09/01/13

Vuoi vedere che avevano ragione quei secchioni di Progetto Comune Novi, in merito al comune unico ? E che qualcuno progetta un colpo di stato locale ?

E Che c'entra, si chiederà qualcuno ? Partiamo da qui, da questo pezzetto del loro programma elettorale:

Fonte: http://www.progettocomunenovi.it/Programma%20amministrativo.pdf

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Terre d'Argine 
Il trasferimento in Terre d'Argine non solo di innumerevoli servizi, ma anche delle materie a maggiore impatto sociale, quali i servizi educativi, scolastici, sociali ed alla persona, hanno reso impossibile scindere all'interno delle future scelte l'aspetto tecnico da quello politico.


 Le nostre proposte:
4. Il Comune unico, nella salvaguardia delle singole municipalità, è  lo strumento politico attraverso cui rilanciare i diversi territori e garantire contemporaneamente una corretta gestione delle specifiche criticità.

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Tra le problematiche attuali ( Sisma ) e le politiche 2013, è sfuggito ai più, il MANCATO COLPO DI REGIONE ( tipo colpo di Stato ), IL TENTATIVO DI AFFOSSAMENTO DELLA DEMOCRAZIA, L'ATTENTATO ALLA RAPPRESENTANZA DEMOCRATICA POPOLARE ....

Sto esagerando ? Sto facendo " il Boldrin ? " . No. Si legga l'articolo sotto. E si avvii un dibattito ( Pesante, non solo qui sul blog, ma a mezzo stampa) Magari già nel 2014 sciogliamo il comune di NOVI e andiamo a elezioni comuni con CARPI, SOLIERA, e CAMPOGALLIANO. E gli ex-comuni saranno come le circoscrizioni modenesi, ad esempio. In realtà per via del sisma, è meglio di no, ora. Ma se andasse avanti il disegno di legge ....

Davide Boldrin

Fonte: www.voce.it


Verso il Comune unico non eletto dal popolo - La proposta di legge regionale 
Carpi - ­Tutta l'operazione di riordino delle Province contenuta nel decreto legge n. 95/2012 noto come Spending review, come si sa è stata congelata dalla crisi di Governo e chissà quando ritornerà nelle aule parlamentari. Ma visto il modo in cui la Regione Emilia Romagna si apprestava a tradurla in un proprio progetto di legge, verrebbe da dire che è meglio così. Almeno per quel che riguarda la complicata questione delle Unioni dei Comuni che, nelle intenzioni del legislatore regionale, verrebbero confermate nella loro natura di enti di seconda nomina, pur diventando dei veri e propri nuovi Enti locali, risultanti dalla fusione dei Comuni che le hanno generate.

Ma andiamo con ordine.

La Giunta dell'Emilia Romagna ha preso i decreti legislativi Salva Italia del 2011 e sulla Spending review di quest'anno e vi ha imbastito su il proprio progetto di legge "Misure per assicurare il governo territoriale delle funzioni amministrative, eccetera". Il progetto comprende 32 articoli, ma quelli che interessano più da vicino Carpi e i Comuni limitrofi si ritrovano al Titolo II "Individuazione degli ambiti territoriali ottimali e norme sull'esercizio associato delle funzioni comunali".

Gran parte del titolo è dedicata alle Comunità montane, ma quando si arriva all'Unione dei Comuni è difficile non fare un salto sulla sedia, leggendo, all'articolo 22, che "...il conferimento delle funzioni comunali alle Unioni comporta che le funzioni che la legge attribuisce ai Sindaci, ivi inclusa la sottoscrizione di accordi di programma e altri accordi, sono esercitate dal Presidente dell'Unione, salvo quelle spettanti al Sindaco quale ufficiale di governo". Altro salto al seguente passaggio dello stesso articolo: "I compiti e le funzioni che per legge spettano ai Consigli comunali sono esercitati, in caso di conferimento all'Unione, dal Consiglio dell'Unione, fatto salvo il rispetto degli indirizzi impartiti dai Consigli comunali. Le funzioni della Giunta comunale sono esercitate, in caso di conferimento, dalla Giunta dell'ente associativo".

