Già, l’è colpa ed Mauro, col gruppo fb “Chi parla dialetto
Carpsan ?”.
Però lo scrivo in italiano …
Homamma, a xirà proprià zoven … A pinsereg, a c’là sira lè, am vin mèl …
Correva l’anno 1987. Il giovane Davide Boldrin abitava a
Carpi, in via Aldo Moro 14. Ed era solito a frequentare la mitica Piazza
Martiri. La famosa piazza era zona a transito limitato, e la trasgressione più bella,
a quei tempi, era riuscire a circolare con motorini, vespe e moto, cercando di “fregare”
i vigili urbani. La vigilia di capodanno, una sera verso le 23.30, il
sottoscritto, e i suoi amici Claudio e Cristian ( che ora non è più tra noi … )
ebbero una bizzarra idea. Decisero di coprire le targhe dei loro 125 ( 2 moto e
una vespa. La vespa PX 125 era la mia ), e in caso di arrivo dei vigili urbani,
di seminarli. Come no …Ad un certo punto arrivarono ( non si aspettava altro …) e
iniziammo a dileguarci. Il sottoscritto uscendo da via Berengario, imbocco via Ciro
Menotti contromano, convinto che i “cari” PRANDI e PAVESI ( dopo, lo imparai
eccome, che erano loro …) si sarebbero fermati. Come no ! Attaccarono la
sirena, e lì, il sottoscritto capì che era nei guai. Arrivato in fondo,
imboccai, sempre contromano la via di fronte al Duomo. A quel tempo era
transitabile, ed i due sensi di marcia erano divisi dal famoso “cordolo giallo “.
La mia idea era quella di svincolare nella stradina a fianco del duomo, dove c’è
la residenza vescovile. Non fosse che ad un certo punto sentii un’altra sirena,
che mi distrasse dall’intento. In pratica, alla mia destra, dall’altra parte
del cordolo, c’erano la pattuglia dei vigili urbani, e dietro, una della
Polizia di Stato. Arrivai fino quasi alla stazione dei treni. E li mi presero,
tagliandomi la strada. Il punto che mi fermai, ma poi ripartii … E via … Corri
corri, fino a chè prima del passaggio a livello di Cibeno, mi tagliarono la
strada, e stavolta … I vigili urbani mi erano dietro. La Polizia no. Aveva
preso la direzione verso viale Manzoni, per prendermi tra due fuochi. Prandi e
Pavesi, mi rimisero in sella e mi dissero : “ Adesso Basta! Con la vespa e noi
dietro, vai al comando, PASSANDO PER LA PIAZZA, che fai vedere a tutti, che ti
abbiamo preso !”. Oaramai … Arrivati al comando, arrivò la Polizia, pronta per
portarmi al fresco. I Vigili, si opposero ( GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE) e dissero: “
Ag pinsem nueter, a chì lò !”. E chiamarono a casa. Quando il mio babbo arrivò,
aveva una di quelle facce, che francamente, non avevo mai visto … La vespa
rimase in comando, e la mattina seguente, mi sarei dovuto presentare al comando
con il babbo, dal comandante PULGA. Arrivato a casa, non scrivo come la prese
la mia mamma … ( c’là sira lè, ag’ nò ciapedì… , ma ciapedì …)
La mattina al comando, Pulga parlò con il mio babbo. E
insieme decisero di darmi una bella lezione. A quel tempo lavoravo. E Pulga
cominciò a comminarmi sanzioni da 25.000 Lire, fino ad arrivare a 250.000 lire.
Il mio stipendio si aggirava sulle 500.000 Lire. Il mio babbo, disse a Pulga: “
E’ POCO”. Arrivò a 350.000 lire. E il mio babbo: “ E’ ANCORA POCO”. Insomma, Pulga
andò avanti fino a 425.500 Lire. E lì, il mio babbo, disse che era sufficiente.
Ma se fosse stato per lui mi avrebbe dato 3 stipendi di multe …
Lui sapeva che mi aveva toccato sul vivo, perché la
tredicesima potevo spenderla come mi pareva …
Tutti soddisfatti. Io, che avrei preferito il sequestro della
Vespa, e altro ancora “ per fare il figo”, ero assolutamente mortificato. E
Pulga e il mio babbo l’avevano studiata bene. Poi a casa, mi misero “agli
arresti domiciliari personalizzati” ,
per un po’.
MA PERCHE’ MAI SCRIVO “ AD DISONOREM”, UNA ROBA DEL GENERE ?
QUALE E’ LA MORALE ?
Semplice. Che ne avrei un poco le palle piene di quei
genitori ( dato che lo sono pure io, ora ) che difendono ad oltranza i figli,
quando sono in dolo. Dù scupassoun, e ‘nà quelch sighedà, i fan semper bein! Pinsè
sé al mè babbo c’là volta l’è, l’is fat com qui chi dinunzein i puliziot.
E la chicca finale ? Brutta la sentenza sui fatti di Genova.
Brutta, drammatica, e diseducativa.
Davide Boldrin
Quei "cari ragazzi" di Genova, e di Napoli, che ogni volta che c'è da manifestare, per loro non è come Buldrein a 17 anni, ma fanno sul serio, vogliono far male! Se avessero dei genitori come i tuoi caro Davide, che oltre a dartele di santa ragione, poi ti mettevano in castigo veramente, forse, certe cose che oggi piangiamo o leggiamo sui giornali, non sarebbero accadute. Il poliziotto fa il suo lavoro, e se il giovanotyto rivoltose, vuole eccedere, sa cosa va incontro.
RispondiEliminaCaro Davide, non ci sono più i genitori di una volta! Non vedi cos'è successo a Napoli? Tre bravi ragazzi di quartiere, giravano alle ore 2,30 della notte tutti e tre su di uno scooter (colpa la crisi, non potevano averne uno a testa) senza casco, perchè non avevano nulla da nascondere, viaggiavano a viso aperto. Una pattuglia della polizia li vuole fermare, ma hanno paura delle botte dei genitori al rientro a casa, perciò fuggono. Giocano a guardie e ladri. Cadono, e scappa un colpo al Carabiniere il più giovane viene ucciso. Da che parte si schiera la gente del quartiere, ed i genitori?
RispondiEliminaBeh... E' un dramma. Non riesco a dare un giudizio, ora.
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