15/05/16

La legge sulle unioni civili ? Tranquilli, i fascisti come Renzi, prima o poi cadono.

Qualcuno potrebbe pensare che magari sia uno di quei cattolici che adesso si mobiliteranno per il referendum abrogativo ecc. ecc. No. Non me ne frega proprio una beata minchia. Se ci sarà, ovvio che voterò per l'abrogazione, ma non spenderò un minuto per la lotta contro questa legge. Neppure un secondo.

E perché ? Vedete, il modo in cui è stata approvata, dimostra la decadenza del tiranno. Una modalità tipicamente di regime. In nome della giustizia e di ciò che sarebbe giusto per tutti, si forza la mano.

Un po' come fece Mussolini, con le leggi razziali. Diciamo che oramai, noi che pensiamo che le famiglie normali siano di un solo tipo, senza preclusione per altri tipi di unione, ma oggettivamente diverse dalla famiglia, non siamo più ariani. Anzi. Veniamo guardati strani. Passiensa. Così è la vita.

Poi però ci sono i cattolici arianizzati. Quelli bravi. Come Renzi, che dice che ha giurato sulla costituzione e non sul Vangelo. A parere mio, è un'ottima affermazione. Si, perché se avesse giurato sul Vangelo, a quest'ora sarebbero già in corso le riforme pure li, visto il delirio di onnipotenza tipico da “ canto del cigno “....

Pochi si rendono conto del regime Renziano. Il modo in cui è passata questa legge, è alla Hitler, alla Stalin, alla Mussolini. Una imposizione che ha fatto fuori ogni dialogo. Come se fosse un bisogno impellente per la società. Anche a Novi di Modena nel 2010, fu approvato “ il registro delle unioni civili “. 

Ed è li, ancora vuoto. Il diavolo fa le pentole, non i coperchi. E tutto ciò che è fuffa, decade da solo. Senza problema. Basta aspettare. Altrimenti poi, a fare crociate i rischi sono due:

Il primo, è quello materializzato con questa legge: ovvero più combatto una cosa, più gli do importanza. Questo a seconda del contesto storico.

Il secondo, figuracce e incoerenza, se si scade nell'ideologia.

E poi, perdonatemi, ma come fanno notare i socialisti gaudenti, in merito ad un altro contesto, voi vi immaginate Craxi dire a Berlinguer "voti come Almirante, sei come lui"? Vi immaginate Ingrao dire ad Andreotti "cacati sotto, Andreotti devi cacarti sotto"? Ecco, allora non stupitevi se questo Paese una volta era la quinta potenza mondiale ma oggi non riesce ad uscire dalla crisi. E devono fare i dittatorini per approvare le leggi. Non hanno le capacita' di governare. E spariranno. Come tutto ciò che passa ( tipo i palazzoni modello sovietico, che fanno schifo, mentre i borghi medievali sono li con tutto il loro fascino ....).

Davide Boldrin


-------------------------------------------------------------------------------------------------

Per quanto riguarda ciò che passa e ciò che resta, un paio di articoli:

1) Una realtà misteriosa
La Chiesa è, anche per il credente, una realtà misteriosa, della quale pare sempre sfuggirci la vera natura. Per il non credente poi è addirittura un enigma irritante; sicché non ci meraviglia troppo il fatto che tanto spesso viene così mal valutata nelle sue intenzioni, così travisata nella sua indole, così incompresa nei suoi comportamenti.
Mentre tutte le istituzioni sociali e le potenze mondane tramontano, e in ogni caso non possiedono una continuità esistenziale, unicamente la Chiesa resta, sempre se stessa nel mutare dei tempi; e così fatalmente si trova a essere la sola chiamata a rispondere di tutti gli errori e i guai che si sono succeduti lungo i secoli.La Chiesa sembra sempre in ritardo sulle idee del momento e sugli accadimenti recenti; ma quando quegli accadimenti si sono conclusi e quelle idee sono sfiorite, lei c’è ancora, sempre viva, sempre pronta a essere criticata e giudicata ritardataria dalle nuove aberrazioni e dalle nuove mode.Non le mancano mai coloro che nei suoi confronti sono malevoli e ostili. E i suoi nemici sono sempre più forti di lei; mentre lei è inerme e sprovveduta, loro sono agguerriti e ricchi di mezzi. Eppure in definitiva la vittoria è sempre sua, se non altro la vittoria della sopravvivenza su chi presto o tardi alla fine scompare.Chi guarda la Chiesa e la esamina come qualunque altro fenomeno della storia, spesso la vede come una somma di debolezze, di meschinità, di inefficienze; eppure quanto di più bello, di più nobile, di più misericordioso, di più duraturo è stato offerto agli uomini lungo questi venti secoli di solito, direttamente o indirettamente, proviene da lei.Dall’omelia di Pentecoste, 1990.

