20/10/12

Vasco Errani, il Mutandaio, e TerremoTosto.

Non è un problema di "lamento" e basta, la gestione terremoto. La sintesi di FLORIO MAGNANINI, pubblicata su VOCE, rende perfettamente l'idea. E anche un post di SILVIA SARACINO, sul suo nuovo blog, che sarà "linkato" anche qui.

Davide Boldrin

Fonte: www.voce.it

Quella voglia di mettere le mutande al mondo

Le domande per accedere ai contributi previsti dall'Ordinanza n. 57 –http://www.regione.emilia-romagna.it/terremoto/gli-atti-per-la-ricostruzione/ordinanza-n.-57-del-12-ottobre-2012 – si possono presentare al Sindaco del Comune dal 28 ottobre e fino al 15 maggio 2013 utilizzando il modello informatico. Il termine per la concessione del contributo è fissato in 60 giorni. La domanda dovrà essere corredata della documentazione dei danni, suffragata da perizia giurata e dalla prova del nesso di causalità tra sisma e danni. Si finanzierà con contributo a fondo perduto l'80 per cento sia dei costi di riparazione e adeguamento della struttura che di impianti e macchinari perduti o danneggiati, mentre i contributi per le spese tecniche (progetto e direzione lavori) sono computati in percentuali diverse secondo l'ammontare dei lavori. Dallo stesso fondo di 6 miliardi concessi alle banche dalla Cassa Depositi e Prestiti si attingeranno le risorse sia per immobili danneggiati e non utilizzati al momento del sisma (la percentuale scende però al 50 per cento), sia per chi abbia ricostruito capannoni in altro sito (purché ripristini anche il vecchio) e anche per chi abbia temporaneamente delocalizzato (ma deve rientrare nella sede originaria).
Detto questo, non si può fare a meno di constatare la complessità procedurale e la complicazione burocratica dell'ordinanza. Forse in Regione non si rendono conto del suo impatto sulle imprese che aspettano i soldi e sui professionisti che devono inoltrare le domande. Per certi adempimenti servono tempi lunghi e strutture “robuste” con costi notevoli. Si rischia concretamente di non riuscire a rispettare le scadenze. Si è voluto “mettere le mutande al mondo”, andando perfino oltre la normativa nazionale (vedi Soa, lista bianca, eccetera). Il privato, anche se ha un'impresa di fiducia, viene obbligato a mettere in gara almeno due aziende, con costi e tempi immaginabili. La logica è evidente e si innesta nelle cronache di questi giorni: poiché si dà per scontato che sono tutti ladri, si è costruito un mostro burocratico di 47 pagine per poter concedere quanto atteso di diritto. L'impressione è che si sia voluto essere i primi della classe, ipergarantisti e tecnicamente sofisticati. Con l'effetto che a gennaio forse ci saranno i soldi, ma non ci saranno domande pronte e con le imprese sempre più in difficoltà. Nel frattempo, in Abruzzo, dopo avere avuto la sospensione delle tasse dal 2009 al 2011, tutti godranno del condono del 60 per cento, mentre il restante 40 per cento si potrà pagare in 120 rate. In Emilia, no. In Emilia si è dovuto costruire una normativa senza precedenti, non essendo mai accaduto che un terremoto colpisse un'area a così alta densità produttiva. Ma se, come pare, i moduli per le domande ci saranno dal 29 ottobre, c'è anche da ricordare che la seconda scossa c'è stata il 29 maggio, cinque mesi fa: un'eternità, per imprese senza certezze finanziarie e produttive che si trovano davanti adempimenti più che problematici. Non c'è allora da stupirsi se fra le imprese della Bassa, a cominciare da Novi e Rovereto, stia montando una certa esasperazione.

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Su TerreMotosto ( blog.quotidiano.net/saracino ):

Storie di ordinaria burocrazia ( di Silvia Saracino )



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