26/10/16

Iniziano le guerre tra poveri: Prima fase a Goro e Gorino (FE).

Non mi è mai piaciuto Ezio Mauro. Ma in questo caso un po' si. Mi viene alla mente un episodio di inizio 2010: Era la prima volta in cui mi trovai coinvolto in una crisi aziendale, in cassa integrazione, con la prospettiva unica del licenziamento. Era una cosa nuovissima e atroce, per me. Una sera, a quella roba che facciamo noi ciellini, ovvero la scuola di comunità, ricordo che si andò sul discorso del terremoto di Haiti. Era appena successo. E io ero preso dal mio problema. Esordii dicendo: NON ME FREGA UN CAZZO DEL TERREMOTO DI HAITI !. Motivando le ragioni. Il mio disagio era reale, ed era vero che non me ne interessava niente. Poi però, per chi non lo sapesse eventualmente, da queste parti nel 2012 ci fu un terremoto. E anche ad oggi, mi urta quando qualcuno pensa che qui sia tutto a posto, o viceversa, faccia tutto schifo. E' una condizione. In cui ci si trova. Oggi a me. Occhio, perché domani, potrebbe capitare a te. Il mondo cambia, bisogna farci i conti in tutte le prospettive. Anche se è dura.

Davide Boldrin

La solitudine dell'indigeno italiano

"QUI non c'è niente. Niente per noi, che ci siamo nati: figurarsi per gli altri". Potrebbe finire sui manuali di storia dei nostri anni complicati questa frase di una cittadina italiana, probabilmente moglie e madre, abitante della frazione diGorino sul delta del Po, che ha partecipato al blocco stradale del suo paese per impedire l'arrivo di dodici donne immigrate coi loro figli nell'ostello requisito dal prefetto.

Le straniere sono state dirottate in tre altri centri del Ferrarese, Gorino continuerà a non ospitare nemmeno un immigrato, la protesta ha vinto. Smontate le barricate e il gazebo notturno i bambini possono tornare a scuola, i pescatori riprenderanno il mare. Tutto come prima? Non proprio. Quella frase dimostra c

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