoto in Carpi e maggiore fu in Modena che fece cadere perfino la campana dell’orologio et altri mali.[10]

7 Maggio 1672
Si fece una processione generale di penitenza con tutte le Compagnie[11] a piedi scalzi finiti parte con croci sulle spalle e cinti di ruvide corde ai lombi, con discipline[12] di ferro taglienti e corone di spine in capo e tutto fatto per impetrar da Dio la sua misericordia in caso di uno spaventoso terremoto tirato in Rimini a fattosi sentire bene anche nella nostra città, con altre devozioni, prediche, oratorii di penitenza e comunioni generali.[13]

Anno 1674
Memoria delle funtioni fatte in Carpi l’anno 1674 di pubblica penitenza con l’occasione del terremoto seguito in Rimini.[14]

10 Luglio 1688
Si è fatta una processione col Venerabile per la città di Carpi per il terremoto e Mnonsignor Illustrissimo[15] diede la santa benedizione stando sulla porta maggiore della chiesa del Duomo, il giorno di sabato la sera.[16]

23 Febbraio 1695
Si sentì nella Terra di Carpi un gran strepito di terremoto alle ore 12 e ½ circa.[17]


[1] Intendesi la torre campanaria, quella di fianco alla chiesetta della Sagra.
[2] I governanti del Comune di Carpi.
[3] Archivio Storico Comunale Carpi , Archivio Guaitoli, F. 230, c. 404 – Atti degli Arcipreti per la Chiesa di Carpi
[4] Indendesi la volta.
[5] Intendesi la navata centrale.
[6] Intendesi telai.
[7] Intendesi il piccolo campanile.
[8] Archivio Storico Comunale Carpi , Archivio Guaitoli, F. 230, c. 483 – Atti degli Arcipreti per la Chiesa di Carpi, dal libro dei decreti della Fabbrica del Duomo.
[9] Il computo dell’ora non è come quello attuale, ma come si misuravano allora, secondo le ore canoniche.
[10] Archivio Storico Comunale Carpi , Archivio Guaitoli, F. 230, c. 540 – Atti degli Arcipreti per la Chiesa di Carpi – Dal Giornale di Alfonso Piccioli.
[11] Le varie Confraternite laicali e religiose della città.
[12] Fruste.
[13] Archivio Storico Comunale Carpi , Archivio Guaitoli, F. 230 – Atti degli Arcipreti per la Chiesa di Carpi
[14] Archivio Storico Comunale Carpi , Archivio Guaitoli, F. 230, c. 509 – Atti degli Arcipreti per la Chiesa di Carpi
[15] L’Arciprete ordinario della diocesi, Mons. Alessandro Bellentani.
[16] Archivio Storico Comunale Carpi , Archivio Guaitoli, F. 230.2, c. 123 – Atti degli Arcipreti per la Chiesa di Carpi – Dal Giornale di Alfonso Piccioli.
[17] Archivio Storico Comunale Carpi , Archivio Guaitoli, F. 181, alla data, Cronaca Piccioli

Anno 1730
Fecesi dippiù sentire il terremodo con alcune scosse.[1]

23 Febbraio 1760
La notte successero tre scosse di terremoto cioè una sulle ore 5 italiane, ma mediocre, un’altra alle 7 di notte quale fu molto gagliarda e l’altra avanti le 10 assai gagliarda, cosa molto grande di maniera che alla mattina si ritrovarono varie porte di botteghe aperte, fra l’altro la Spezieria Sacchetti serrata tutta che scrocciò di tal maniera che non potevano entrare se non col fare dello sforzo con martelli.[2]

15 Dicembre 1761
In giorno di martedì verso le ore 24 ½ (sic) successe una grande scossa di terremoto che spaventò tutto il popolo di Carpi.[3]

3 e 5 Gennaio 1775
Si sentirono scosse di terremoto ma solo la prima fu alquanto sensibile.[4]

1° Maggio 1778
In venerdì alle ore 3 minuti 50 si sentì una orrenda scossa di terremoto di lunghezza quesi sette minuti (sic), e dal primo fino al giorno lunedì 11 Maggio fuori di Carpi a Rovereto specialmente quasi ogni giorno ne scoppiaron varie scosse, ma il suddetto giorno 11 alla stessa ora se ne sentì una più orribile non solo con ondulazione ma con sussulto, che tutta la città restò in spavento e surò più di sette minuti, ma la Dio grazia, senza danno alcuno.
Immediatamente il giorno 12 Maggio con l’intervento del Pubblico[5] e con concorso straordinario di popolo si cominciò un triduo davanti alla miracolosa immagine dell’Assunta in Duomo, affin di placare con questo mezzo l’ira di Dio.
S’andaron sentendo dette scosse non solo per tutto il mese di Maggio interpolatamente, ma ancora per tutto Giugno e quasi sempre verso l’ore 3 di mattina, ed ore 6, ora leggiere ed or gagliarde, di modo che gli abitanti della Villa di Rovereto e tutti quelli della Concordia dormivano a cielo aperto non fidandosi di stare nelle proprie case. La torre detta della Sacchella fortissima e antichissima, totalmente ruinò e per tale occasione fu demolita. Durò questo tremendo castigo interpolatamente fino ai 25 Agosto, succedendo una notte con vento così impetuoso, che sembrava volesse schiantare arbori e case, e in mezzo a tal turbine si sentì l’ultima scossa più che mai gagliarda.[6]

16 Luglio 1781
Scoppiò il caldo eccessivo de’ giorni passati con tuoni e saette, una delle quali maltrattò notabilmente la torre di S. Francesco, ed il giorno dopo fecesi sentire anche il terremoto.[7]

19 Agosto 1784
Alle ore 4 e ¾ incirca si sentì gagliarda scossa di terremoto, proveniente da Levante e si levò un turbine fra Migliarina e Budrione dalla parte di sera, che atterrò e squarciò molti alberi, massine nella possessione de’ Signori Marchesi Montecuccoli, detta Savana, ed in città scoprì il tetto della cupola del Duomo.[8]


[1] Archivio Storico Comunale Carpi , Archivio Guaitoli, F. 246.3, c. 138, Cronaca Tornini
[2]Archivio Storico Comunale Carpi , Archivio Guaitoli, F. 217, alla data, Cronaca Cabassi.
[3] Archivio Storico Comunale Carpi , Archivio Guaitoli, F. 217, alla data, Cronaca Cabassi
[4] Archivio Storico Comunale Carpi , Archivio Guaitoli, F. 217, alla data, Cronaca Cabassi
[5] Intendesi i Pubblici Amministratori del Comune.
[6] Archivio Storico Comunale Carpi , Archivio Guaitoli, F. 230.2, c. 356 – Atti degli Arcipreti per la Chiesa di Carpi
[7] Archivio Storico Comunale Carpi , Archivio Guaitoli, F. 217, alla data, Cronaca Cabassi
[8] Archivio Storico Comunale Carpi , Archivio Guaitoli, F. 246.3, Cronaca Tornini, alla data.

