Una frecciata: Siamo in Italia, qui. Non in Spagna.
Ora non vorrei passare per quello che insegna a fare il mestiere ad altri. E' giusto non prestare il fianco per evitare strumentalizzazioni. Molto meno però, censurare in nome di questo.
E mi auguro che la mia osservazione, e idem la frecciata, non vengano bollate come lesa maestà o voglia di protagonismo sterile. E' solo un giudizio. Errori ne fanno tutti. Anche chi si stima di più. L'importante è prenderne coscienza. E io non sono sullo stile " Socci ", sia chiaro. Però, questa ci sta.
Ecco un po' di storia ( CHE SI RIPETE ? ....) LINK: http://www.domenicani.net/page.php?id_cat=20&titolo=San%20Tommaso%20D%27Aquino
SAN TOMMASO
D'AQUINO
di P.
Gerardo Cioffari OP
S. Tommaso
d’Aquino è certamente uno dei più grandi pensatori dell’umanità.
In un momento in cui la Chiesa si trovava su posizioni difensive
rispetto ad una civiltà islamica avanzata e ad una cultura laica
sempre più scettica, seppe coraggiosamente scendere sul terreno
dell’avversario, rappresentato da quell’Aristotele che i nemici
della Chiesa sventolavano trionfanti e la Chiesa stessa temendo
censurava. Una missione difficile la sua, dare alla fede uno
strumento filosofico in grado di rintuzzare gli attacchi degli
intellettuali del tempo e non solo. Nell’elaborare il suo sistema
Tommaso rivelò doti straordinarie nell’assimilare la saggezza
aristotelica e nell’affinare una metodologia razionale e
sillogistica. Se è vero che nei secoli successivi tale metodologia è
stata abusata al punto da restare svuotata dei contenuti concreti,
resta il fatto che possiede ancora oggi le potenzialità di saper
recepire quanto di valido offrono i nuovi sistemi.
Il suo talento era molto apprezzato già quand’egli era in vita. Per cui, sia il papa che i provinciali della provincia Romana (che abbracciava tutta l’Italia da Firenze a Palermo) più d’una volta lo chiamarono a sbrogliare situazioni difficili sul piano culturale e scolastico.
Il suo talento era molto apprezzato già quand’egli era in vita. Per cui, sia il papa che i provinciali della provincia Romana (che abbracciava tutta l’Italia da Firenze a Palermo) più d’una volta lo chiamarono a sbrogliare situazioni difficili sul piano culturale e scolastico.
Un fatto questo che nocque al suo sistema filosofico, che avrebbe potuto essere ancora più armonico ed articolato di quanto non lo sia stato.
Non sempre infatti fra i suoi commenti alle Sentenze di Pietro Lombardo e la Summa Theologiae v’è sintonia. Né fra gli scritti giovanili e quelli d’età più matura.
L’Ordine gli mise a disposizione dei segretari che potessero scrivere sotto sua dettatura, nonché uno dei migliori traduttori dal greco dell’epoca. Per cui, a differenza di molti altri pensatori, egli poté avere un contatto più diretto con l’opera dei grandi filosofi greci nonché dei Padri della Chiesa.
Della cultura del tempo Tommaso seppe attingere il meglio, accogliendo con onestà intellettuale certe deduzioni razionali (come l’eternità del mondo), ma senza indietreggiare di fronte a posizioni, come l’unità dell’intelletto universale proposta da Averroé, che presentava risvolti pericolosi per la fede cristiana. Anche se la corrente spiritualista continuò ad ispirarsi a S. Agostino, i capitoli generali promossero sempre quella di S. Tommaso come teologia dell’Ordine.
In attesa di un Tommaso d'Aquino del 2015, saluto.
Davide Boldrin
Giusto per scrupolo: qualcuno mi ha fatto notare che i Padri Domenicani non avrebbero pianificato con i responsabili del meeting, l'incontro. Resto dell'idea però che la toppa è stata peggiore del buco.
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