21/08/16

Le ragioni del " NO " alla riforma costituzionale, di un amico ciellino, come me ( leggendo, si capirà come mai la puntualizzazione ).




Premessa: C'è un punto nell'analisi sottostante, che non condivido con l'autore. Ovvero, il fatto che non sia primario detassare le imprese. Per il resto, l'analisi è interessante. Soprattutto la faccenda del 1987....Il post, qui sul blog, è autorizzato dall'autore stesso. 

Davide Boldrin

Il gigante e la cascina, ovvero quando la libera iniziativa rompe le regole della spartizione.


 " Chi non ha l'impressione che si chieda al cittadino un'ulteriore delega verso un Potere centralizzato che provvede a orientare, con gli straordinari mezzi di cui dispone, tutte le spinte dei singoli nel flusso di un consenso, in realtà già programmato e definito ?". 

Questo brano, tratto dall'editoriale de "Il Sabato" del 21 febbraio 1987, dal titolo "Libertà vigilata", è più attuale oggi di quando fu scritto 30 anni fa. Questo linguaggio alle nostre orecchie suona quasi arcaico, troppa enfasi sulla libertà, come se lo scopo della politica fosse proprio la libertà. Da un po' di tempo ci siamo abituati al linguaggio della CDO. Un linguaggio che utilizza prevalentemente i termini del mondo economico: parole oscene, come "capitale umano", "profit non profit", "sviluppo e intrapresa", "welfare mix", parole che esigono l'apatia politica in nome del benessere. Siamo passati dal "più società meno Stato" (che in pratica vuol dire che i pesci grossi hanno il diritto di mangiarsi i pesci piccoli), al centralismo della Riforma Renzi (riforma costituzionale + Italicum). Solo noi poveri ingenui e ignoranti possiamo vederci una contraddizione. I maestri illuminati lo sapevano fin dall'inizio che la rotta era quella, del resto l'hanno tracciata loro. Di recente un alto prelato della CDO ci ha illuminato sulle ragioni del "sì". Ci ha spiegato che la riforma tocca solo la seconda parte della Costituzione, la prima parte, quella dei princìpi, resterà immutata. Ma una volta garantita l'extraterritorialità giuridica alle multinazionali questi princìpi serviranno solo a illuderci di vivere in una democrazia. Il sistema è ampiamente collaudato: la multinazionale fa presente al governo che se questo continuerà a difendere i diritti dei lavoratori, smetterà di investire in quel Paese. Allora i paggi di corte strombazzano che per far ripartire l'economia bisogna ridurre la pressione fiscale sulle imprese, di conseguenza il carico fiscale si sposta sui singoli cittadini. A questo punto tutti i partiti promettono alle elezioni di tagliare le tasse. I poveri ingenui e ignoranti voteranno per il miglior offerente di sgravi fiscali, per scoprire pochi anni dopo che i servizi pubblici sono peggiorati notevolmente. Il nostro amico prelato ci ha poi spiegato che la riforma toccherà solo la sussidiarietà verticale, non quella orizzontale, come se si potesse tranquillamente separare l'una dall'altra senza conseguenze. Infine ci ha tranquillizzato dicendo che anche nella CDO ci sono voci contrarie, ma poi abbiamo scoperto che i contrari lo sono solo perché pensano che la riforma sia troppo blanda per raggiungere gli obiettivi. Naturalmente tutto viene presentato come necessario, ma è proprio necessario passare dalla padella nella brace? In un contesto di crescente disaffezione del popolo alla politica, di partecipazione sempre più scarsa alle elezioni, di maggioranze sempre più risicate, di politici mediocri e corrotti perché sempre più asserviti agli interessi di poteri forti che agiscono nell'ombra, dove ci porta la riforma Renzi? Si oppone al potere dei giganti o gli spiana la strada? Riavvicina il popolo alla politica o ne aumenta le distanze? Naturalmente la CDO difende (a parole) la piccola e media impresa, come se fosse la panacea di tutti i mali. Purtroppo possiamo già intuire come andrà a finire: verrà istituita una riserva a numero chiuso (tipo le riserve indiane), un'area protetta e garantita, ma fuori da lì ci sarà il deserto. Che sia questa la sussidiarietà orizzontale? In tutti questi anni la CDO ci ha aiutato a capire e vivere la libertà cristiana o ha seminato apatìa e omologazione alla mentalità comune? Si è omologata al sistema per avere un posto al tavolo dei potenti e regalarci le briciole che cadono dalla mensa dei ricchi? Molti, annebbiati da vane parole, sono diventati calvinisti, mettendo tutte le loro energie al servizio dell'impresa, credendo che il successo nel lavoro spalanchi le porte della felicità e magari del cielo. Non è ora di dire a questi prelati pomposi e insopportabili che non ci rappresentano? Adesso ci dicono che bisogna votare "sì" perché l'alternativa sarebbe l'immobilismo, ma dove siete stati fino ad ora? Sono proprio le vostre politiche omologate e sciagurate che ci hanno portato a questa situazione, è troppo comodo tirarsene fuori. Ma soprattutto risparmiateci i vostri insulsi giudizi sulle "situazioni attuali": spacciati per giudizi della fede che centra con tutto, nascono in realtà dal pragmatismo più mondano e inflazionato che ci sia.

Alessandro Giovanardi

N.d.r.: detto " Sassa ", che non c'entra niente con omonimi di cognome. 

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