28 Agosto 1788
Alle ore 7 ¾ della sera si sentirono due grosse scosse di terremoto una dopo l’altra.[1]

12 Febbraio 1806
Questa notte furono percosse dal flagello del terremoto: molte fabbriche patirono per la grossa ondulazione; e molte persone che dormivano si spaventarono. La torre maggiore anche essa soffrì molto ed una di quelle quattro torrette cioè quella fra settentrione e ponente si ruppe e le cadette la cima col pomo e sua croce di ferro. Tanti camini cadettero. Questo si fece sentire più volte e non passavano due o tre ore che si scuoteva la terra e fabbricati. Molti di questa città nella notte si mettevano a dormire nelle carrozze in mezzo alla piazza, od in mezzo a dei prati per paura che potessero cadere delle case. In quasi tutte le Chiese facevano preghiere, tridui ed orazioni.[2]

22 Novembre 1809
La notte de’ 21 al 22 alle ore 12 m. 19 circa dopo la mezzanotte si sentì una forte scossa di terremoto.[3]

25 Dicembre 1810
Nella notte del Natale all’ora 1 e ¾ tirò una ben lunga scossa di terremoto ondulatorio, non successe alcun male ma però una grande paura.[4]

14 Luglio 1811
Alle ore 11 e ¾ della sera si sentì una scossa forte di terremoto.[5]

9 Dicembre 1818
Alle ore otto della sera tirò due grandi scosse di terremoto quali diedero molto danno a diverse case, ma poi, previo un grande timore altro fecero.[6]

9 Ottobre 1828
Alle ore 3 ½ circa dopo mezzanotte è tirato una scossa di terremoto, ma però senza danno.[7]

14 Maggio 1831
Alle ore 4 e ¾ antimeridiane si sono sentite due scosse di terremoto.[8]

11 Settembre 1831
Questa sera alle ore 7 e un quarto è stata sentita un piuttosto grossa scossa di terremoto quale ha fatto suonare un piccolo botto all’orologio della piazza; però non ha fatto nulla di danno ai fabbricati salvo la caduta di alcuni camini.[9]

11 Marzo 1832
Alle ore 8 della mattina è stata sentita una ben lunga e grossa scossa di terremoto e sono caduti molti camini: ed alle ore 10 altra grossa scossa si sentì pure.[10]


[1] Archivio Storico Comunale Carpi , Archivio Guaitoli, F. 217, alla data, Cronaca Cabassi
[2]Giuseppe Saltini, Cronaca di Carpi (1796-1863), Modena 2005, pag. 114.
[3] Giuseppe Saltini, Cronaca di Carpi (1796-1863), Modena 2005, pag. 125
[4]Giuseppe Saltini, Cronaca di Carpi (1796-1863), Modena 2005, pag. 128.
[5] Ibidem, p. 130
[6] Ibidem, p. 159
[7] Ibidem, p. 210
[8] Ibidem, p. 233
[9] Ibidem, p. 235
[10] Ibidem, p. 238

12 Marzo 1832
Questa mattina prima delle ore 10 altra scossa grossa di terremoto, ma molto.[1]

14 Marzo 1832
Seguita sentirsi scosse di terremoto.[2]

26 Marzo 1832
Seguitasi sentire piccole scosse di terremoto.[3]

3 Aprile 1832
Si va pure sentendo piccole scosse di terremoto.[4]

16 Aprile 1832
Si sentono ancora piccole scosse di terremoto.[5]

17 Giugno 1832
Alcune volte si è sentito qualche scossa di terremoto però piccole e quasi insensibili.[6]

24 Marzo 1833
Alle ore 9 e minuti 20 si sono sentite tre scosse di terremoto.[7]

15 Febbraio 1834
Ieri cioè giorno 14 si è sentita una piccola scossa di terremoto alle ore 2 ½ del dopopranzo.[8]

4 Ottobre 1834
Alle ore 7 e minuti 58 della sera, piccola scossa di terremoto.[9]

12 Giugno 1836
Alle opre 3 e ¾ dopo la mezzanotte si è sentita una scossa di terremoto ondulatoria.[10]

11 Aprile 1837
Oggi alle ore 45 e 50 minuti pomerid. Si sono sentite due scosse di terremoto, ma lievi.[11]

31 Gennaio 1840
Si è sentita alle ore 8 pomeridiane  piccola scossa di terremoto.[12]

15 Settembre 1845
In questa notte e precisamente alle ore 11 e 30 minuti, e così prima della mezzanotte, si è sentita una scossa di terremoto però lieve, ed è stato ondulatorio e nulla più.[13]

16 Giugno 1854
Alle ore 2 e mezza circa pomeridiane si è sentito una scossa di terremoto d’ondulazione.[14]

31 Gennaio e 1° Febbraio 1857
Questa notte alle ore 12 e ¼ venendo la mattina del 1° Febbraio è stato sentito una forte scoss di terremoto e Monsignor Vescovo[15] nel momento che scuoteva la terra del terremoto trovavasi ancora alzato dal letto e questi ordinò ai servi che fosse condotta una carrozza nel cortile [del palazzo vescovile] e poscia vi salì Sua Signoria Reverendissima e nella carrozza vi stette tutta la notte ben coperto ed accomodato e riguardato dal freddo.[16]

17 Luglio 1860
Alle ore 2 e 40 minuti del dopo pranzo, bellissima giornata, sono state sentite due scosse sensibili di terremoto sentite da me e da più persone; io ero in villeggiatura.[17]

8 Agosto 1861
Dicesi essersi sentito due piccoli tremiti di terra e nulla di male ringraziando Dio.[18]

11 Febbraio 1862
Alle ore otto antimeridiane si è sentito piccola scossa di terremoto.[19]

24 Febbraio 1887
Ieri alle ore 6 antimeridiane è stata avvertita una forte scossa di terremoto in senso ondulatorio della durata di 20 secondi.[20]

28 Luglio 1902
Ore 0 e 33 minuti, due forti scosse di terremoto ondulatorio rompono il sonno ai pacifici carpigiani ricolmando gli animi di orrore e tremore. Una terza scossa accompagnata da rombo si è sentita alle 3.[21]

18 Luglio 1914
Nella notte dal lunedì al martedì, alle ore 4,30 circa, preceduta da un boato sotterraneo, simile al rombo di un motore elettrico, si è avvertita una scossa di terremoto in senso tanto ondulatorio che sussultorio. La scossa è durata qualche secondo, e fu sentita da moltissimi data l’ora mattinale e il caldo intensissimo che aveva fatto alzare in cerca di fresco mnolte persone. Non possiamo dire di più circa l’intensità, profondità e durata della scossa, non essendo la nostra redazione munita di un … ufficio di meteorologia. La scossa fu sentita anche in provincia. A Modena è stata sensibilissima nonostante l’ora antelucana, essa è stata avvertita da parecchi. La direzione di quel Regio Osservatorio Geofisico ha comunicato ai giornali che alle ore 4 e minuti 28 dagli apparecchi sismici dell’osservatorio stesso venne avvertita una scossa di terremoto, in senso ondulatorio, del terzo grado, in direzione Nord Nord/Est Sud Sud/Ovest. Nella nostra città coloro