Non si comprenderebbero completamente le conseguenze di simili formulazioni, se non si ricordasse che lo spirito dell'intero progetto di legge, per quanto riguarda le Unioni, è riassunto in un preciso comma dell'articolo 3: "La Regione incentiva la costituzione delle Unioni di Comuni in luogo delle convenzioni e promuove in via prioritaria i processi di fusione", mentre più oltre si legge che, al contrario, "...non sono incentivate le mere convenzioni e associazioni intercomunali".

Avete letto bene: fusione. ( N.d.Boldrin: Ma fusione NON DEMOCRATICA ! )Mai prima d'ora la Giunta regionale ne aveva parlato così esplicitamente, visto che in precedenti testi di legge il termine era stato limitato ai processi di integrazione fra i Comuni più piccoli.


La fusione senza più ordini di grandezza sgombra invece il campo da ogni ambiguità: i Comuni sono incoraggiati a intraprendere il cammino del Comune unico, punto e basta. Questo Comune unico finirà per esautorare completamente i Sindaci ai quali resteranno solo i poteri da ufficiali di governo (atti relativi all'ordine pubblico, alla pubblica sicurezza e alla polizia giudiziaria, adempimenti per la leva militare e la statistica, tenuta dei registri di Stato civile). E mentre il vero Sindaco, quello "politico" che amministra e governa il territorio, sarà impersonato dal Presidente dell'Unione, gli attuali Sindaci si trasformeranno in una sorta di prefetti in sedicesimo. La stessa cosa avverrà per i Consigli e le Giunte comunali, i cui poteri - almeno negli intenti della Regione Emilia Romagna - verranno esercitati dal Consiglio e dalla Giunta dell'Unione. Se il testo restasse questo, lo svuotamento degli organi elettivi - Sindaco e Consiglio - sarebbe totale e, verrebbe da aggiungere, decisamente anticostituzionale, visto che i cittadini verrebbero chiamati a votare per degli alias, delle ombre, delle semplici parvenze di potere. Tutto questo trova peraltro una giustificazione nel Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali del 2000, che la Regione richiama e dove si legge che gli Statuti delle Unioni debbono prevedere che gli organi "...siano formati dai componenti delle Giunte e dei Consigli dei comuni associati, garantendo la rappresentanza delle minoranze".
Nel contempo, lo stesso Testo unico mantiene l'istituto dell'elezione del Sindaco e del Consiglio comunale. Solo che, aprendo alle Unioni nel modo inteso dall'Emilia Romagna i cittadini andranno a eleggere dei gusci vuoti.
Che cosa ci voleva a trasferire invece l'eleggibilità popolare al nuovo ente Unione? Perché ostinarsi a ritenerlo di seconda nomina? Un bel guazzabuglio: così vanno le cose quando i cambiamenti nell'organizzazione dello Stato vengono introdotti solo per tagliare delle spese e non in base a un disegno organico di riforma.

2 commenti:

  1. Caro Boldrin,
    Vedi se ti ricordi 2 anni fa io sui giornali ho tirato fuori questo problema e ci ho visto giusto ora il pd toglie la maschera allora solo Dalle Ave ha avuto il coraggio di dire che il fine ultimo era il comune unico la giunta e gli altri consiglieri si sono affrettati a smentire e a dire che non era nei loro piani oggi si scopre un'altra veritá.
    Come consigliere di Campogalliano dico di no al Comune Unico e se proprio devo diventare frazione lo divento di Modena almeno ci sono le strade
    ROSSI FILIPPO
    LEGA NORD PADANIA
    CAMPOGALLIANO

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  2. Ti dirò, caro Fillo, che in effetti anche io mi son sempre chiesto, in che ottica c'entri Campogalliano .... Comunque la cosa non va sottovalutata. O l'autonomia totale o L'UNIONE DEMOCRATICA. Intanto son sospesi i lavori, per via della Spending RRVV ( come il telecomando ....) , ma secondo me, occorre "sbaccanare", in merito...

    Buldrein

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