2) Il Papa e la “medaglia massonica” europea


Articolo tratto dal numero di Tempi in edicola (vai alla pagina degli abbonamenti) – Hanno assicurato a Boris che il premio Carlo Magno assegnato a papa Francesco è una medaglia massonica. E che egli avrebbe risposto in perfetta rima accennando a «un nuovo umanesimo europeo», a un «sogno» e all’«utopia» necessari per vivere. Ben diverso l’approccio di (san) Giovanni Paolo II che aveva invocato drammaticamente: «Europa ricordati del tuo battesimo».
Affronto la questione senza paura. Boris respinge il sospetto che peraltro indecentemente colpì anche papa Wojtyla. È vero che il «sogno di un nuovo umanesimo europeo» è appunto lo scopo di tutte le filosofie filantropiche, fin da quando apparve in Guerra e pace, introdotto da Tolstoj, il «gesuita in tonaca corta», «coi capelli bianchi come la neve e gli occhi neri sfavillanti» che voleva convertire gli ortodossi a questo universalismo amorevole. Il fatto è che Francesco sceglie un’altra strada. Non insiste più come i predecessori sul riconoscimento delle «radici cristiane» dell’Europa. Anzi, dice: «L’identità europea è, ed è sempre stata, un’identità dinamica e multiculturale». Ritiene finito il tempo della dura contrapposizione dialettica. Gli basta rivendicare, davanti ai capi delle istituzioni europee, che si lasci posto ai «testimoni del Vangelo».
Senza Cristo la civiltà si perde
In sostanza in un’epoca dove l’Europa è assolutamente post-cristiana, come già denunciava Péguy, quel che il Papa chiede è la libertà per la Chiesa di essere se stessa, di poter soccorrere le persone come faceva il Nazareno, con la misericordia. Non per filantropia, ma alla maniera di Madre Teresa. «Portando la presenza forte e semplice di Gesù, la sua misericordia consolante e incoraggiante. Dio desidera abitare tra gli uomini, ma può farlo solo attraverso uomini e donne che, come i grandi evangelizzatori del continente, siano toccati da Lui e vivano il Vangelo, senza cercare altro. Solo una Chiesa ricca di testimoni potrà ridare l’acqua pura del Vangelo alle radici dell’Europa».
È una scelta niente affatto in contraddizione con quella di Giovanni Paolo. Egli fece crollare i muri, invocò la libertà, chiese ai popoli di ricordarsi il battesimo dell’Europa, quello di Pietro, quello di Colombano, quello di Cirillo e Metodio. La risposta a Wojtyla è stata come quella data a Paolo all’Aeropago dai filosofi: «Di questo ci parlerai un’altra volta». Ora Bergoglio ha ripreso il discorso coi filosofi, aprendo sulle ali, si direbbe in termini calcistici, invece che difendere e attaccare centralmente sul piano della diatriba sulle radici, fa presente che senza Cristo l’Europa non più madre si perde, e chiede: lasciateci usare misericordia ai poveri. Consapevole che la negazione di Dio e di Cristo è potentissima, è inutile inseguire la “vana nostalgia” ma bisogna accettare la sfida di una lunga marcia.
I fiori che insidiano le mura della fortezza di Erode
Boris studiò da ragazzo la storia di monache e suore nel Nord Italia tra fine Settecento e primi decenni dell’Ottocento. Napoleone proibì e sciolse tutte le congregazioni religiose, confiscò i beni della Chiesa. Il popolo oppresso da questa violenza anticristiana si ribellò. Una cosa non poté vietare Napoleone: la presenza delle suore negli ospedali, nessuno poteva operare come loro la misericordia. Neanche lui seppe o volle impedirlo. Alcuni potrebbero dire allora che quelle religiose si resero complici dell’assolutismo anticristiano, che le usava come foglie di fico di una barbarie illiberale.
Fecero come Gesù avrebbe fatto. Come poi la prossima grande santa Madre Teresa di Calcutta avrebbe insegnato proponendo una presenza ovunque, anche in regimi totalitari, che però permettevano tra le pietre la crescita di questo fiore, che – se Dio vorrà, e la libertà degli uomini acconsentirà – farà con le sue piccole radici e la sua bellezza crepare le mura della fortezza di Erode.
Non è facile per tanti accettare questo cambiamento di tono di Francesco. Ma è un altro movimento della stessa sinfonia drammatica iniziata dai suoi predecessori dopo il Concilio.


Leggi di Più: Papa Francesco e la “medaglia massonica” | Tempi.it 
Follow us: @Tempi_it on Twitter | tempi.it on Facebook

Nessun commento:

Posta un commento