[1] Ibidem, p. 239
[2] Ibidem, p. 239
[3] Ibidem, p. 239
[4] Ibidem, p. 240
[5] Ibidem, p. 240
[6] Ibidem, p. 242
[7] Ibidem, p. 248
[8] Ibidem, p. 254
[9] Ibidem, p. 259
[10] Ibidem, p. 270
[11] Ibidem, p. 279.
[12] Ibidem, p. 310
[13] Ibidem, p. 376
[14] Ibidem, p. 503
[15] Mons. Gaetano Maria Cattani
[16] [16]G. Saltini, Cronaca di Carpi (1796-1863), Modena 2005, pagg. 548-9.
[17] Ibidem, p. 625
[18] Ibidem, p. 640
[19] Ibidem, p. 643
[20] Cronaca parrocchiale di Cortile del sacerdore Don Antonio Forti (prov, Nora).
[21] Dalla Cronaca di Carpi di Don Ettore Tirelli (prov. Nora).

che maggiormente notarono il terremoto furono gli abitanti degli appartamenti ai piani superiori e delle abitazioni isolate, come quelle fiancheggianti i viali. Il terremoto fece naturalmente le spese dei primi discorsi della mattinata. Se ne trassero anche i numeri del lotto e ci assicurano che in questa settimana i botteghini faranno degli affaroni…[1]

31 Ottobre 1914
Martedì scorso alle ore 10,28 fu avvertita una forte scossa di terremoto che ha cagionato grande panico in città. La gente fuggì dalle case e dalle botteghe in preda a viva emozione. Nessun incidente grave si è segnalato all’infuori della caduta di qualche comignolo e di un lieve crepaccio senza danno in una tomba del cimitero.[2]

9 Dicembre 1918
Alle ore 8 della sera tirò due grandi scosse di terremoto quali diedero molto danno a molte case, ma poi previo grande timore, altro fecero.[3]

26 Luglio 1928
Questa notte alle 2,28 è stata avvertita una forte scossa di terremoto che ha vivamente impressionata la popolazione. Molti svegliati bruscamente ad un’ora insolita, si sono affacciati alla finestra e poi si sono precipitati discinti in strada, nel timore che altre scosse anche più forti seguissero la prima. L’animazione in città e nei viali di circonvallazione è durata fino all’alba e molti sono stati i commenti dei cittadini disturbati nel loro sonno. Nessun danno però si è verificato né alle persone né alle cose, dimodochè tutto si è ridotto ad un forte spavento e niente altro.[4]

13 Luglio 1932
Due leggere scosse di terremoto ondulatorio la prima seguita subito da un’altra sussultoria ha portato allarme e spavento. Erano le 4,45. Anche questa volta il movimento tellurico è stato più che altro osservato da Carpi e Moglia.[5]

24 Marzo 1942
Nelle prime ore di stamane (ore due dopo mezzanotte) una scossa di terremoto ondulatorio ha fatto aprire gli occhi a non pochi dormienti: E’ stato osservato a Modena come pure a Correggio per il che deve ritenersi locale: la stampa non ne ha fatto parola.[6]


Aggiornato al 9 Giugno 2012

Gianfranco Guaitoli





Terremoti storici a Carpi ricerca di Luciana Nora




[1] Dal giornale “L’Azione Liberale” del 18 Luglio 1914. (prov. Nora)
[2] Dal giornale “La Fiamma” del 31 Ottobre 1914. (prov. Nora)
[3] Dalla Cronaca di Carpi di Don Ettore Tirelli (prov. Nora).
[4] Dal Giornale “La Gazzetta dell’Emilia” del 26 Luglio 1928.
[5] Dalla Cronaca di Carpi di Don Ettore Tirelli (prov. Nora).
[6] Ibidem.

Dalla Cronaca di Fra Luca Tornini (dalla trascrizione di Gianfranco Guaitoli)
1117  “Terremoto terribile per quaranta giorni, di cui simile non restava memoria per universam fere Italiam et Longobardiam, quam penitus commovit, et quassavit. Nell’anno 1118, anno anch’esso per la Lombardia molto doloroso per freddo, carestia, peste e terremoto…

Dalla Cronaca di Fra Luca Tornini (dalla trascrizione di Gianfranco Guaitoli
1249 Anno assai fecondo di novità, ma per noi una peggiore dell’altra, perché oltre ad un’ostinata battaglia seguita alla Fossalta tra i Modenesi e i Bolognesi, colla peggio dei primi… si fe’ sentire ancora per tutto il Modenese e paesi circonvicini, con non pochi danni dei tetti e delle case, uno spaventevole terremoto…”

Da elenco manoscritto di Don Ettore Tirelli titolato Terremoti a Carpi:
1276 Forti scosse di terremoto con danni ai fabbricati.
1474 forte terremoto: suonano a tocchi le campane
1624 19 marzo Il terremoto produce guaasti alla fabbrica del Duomo.
1661 Nuovi guasti al Duomo prodotti da terremoto.
1688 Terremoto alquanto forte

Don Ettore Tirelli in Carpi, Dario Storico - religioso In Archivio Nuovo – D2 – 64
1688 - 10 luglioSolenne processione di penitenza per essere liberati dal flagello del terremoto

Dalla Cronaca di Fra Luca Tornini (dalla trascrizione di Gianfranco Guaitoli)
1730  ’33 – Oltre a varie altre calamità avessimo qua quest’anno moltissimi infermi e ne passò qualcheduno all’altro mondo… poscia nel 1733 … inoltre fecesi vieppiù sentire il terremoto con alcune scosse…”

Dalla Cronaca di Fra Luca Tornini (dalla trascrizione di Gianfranco Guaitoli)
1775 Addi 3 e 5 Gennaro si sentirono qui varie scosse di terremoto, ma solo la prima fu alquanto sensibile…

Dalla Cronaca di Fra Luca Tornini (dalla trascrizione di Gianfranco Guaitoli)
1778La notte de 3 Gennaro s’udirono qui per l’aria de’ tuoni, come d’estate, e furono seguiti da vento, da pioggia ed anche da qualche poco di tempesta. Verso poi la fine d’Aprile cominciaronsi a sentire delle scosse di terremoto, che continuarono altre più altre meno gagliarde, per qualche anno, con grave apprensione di molti, e specialmente de’ Signori Bolognesi che ne avevano sentito i tristi lacrimevoli effetti pe gran parte della Romagna
Aprile il terremoto.

Dalla Cronaca di Fra Luca Tornini (dalla trascrizione di Gianfranco Guaitoli)
1781Li 8 luglio… alli 16 scoppiò il caldo eccessivo de’ giorni passati con tuoni, fulmini e saette, una delle quali maltrattò notabilmente la Torre di San Francesco, ed il giorno dopo fresi di nuovo sentire, come la notte delli 4 aprile il terremoto. Altro temporale si ebbe pure li 7 ottobre con tempesta e saette, una delle quali passo vicina alla Torre maggiore, ma con apportare soltanto spavento alli campanari”

Dalla Cronaca di Fra Luca Tornini (trascrizione di Gianfranco Guaitoli)
1784 – Li 19 poi Agosto alle ore 4 e tre quarti incirca si sentì gagliarda scossa di terremoto, proveniente da levante, e si levò un turbine fra Migliarina e Budrione dalla parte di sera, che atterrò e squarciò molti alberi, massime nella possessione de’ Signori Marchesi Montecuccoli, detta Savana, ed in città scoprì mezzo il tetto della Cupola del Duomo.

Don Ettore Tirelli in Carpi, Dario Storico - religioso In Archivio Nuovo – D2 – 64
19 agosto 1784Alle ore 16 e tre quarti, gagliarda scossa di terremoto cui fa seguito un furioso temporale.”

Dalla Cronaca Saltini in Archivio Nuovo Archivio Storico Comune di Carpi
12 febbraio 1806Questa notte furono percosse dal flagello del terremoto molte fabbriche patirono per la grossa ondulazione e molte persone che dormivano si spaventarono. La torre maggiore anch’essa soffri molto ed una di quelle quattro torrette, cioè quella tra settentrione e ponente si ruppe e le cadette la cima col pomo e sua croce di ferro. Tanti camini cedettero. Questo si fece sentire più volte e non passavano due o tre ore che non si scuoteva la terra e i fabbricati. Molti di questa città nella notte si mettevano a dormire nelle carrozze in mezzo alla piazza o in mezzo a de’ prati per paura che potessero cadere delle case. In quasi tutte le chiese facevano preghiere, tridui e orazioni.


Dalla Cronaca del parroco Don Angelo Losi conservata presso
 l’Archivio parrocchiale di San Marino di Carpi

Febbraio 1806

L’anno 1806 alli 12 febbraio ad ore 2 e mezzo dopo la mezzanotte, essendo a stagione asciutta e senza freddo si udì una terribile scossa di terremoto, e poscia alle tre della medesima notte ritornò a replicare con maggiore veemenza. Vi fu un grandissimo timore, per cui a molti si guastò il sangue e dovettero cessare di vivere. Molte case soffrirono assaissimo, e specialmente a Carpi, ove la maggior parte dei camini crollarono. Tanti fra cittadini non si fidavano di dimorare nelle loro abitazioni per timore che diroccassero. Proseguì detto terremoto sino alla fine di aprile a farsi sentire, ma non così gagliardamente come nelle due prime scosse.”

Dalla Cronaca Saltini in Archivio Nuovo Archivio Storico Comune di Carpi

27 aprile 1806Altre scosse di terremoto furono sentite e dicevano che era terremoto di concussione e non di ondulazione.

 

Dalla Cronaca Saltini in Archivio Nuovo Archivio Storico Comune di Carpi
22 Novembre 1809la notte dai 21 alli 22, alle ore 12, m. 19 circa dopo la mezzanotte si sentì una forte scossa di terremoto.”

Dalla Cronaca Saltini in Archivio Nuovo Archivio Storico Comune di Carpi
25 dicembre 1810Nella notte di Natale all’ora 1 e tre quarti tirò una ben lunga scossa di terremoto ondulatorio. Non successe alcun male ma però una grande paura.”

Dalla Cronaca di Carpi di Giuseppe Saltini in Archivio Nuovo 

14 luglio 1811Alle ore 11 e ¾ della sera si sentì una scossa forte di terremoto.

 

Dalla Cronaca di Carpi di Giuseppe Saltini in Archivio Nuovo 

9 dicembre 1818Alle ore otto della sera tirò due grandi scosse di terremoto quali diedero molto danno a diverse case, ma poi, previo grande timore altro fecero.

 

Dalla Cronaca di Carpi di Giuseppe Saltini in Archivio Nuovo  

31 gennaio 1828 – “Questa sera alle ore 8 e ¾  il terremoto si fe’ sentire un pochino. Spiacemi che per la prima memoria sia terribile.”

9 ottobre 1828Alle ore 3 ½ circa dopo mezzanotte è tirato una scossa di terremoto ma però senza danno.”

 

Dalla Cronaca di Carpi di Giuseppe Saltini in Archivio Nuovo

20 aprile 1830Oggi,circa alle ore 6 e mezza dopo pranzo è stata sentita scossa di terremoto.

 

Dalla Cronaca di Carpi di Giuseppe Saltini in Archivio Nuovo

14 maggio 1831Alle ore 4 e tre quarti antimeridiane si sono sentite due scosse di terremoto.”

 

Dalla Cronaca di Carpi di Giuseppe Saltini in Archivio Nuovo  

14 luglio 1831È stata sentita una scossa di terremoto oggi alle ore 4 e venti minuti circa nel dopo pranzo.

 

Dalla Cronaca di Carpi di Giuseppe Saltini in Archivio Nuovo  

11 settembre 1831Questa sera alle ore sette e un quarto è stata sentita una piuttosto grossa scossa di terremoto quale ha fatto suonare un piccolo botto all’orologio della piazza: però non ha fattonulla di danno ai fabbricati salvo la caduta di alcuni camini.

13 settembre 1831 Alle ore 5 e 37 minuti una scossa di terremoto però senza danno (antimeridiane)

16 settembre 1831Alle ore 12  e un quarto dopo mezza notte venendo il giorno 16 è stata sentita altra scossa di terremoto quasi simile alla antecedente del giorno 13.”                                              

                                                                                    



 

 

 

 

Dalla Cronaca di Carpi di Giuseppe Saltini in Archivio Nuovo 

11 marzo 1832Alle ore 8 della mattina è stata sentita una … lunga e grossa scosa di terremoto e sono caduti molti camini ed alle ore 10 altra scossa si sentì pure

Dalla Cronaca di Carpi di Giuseppe Saltini in Archivio Nuovo 

12 marzo 1832Questa mattina prima delle ore 10 altra scossa grossa di terremoto, ma molto. In Duomo si dà principio ad un triduo per placare l’ira di Do liberandoci da questo flagello… Questa notte alle ore 3 e mezzo è stata sentita una grossa scossa di terremoto ed alle 4 e un quarto un’altra più potente e ben lunga per cui sono caduti tanti camini, è caduta la croce della facciata della Chiesa di San Nicolò e quella del Duomo si è storta…”

Dalla Cronaca di Carpi di Giuseppe Saltini in Archivio Nuovo 

14 marzo 1832 “ Seguita sentirsi scosse di terremoto.”

 

Dalla Cronaca di Carpi di Giuseppe Saltini in Archivio Nuovo 

15 marzo 1832Terremoto alle ore 4 e un quarto mattino

18 marzo 1832 dopo diversi tridui fatti nella Cattedrale per ottenere la liberazione dal terremoto, oggi è stata fatta una solenne processione levata dalla detta Cattedrale portando il SS. Sacramento fino a San Francesco, e via per la Piazzetta e Strada Maestra, accompagnata dalle Confraternite Clero, Capitolo & la funzione fu fatta da Mons, Vescovo. Anche la Comunità intervenne a tale processione. Il popolo su moltissimo e con devozione. Eravi pure la banda musicale.

26 marzo 1832Seguitasi sentire piccole scosse di terremoto

3 aprile 1832Si va pure sentendo piccole scosse di terremoto

16 aprile 1832Si sentono ancora piccole scosse di terremoto.”

19 aprile 1832 Alle ore del dopopranzo essendo buon tempo e col sole (però smorto) si è sentita una forte scossa di terremoto

giugno 1832Alcune volte si è sentito qualche scossa di terremoto però piccole e quasi insensibili.”


E a proposito del terremoto del 1932 in “Strenna 1983” pubblicazione curata dal Pio Istituto Artigianelli di Reggio Emilia (una copia è conservata presso la biblioteca del Centro etnografico del Comune di Carpi) si legge:
11 – 3 – 1832 : Alle ore 7e tre quarti antimeridiane fecesi sentire una gagliarda scossa di terremoto. Una seconda sentissi verso le 10. S’incominciò un triduo al glorioso protettore San Prospero alla sua Basilica perché allontanasse da noi il suddetto flagello.
12 – 3 – 1832: Alle ore 9 e tre quarti della mattina si sentì nuova scossa di terremoto con moto ondulatorio da mezzogiorno a settentrione, come parve alla maggior parte. Si incominciò un triduo alla miracolosa immagine di questo tempio onde ottenesse la grazia di far cessare il castigo.
13 – 3 – 1832: Alle ore 4 e mezza un’altra terribilissima e non di poca durata con moto ondulatorio e precussorio. Il nostro Tempio non soffrì che leggermente nel lanternino della cupola. I grandi edifizi della città, quali più, quali meno, furono tutti danneggiati. Alle 6 della sera sentissi una leggiera replica…
14 – 3 – 1832 : Leggiere scosse e fremiti continui nella giornata. Con questo Flagello di terremoto è danneggiata la nostra città di molto prezo e ha fatto cadere seimila camini e varie case e quasi tutte appuntellate, è stata in tremiti la terra sino il giorno 25 aprile 

Dalla Cronaca di Carpi di Giuseppe Saltini in Archivio Nuovo 

24 marzo 1833alle ore 9 minuti 20 sonosi sentite tre scosse di terremoto.”

 

Dalla Cronaca Parrocchiale di Cortile redatta da Don Antonio Forti
5 settembre 1883Ieri sera alle ore 9, minuti 5 è stata avvertita una leggiera scossa di terremoto.

Dalla Cronaca di Carpi di Giuseppe Saltini in Archivio Nuovo 

15 febbraio 1834Ieri l’altro cioè il giorno 14 si è sentito una piccola scossa di terremoto alle ore 2 ¼  circa del dopo pranzo.”
4 ottobre 1834 Alle ore 7 e minuti 58 della sera, piccola scossa di terremoto.

Dalla Cronaca di Carpi di Giuseppe Saltini in Archivio Nuovo 

12 giugno 1836 Alle ore 3 e ¾ dopo la mezzanotte si è sentita una scossa di terremoto ondulatoria.”
20 luglio 1836 Alle ore 10 meridiane si è sentito un scossa di terremoto ondulatoria.

Dalla Cronaca di Carpi di Giuseppe Saltini in Archivio Nuovo 

11 aprile 1837Oggi alle ore 5 e 50 minuti pomerid. Si sono sentite due scosse di terremoto ma lievi.”


Dalla Cronaca di Carpi di Giuseppe Saltini in Archivio Nuovo 

31 gennaio 1840Si è sentito alle ore 8 pomeridiane piccola scossa di terremoto.”

Dalla Cronaca di Carpi di Giuseppe Saltini in Archivio Nuovo 

17 luglio 1841Questa notte alle ore 12 ¼ furono sentite piccole scosse di terremoto – gran caldo.”

Dalla Cronaca di Carpi di Giuseppe Saltini in Archivio Nuovo 

3 aprile 1845Alle ore 5 ¾ antim. Si è sentita una scossa di terremoto.
15 settembre 1845In questa notte e precisamente alle oer 11,30 minuti, e così prima della mezzanotte, si è sentita una scossa di terremoto però live, ed è stato ondulatorio e più nulla.”

 

Dalla Cronaca di Carpi di Giuseppe Saltini in Archivio Nuovo 

14 agosto 1846Fu sentito alle ore 12 ¾ meridiane una piccola ma sensibile scossa di terremoto.

Dalla Cronaca di Carpi di Giuseppe Saltini in Archivio Nuovo 

16 giugno 1854Alle ore 2 e mezza circa pomeridiane si è sentito una scossa di terremoto di ondulazione.”


Dalla Cronaca di Carpi di Giuseppe Saltini in Archivio Nuovo 

1 dicembre 1856In questa notte si è sentito una piccola scossa di terremoto, e nella mattina è cominciato a nevicare.”

Dalla Cronaca di Carpi di Giuseppe Saltini in Archivio Nuovo 

31 gennaio e 1° febbraio 1857Questa notte alle ore 12 ¼ venendo la mattina del 1° febbraio è stato sentito una forte scossa di terremoto e Monsignor Vescovo nel momento che scuoteva la terra del terremoto trovatasi ancora alzato dal letto e questi ordinò ai servi che fosse condotta una carrozza nel cortile e poscia vi salì Sua Signoria rev.ma e nella carrozza vi stette tutta la notte ben coperto ed accomodato e riguardato dal freddo.”

Dalla Cronaca di Carpi di Giuseppe Saltini in Archivio Nuovo 

17 luglio 1860Alle ore 2 e 40 minuti del dopo pranzo, bellissima giornata, sono state sentite due scosse sensibili di terremoto sentite da me e da più persone…”

Dalla Cronaca di Carpi di Giuseppe Saltini in Archivio Nuovo 

11 febbraio 1862Alle ore otto antimeridiane si è sentito piccola scossa di terremoto.

Dalla Cronaca Parrocchiale di Cortile redatta da Don Antonio Forti
24 febbraio 1887 Ieri alle ore 6 e 25 antemeridiane  è stata avvertita una forte scossa di terremoto in senso ondulatorio della durata di 20 secondi.

Dalla Cronaca Saltini in Archivio Nuovo Archivio Storico Comune di Carpi
9 dicembre 1918Alle ore 8 della sera tirò due grandi scosse di terremoto quali diedero di molto danno a molte case, ma poi, previo grande timore, altro fecero.”

 

Dalla Cronaca carpigiana di Don Ettore Tirelli

1901 - 1° giugno

Sono le 19,40 e due non leggere scosse di terremoto sussultorio sgomentarono alquanto i più e meno coraggiosi carpigiani.”

Dalla Cronaca carpigiana di Don Ettore Tirelli

1902 – 28 luglio, ore 0 e 33 minuti “Due forti scosse di terremoto ondulatorio rompono il sonno ai pacifici carpigiani ricolmando gli animi di orrore e tremore. Una terza scossa accompagnata da rombo si è sentita alle 3.

Da “ L’azione liberale” 18 luglio 1914
Nella notte dal lunedì al martedì, alle ore 4,30 circa, preceduta da un boato sotterraneo, simile al rombo di un motore elettrico, si è avvertita una scossa di terremoto in senso tanto ondulatorio che sussultorio. La scossa è durata qualche secondo, e fu sentita da moltissimi data l’ora mattinale e il caldo intensissimo che aveva fatto alzare in cerca di fresco molte persone. Non possiamo dire di più circa l’intensità, profondità e durata della scossa, non essendo la nostra redazione munita di un … ufficio di meteorologia. La scossa fu sentita anche in provincia. A Modena è stata sensibilissima nonostante l’ora antelucana, essa è stata avvertita da parecchi. La direzione di quel R. Osservatorio Geofisico ha comunicato ai giornali che alle ore 4 e minuti 28 dagli apparecchi sismici dell’osservatorio stesso venne avvertita una scossa di terremoto, in senso ondulatorio, del terzo grado, in direzione nord nord/est sud sud/ovest. Nella nostra città coloro che maggiormente notarono il terremoto furono gli abitanti degli appartamenti ai piani superiori e delle abitazioni isolate, come quelle fiancheggianti i viali. Il terremoto fece naturalmente le spese dei primi discorsi della mattinata. Se ne trassero anche i numeri del lotto e ci assicurano che in questa settimana i botteghini faranno degli affaroni…”

Da “La Fiamma31 ottobre 1914
Martedì scorso alle ore 10,28 fu avvertita una forte scossa di terremoto che ha cagionato grande panico in città. La gente fuggì dalle case e dalle botteghe in preda a viva emozione. Nessun incidente grave si è segnalato all’infuori della caduta di qualche comignolo e di un lieve crepaccio senza danno in un tomba del cimitero.

Da “La Gazzetta dell’Emilia” 26 luglio 1928

Questa notte alle 2,28 è stata avvertita una forte scossa di terremoto che ha vivamente impressionata la popolazione. Molti, svegliati bruscamente ad un’ora insolita, si sono affacciati alla finestra e poi si sono precipitati discinti in istrada, nel timore che altre scosse anche più forti seguissero la prima. L’animazione in città e nei viali di circonvallazione è durata fino all’alba e molti sono stati i commenti dei cittadini disturbati nel loro sonno. Nessun danno però si è verificato né alle persone né alle cose, dimodochè tutto si è ridotto ad un forte spavento e niente altro.”   

 

Dalla Cronaca carpigiana di Don Ettore Tirelli

1932 – 13 luglio
Due leggere scosse di terremoto ondulatorio la prima seguita subito da un’altra sussultoria ha portato allarme e spavento. Erano le 4,45. anche questa volta il movimento tellurico è stato più che altro osservato da Carpi e Moglia.

Dalla Cronaca carpigiana di Don Ettore Tirelli

24 marzo 1942
Nelle prime ore di stamane (ore due dopo mezzanotte) una scossa di terremoto ondulatorio ha fatto aprire gli occhi a non pochi dormienti. E’ stato osservato a Modena come pure a Correggio, per il che deve ritenersi locale: la stampa non ne ha fatto parola.
*

Milano, martedì 26 giugno 2012

Egregio Signor D'Orazi

naturalmente mi fa sempre molto piacere ricevere le sue nuove ed anche le fotografie di Carpi che, adesso, ho imparato a salvare
Comunque, adesso, le scrivo perché ho mandato a mia sorella, tutte le notizie sul terremoto con la ricerca che è stata fatta. Ha
trovato tutto estremamente interessante però mi ha detto che non ha notato menzione del terremoto del 1927 o 1928, non lo ricorda perfettamente.

Il giorno 13 giugno, giorno di S. Antonio, mio sorella frequentava, si parla appunto del 1927 o 1928, la Scuola Complementare, questa era il nome ufficiale, proprio nel palazzo (oggi Scuole M Fanti) a ridosso della Sagra.

Quella mattina, durante l'ora di latino, la professoressa era la signora Moioli di Modena, mia sorella dice che ci fu una forte scossa di terremoto e, sul muro dell'aula si aprì una crepa di discrete proporzioni.

Su invito dell'insegnante i ragazzi si precipitarono nel corridoio, dove il preside, Prof. Ferrari che era anche sovrintendente alle Belle Arti, coordinò l'uscita.

Per tutta l'estate si ripeterono le scosse.

Dato che la segnalazione è più vicina di altre nel tempo, se ha tempo, faccia questa verifica.

Grazie per l'interessamento. Cordiali saluti
 Alberto Savani  Carpigiano residente a Milano
**
  

L’articolo che pubblichiamo è  di Luigi Iafrate, ripreso dal ClimateMonitor ed estratto dal documento “Meteorologia di Roma anno 2011 pubblicato dal CRA-CMA a cura di Maria Carmen Beltrano.  

Che la memoria storica delle persone in materia di fenomeni geofisici eccezionali diventi, con il passar del tempo, sempre più labile, fino a perdersi del tutto, è oramai un fatto arcinoto. La conseguenza di un simile oblio, quando si tratta di fenomeni distruttivi del passato come i terremoti, è la perdita della percezione del rischio sismico cui il territorio in cui si vive è soggetto. Del resto, è fuor di dubbio che solo una conoscenza puntuale dei sismi avvenuti nel passato può invero condurre ad una stima della pericolosità sismica delle diverse aree del Paese, sulle cui basi si potranno poi delineare scenari di possibili sismi futuri.
Ma, per fortuna, a rinverdirci la memoria interviene la sismologia storica, disciplina che si pone l’obiettivo di ricostruire gli effetti sul territorio degli eventi sismici accaduti nel passato, attingendo direttamente dalle “fonti storiche”, ovvero da qualunque documento scritto che ne dia in qualche modo conto, come i documenti d’archivio, le cronache di giornali, i diari, le perizie tecniche, gli studi storiografici o sismologici, ma anche le epigrafi e le lapidi. La sismicità storica è oggetto di indagine in ogni paese sismico del pianeta, ma sono assai rari i casi in cui i sismologi possono ricostruire scenari macrosismici ricavando dati da un patrimonio documentario così cospicuo, vario e cronologicamente esteso come quello italiano.
Eppure, nonostante l’Italia sia così ricca di testimonianze documentarie dei suoi innumerevoli terremoti storici, la maggior parte degli abitanti dei centri ferraresi e modenesi colpiti dalla grave sequenza sismica dello scorso maggio 2012 (Sant’Agostino, Bondeno, Finale Emilia, Mirandola, San Felice sul Panaro), tuttora in corso, non aveva, per mancanza di memoria storica sull’argomento1, la consapevolezza di vivere in una delle aree italiane a più alto rischio sismico. Quasi nessuno di essi, infatti, ha cognizione che, tra il novembre del 1570 e la fine del 1574, la città di Ferrara fu l’epicentro principale di una lunga e forte sequela sismica, con più di duemila scosse, principalmente concentrate tra il novembre 1570 ed il febbraio 1571. Questi i suoi effetti distruttivi: molte delle abitazioni (circa il 40%) furono danneggiate, quasi tutti gli edifici pubblici e le chiese registrarono crolli parziali e lesioni, nonché sconnessioni delle strutture portanti (pareti). E così il terremoto si rivelò, per Ferrara ed il ferrarese, nonché per talune località della provincia di Modena, un disastro ingente, tale da compromettere politicamente il futuro della stessa dinastia regnante, gli Estensi.


Figura 1: Notizie sul terremoto di Ferrara del 1570 tratte da “Terra tremante” di Marcello Bonito – Napoli, 1691
Testimonianze accurate del violento terremoto ferrarese del 1570 sono a noi pervenute attraverso la diaristica, i dettagliati carteggi diplomatici e le diverse relazioni degli ambasciatori mandati sul posto dalle principali corti d’Italia e d’Europa2. A rendercene particolareggiatamente conto sono tre interessanti scritti di sismologia storica: Terra tremante di Marcello Bonito (Napoli, 1691); Il terremoto di Ferrara nel 1570, di Angelo Solerti (in “Rassegna Emiliana”, 1890); I terremoti d’Italia di Mario Baratta (Torino, 1901). Terra Tremante, o vero Continuatione de’ terremoti dalla creatione del mondo fino al tempo presente […] è una ponderosa opera di sismologia storica che analizza cronologicamente i grandi terremoti della storia che provocarono catastrofi e radicali metamorfosi della natura, fino all’anno della sua pubblicazione in Napoli, cioè sino al 1691 (figura 1).


Figura 2: “Il terremoto di Ferrara nel 1570” di Antonio Solerti, in Rassegna Emiliana, 1890
L’autore, il marchese Marcello Bonito, era un archivista del Regno di Napoli e trasse ispirazione dal terremoto che, qualche anno prima, nel 1688 (5 giugno), aveva scosso Napoli3. Di indole prettamente monografica è invece il lavoro di sismologia storica realizzato dal critico letterario e bibliotecario Angelo Solerti (Savona, 1865 – Massa, 1907) e pubblicato sulla rivista “Rassegna emiliana di storia, letteratura ed arte”, nel numero di aprile del 1890: Il terremoto di Ferrara nel 1570 (figura 2).
Si tratta di una descrizione assai minuziosa del terremoto ferrarese del novembre 1570, tutta basata su fonti storiche coeve. L’opera I terremoti d’Italia, un “saggio di storia, geografia e bibliografia sismica italiana” pubblicato a Torino nel 1901, contiene la descrizione più particolareggiata possibile di ben 1.364 terremoti avvenuti in Italia nei duemila anni che precedono il 1898. Il testo è diviso in tre parti: nella prima sono analizzati cronologicamente i maggiori parossismi italiani, nella seconda è studiata la sismicità per ciascuna regione, la terza comprende una bibliografia amplissima sull’argomento. Alla sua base vi è un’enorme ricerca storica che lo rende ancora oggi un punto di riferimento obbligato per gli studi del settore. Un motivo, questo, per riconoscere nel suo autore, il geografo e sismologo Mario Baratta (Voghera, 1868 – Casteggio, 1935) il fondatore della Sismologia storica moderna.

Figura 3: Frontespizio degli “Annali dell’Ufficio Centrale di Meteorologia e di Geodinamica, 1895” ed elenco del personale in servizio in quell’anno, tra cui Mario Baratta

Le tre opere or ora menzionate sono gelosamente custodite nel Fondo speciale di sismologia della Biblioteca Storica dell’Unità di Ricerca per la Climatologiae la Meteorologiaapplicate all’Agricoltura (CRA-CMA): raccolta le cui origini si fanno storicamente risalire agli anni immediatamente successivi all’assunzione da parte del Regio Ufficio Centrale di Meteorologia anche delle competenze sismiche, a quel tempo denominate “geodinamiche” (Regio Decreto del 9 giugno 1887 n. 4636). Primo Servizio meteorologico nazionale con ruolo di centralità, l’Ufficio di Meteorologia era stato istituito, in Roma, nel 1876 (Regio Decreto n. 3534); istituzionalmente, si configura come l’antesignano dell’Unità di Ricerca per la Climatologia e la Meteorologia applicate all’Agricoltura. È presso la sede di Roma dell’Ufficio meteorologico anzidetto che il sunnominato Mario Baratta, nel 1891, ad appena un anno dal conseguimento della laurea, esordì come sismologo (in qualità di assistente). Vi resterà fino al 1896 (figura 3). E chissà che il concepimento del suo monumentale saggio I terremoti d’Italia non sia avvenuto proprio negli ambienti della Biblioteca storica del CRA-CMA?!
Ma torniamo ora all’argomento della nostra nota storica, attraverso alcuni passi dei volumi suaccennati che meglio descrivono l’impatto sul territorio del terremoto interminabile di Ferrara e del ferrarese e modenese del 1570-1574, assai simile, per violenza, tipologia di manifestazioni e frequenza di scosse, all’attuale4.
Tra i cataclismi più famosi che le cronache ricordino va certamente annoverato, per la violenza e per la durata, il terremoto che funestò Ferrara per parecchi anni dal 1570 in poi” (Solerti, 1890. Il terremoto di Ferrara nel 1570, p. 517).
Al 17 [novembre] a 19h del mattino [ore 11:10 GMT)], in Ferrara si sentì una prima scossa della durata di oltre un <<pater>> ed assai violenta, avendo fatto cadere un centinaio di comignoli, rovinare molti merli e terrazzini, in numero di circa cinque o seicento e scompaginare moltissimi edificii: fu seguita da molte repliche, fra le quali specialmente furono intense quelle avvenute sull’imbrunire della giornata. A 3h della notte (19:10 GMT) una nuova scossa, la maggiore e la più lunga, fece nel vecchio palazzo del castello precipitare un tetto, sotto cui rimasero morte tre persone. I danni in città furono inestimabili: caddero i torrioni ed i merli delle antiche mura […] Nel castello precipitarono le sommità delle quattro torri con parecchie balaustrate e qualche muro interno; andarono parimenti a terra le due torricelle del duomo, […] Non vi fu insomma edificio pubblico e privato che non avesse risentito danni: ciò che rimase in piedi si dovette però puntellare. Tutte le strade erano ingombrate dalle macerie, sotto le quali rimasero morte un centinaio (130-150) di persone. Fra gli effetti prodotti da questo terremoto devonsi notare i rombi sotterranei, i bagliori repentini nell’atmosfera, il gonfiamento improvviso delle acque del Po, certe elevazioni ed avvallamenti del suolo […] pure emissioni violente di acqua nerastra e di arena. La scossa maggiore fu forte a Treviso, a Padova, a Bologna, a Venezia; fu sentita nel modenese, nel reggiano, nel mantovano, a Firenze ed a Roma. Dopo la prima scossa del 17 novembre si avvertirono moltissime repliche (secondo alcuni 150 nelle prime 24h) accompagnate da rombi sotterranei […] per circa nove mesi non vi fu giornata in cui non fosse avvertita una od anche più scosse, tutte sempre ondulatorie: con lunghi intervalli e con minor violenza continuò il periodo sismico fino al febbraio 1574, dopo di che le commozioni diminuirono notevolmente per cessare nel 1576, nel quale anno fu sentito una sola scossa” (Baratta, 1901. I terremoti d’Italia, p. 105-107).
Nell’anno accennato 1574 […] Il Terremoto spaventò un’altra volta il Popolo di Ferrara, nel quale era ancora fresca la memoria del danno, che poco prima haveva da esso ricevuto” (Bonito, 1691. Terra tremante, p. 716).


Figura 4: Frontespizio del trattato “Del terremoto” di Lucio Maggio – Bologna, 1571
Il nobile bolognese Lucio Maggio, che del terremoto fu testimone oculare, riferisce di una delle scosse forti della lunga sequenza sismica ferrarese del 1570-1574, con parole cariche di spavento ma anche intensa meraviglia: “[…] per desiderio solamente della verità [a proposito delle funeste notizie sul terremoto], me n’andai a Ferrara […] ecco che si sente un rimbombo come di una lontana Bombarda, & nel medesimo tempo viddi (che anchor mi spaventa il ramentarlo) tutta la terra moversi hor in uno, hor in unaltro lato, con tanta agitatione, che io credeva che le sommità delle case mi cadessero addosso, ne credo ch’io fossi lontano a due braccia ad una alta, & massiccia muraglia, che venne a terra con tanto fracasso, & polvere […]. Questa narrazione, scritta secondo l’ortografia dell’epoca, è contenuta proprio all’inizio del libro di Lucio Maggio Del terremoto, edito in Bologna nel 1571: un’opera fortemente ispirata da questo fenomeno tellurico di straordinaria durata, al pari di altri scritti, contemporanei o immediatamente successivi, che trattano delle cause e degli effetti del terremoto in generale e di quello ferrarese in particolare (figura 4).
Il testo è strutturato in forma di dialogo e gli interlocutori sono, oltre a Lucio Maggio, che ne è l’autore, Fabio Albergati, Paolo Casali e Giulio dalla Porta5. In esso vengono esposte ed esaminate le diverse teorie e tutta la documentazione storica in materia di terremoti, comprese le conseguenze catastrofiche. Vi si analizzano anche i cosiddetti precursori sismici. L’autore, quantunque sostenga come causa del sisma l’esalazione secca teorizzata da Aristotele, accenna pure al paragone del terremoto con le mine, e ad altre più moderne ipotesi e teorie, tra cui la tesi di una terra non continua ma “più tosto contigua, perché vi sono molte divisioni” (c. 40), che potrebbe considerarsi il lontano preludio della teoria della tettonica a placche.
Dopo la prima edizione del 1571, l’opera conobbe diverse ristampe e traduzioni in francese.La Biblioteca del CRA-CMA ha la fortuna di possedere l’edizione originale del libro, con legatura moderna in mezza pelle e titolo in oro sul dorso.
Altro singolare studio ispirato dal terremoto di Ferrara del 1570 è il Libro, o Trattato de’ diversi terremoti del celebre architetto ed erudito Pirro Ligorio (Napoli, 1513 – Ferrara, 30 ottobre 1583)6. Nell’ultima parte del manoscritto, intitolata “Rimedi contra terremoti per la sicurezza degli edifici”, è disegnata e spiegata la prima casa ‘antisismica’ della storia. Il progetto di un edificio capace di resistere alla forza dei terremoti balenò nella mente di Ligorio proprio mentre camminava per una Ferrara semidistrutta.

Sebbene l’epicentro principale del sisma del 1570-1574 fosse più ad est rispetto all’area epicentrale del terremoto attuale, è comunque da rilevare che la vera causa di entrambi va ricercata nell’attività delle faglie sismogenetiche presenti nella porzione di Appennino sepolta sotto la Pianura Padana, che è nota come Dorsale Ferrarese. La magnitudo del sisma del XVI secolo è stata stimata uguale o leggermente inferiore a quella del terremoto recente, ma gli effetti descritti dalle fonti storiche dell’epoca non sono per nulla diversi: rombi sismici, fenomeni di luminescenza dell’aria (“bagliori repentini nell’atmosfera”), sollevamenti ed avvallamenti del suolo, liquefazione dei terreni, con emissione di fumi e/o fuoriuscita di sabbie bollenti, affioramento improvviso di terreni neri maleodoranti, ecc. E si tratta dei medesimi effetti registrati nel corso dell’altro grave sisma che colpì il ferrarese circa mezzo secolo più tardi, il terremoto di Argenta del 19 marzo 1624; a descriverceli con dovizia di particolari è ancora una volta Mario Baratta, nel suo lavoro I terremoti d’Italia (p. 118-119). Una quiete sismica relativa doveva, per lunghissimo tempo, seguire ai terremoti di Ferrara ed Argenta, mentre nuova energia sismogenetica andava accumulandosi, in profondità, al disotto della coltre alluvionale ferrarese, per poi essere, nel 2012, con veemenza, rilasciata attraverso una nuova sequenza sismica, già, tristemente, entrata nella storia. Dopo più di quattro secoli, dunque, il suolo del ferrarese e modenese è tornato a tremare fortemente7.


La Galleria Tacchini della Biblioteca dell’Unità di Ricerca per la Climatologia e la Meteorologia applicate all’Agricoltura

Concludiamo quest’articolo, scrive il Climate Monitor, sottolineando che se la sismologia storica si è affermata e consolidata in Italia, un merito speciale va riconosciuto alla Biblioteca dell’Unità di Ricerca per la Climatologiae la Meteorologiaapplicate all’Agricoltura, perché, mettendo a disposizione degli studiosi del settore i testi rari di quel che resta dell’antico Fondo di sismologia8, ha recato anch’essa un indubbio contributo alla definizione della pericolosità sismica del Paese su base storica.
1.      Una caratteristica, ahimè, che certe volte non risparmia nemmeno gli addetti ai lavori, come gli stessi sismologi e geologi. Fino agli anni 1996-97, il problema della pericolosità sismica della Pianura Padana era fondamentalmente sconosciuto finanche alla normativa antisismica; solo in seguito sono uscite le prime carte di pericolosità sismica per la regione padana e l’intero territorio nazionale. []
  1. Notevole era allora il prestigio politico e culturale goduto dal Ducato Estense in ambito nazionale ed internazionale. []
  2. L’epicentro di questo potente sisma era localizzato nella zona “Benevento – Cerreto Sannita”. []
  3. L’uso del grassetto in questi passaggi è una mia scelta e serve a dare risalto agli effetti distruttivi del sisma ivi raccontati. []
  4. Albergati e Casali erano coetanei, amici, e forse anche condiscepoli, del gentiluomo Lucio Maggio. []
  5. Codice 28 delle Antichità romane, presso l’Archivio di Stato di Torino. []
  6. E più di quattro secoli è pure l’intervallo di tempo che separa il grave sisma ferrarese del 1570 dal precedente altrettanto violento avvenuto nel Veneto ed in Emilia-Romagna: il terremoto che, nella notte del 3 gennaio 1117, colpì Ronco all’Adige ed il veronese. Per causa sua, infatti, “moltissime città, paesi e castelli” dell’Alta Italia, tra cui anche Parma, Modena, Bologna e Ferrara, “ebbero a risentire gravi rovine ed immensi danni” (Baratta, op. cit., p. 23). []
  7. Ciò che manca nella raccolta sismologica anzidetta è la parte ceduta, sul finire degli anni Trenta, all’Istituto Nazionale di Geofisica (attualmente INGV), costituito, in quegli anni, per subentrare al progenitore del CRA-CMA nella gestione del Servizio sismico governativo. 












1 commento:

  1. Bravo Davide, Grazie e bravi anche i due ricercatori, veri "topi da biblioteca" che hanno trovatop e catalogato tutti i precedenti moti tellurici. Come mai allora hanno semprre sostenuto, i nostri capoccia, che l'Emilia non fosse zona sismica? Per costruire forse, in fretta e senza problemi e rispetto delle leggi?
    Una cosa è certa, leggendo le cronache antiche, ogniqualvolta, arrivi un terremoto scrivono: "...di cui non se ne ricorda la furia o la potenza..."

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