24/04/15

La storia del partigiano Davide Boldrin, detto “ Selvatico “.

Questa è la storia di Selvatico, un partigiano di cui non leggerete mai, nei libri di storia.
Ma proprio mai.


    SELVATICO.


Selvatico era un giovane a cui della politica non interessava un granché. All'osteria di San Marino di Carpi, era conosciuto perché quando entrava, gridava sempre “ Chè ag vol dal grano ! “. Aveva persino fatto amicizia con alcuni soldati tedeschi, ripromettendosi di andarli a trovare una volta terminata la guerra in corso. Alcuni erano suoi coetanei appena sposati, con le mogli incinte, che per obbedire al Fuhrer, si trovavano li, catalputati in Italia. Il Podestà del posto, una brava persona amico di famiglia di lunga data, lo aveva preso in simpatia, sapeva che era il classico che non si interessava di politica, e in segreto condivideva con lui le barzellette su Mussolini. Una volta la ronda fascista, lo arrestò in osteria per una di queste barzellette. Il podestà lo fece subito rilasciare, chiedendogli però di usare prudenza. Era dura tenere a freno le teste calde. Generalmente i comunisti, non vedevano di buon occhio questo approccio sbarazzino del Selvatico. Alcuni di loro lo etichettavano come fascista convinto. Chi dei comunisti lo conosceva però, se la rideva di gusto quando qualcuno dei loro compagni diceva che “ il Selvatico dell'osteria, è sicuramente un fascista “. Erano note le sue ironie su Mussolini ( il tappo-botte ), che i fascisti, avrebbero voluto prima o poi, fargli “ purgare “ … e i più conoscevano quelle su Hitler ( il tappo-baffo), ma lui stava attento, perché sapeva che i TETESCHI ( come li chiamava lui..) erano assai permalosi. Il Selvatico dava l'impressione di essere uno superficiale. In realtà egli aveva ben presente il dramma che si stava consumando e che l'Italia era invasa. Per lui le persone, gli amici e i conoscenti, erano tutti uguali, in fondo. Mal sopportava sia il fascismo, che la “ rivalsa “ socialista che serpeggiava. Per lui, l'importante era avere il grano e il fieno per sfamare le vacche della stalla dei genitori. Avrebbe voluto metter su moglie e figli, lavorare, ampliare la stalla, ecc. Vivere in pace, insomma. E passare il tempo libero all'osteria. Un giorno, nel Luglio del 1943, il nostro, sentì gente urlare di Giubilo nei campi. Gli dissero che Mussolini era decaduto e che il generale Badoglio era il nuovo capo del governo. Al che egli sbotto: “ Ma chi, quel coglione della disfatta di Caporetto ? E adesso cosa succederà ? “ . Ovviamente tutti i festanti, lo apostrofarono come un povero idiota. La notte successiva, un soldato tedesco amico suo gli ruppe le scatole, avvisandolo che sarebbero stati nemici. E gli consigliò di scappare da qualche parte. Il nostro capì che tirava una brutta aria. E decise di scappare nel reggiano da alcuni amici suoi. Uno di questi era un prete, Don Domenico Orlandini. E da questo si fece far su, e nel giro di poco, divenne un partigiano. La storia sarebbe lunga da raccontare. Per non annoiare i lettori, sintetizzeremo. Il Selvatico era tremendo e audace nelle battaglie. Sparava come un folle, ma aveva la “ fissa “ di sparare mirato. Non voleva uccidere. Anche se una volta gli venne la tentazione verso un tedesco che era complice di un massacro per rappresaglia. Diede sempre la disponibilità ai superiori per accompagnare alcuni prigionieri, in scambi con il nemico. Una volta in uno scambio di questi, i prigionieri in mano ai tedeschi erano alcuni militanti delle SAP. E a costoro, fatto lo scambio, diede la possibilità di fuggire subito dopo per raggiungere i loro compagni, senza passare " a processo " presso la locale Brigata Garibaldi. Che il nostro, non amava un granché, nonostante la collaborazione. Fu Don Domenico che poi  “ processò “  Selvatico,  dicendogli”: “ Perché li hai lasciati andare ? Non ci credo che ti hanno aggredito “ . Il nostro rispose: “ Hanno i loro compagni. Devono poter stare con loro “. E Don Domenico: “ Sei proprio … Selvatico “. Dopo la liberazione, il Selvatico era nella lista dei comunisti, tra quelli da eliminare. Lo ritenevano pericoloso perché difficilmente omologabile. E lui un giorno si presentò alla neo-sezione del PCI, dicendo che se avessero voluto farlo fuori, era il momento giusto. Non fosse che qualcuno portava rispetto. E gli domandò cosa pensasse del comunismo. Egli rispose che squadristi e nuovi poliziotti partigiani, gli sembravano identici. E che invece del nero, ora, c'era il rosso. Il caposezione, pur rispettandolo, estrasse la pistola indignato, urlando “ RIPETILO SE HAI IL CORAGGIO !! RIPETILO !! “. Beh... li il selvatico si cagò addosso davvero … Entrò poi uno di quelli che lasciò scappare, quella volta dello scambio. Egli raccontò ai compagni dell'episodio. Il patteggiamento fu la garanzia del selvatico, di non occuparsi di politica. Ed egli diede la sua parola, facendogli presente che gli dava sui nervi anche troppo, quel tipo di “ politica “. Passarono gli anni, la DC prese il potere, ecc. ecc. Poi passarono altri anni. E al Selvatico, piacque presentarsi come candidato sindaco della DC , a Carpi, in FIAT 600. Non lo divenne, ovviamente. Ma divenne incisivo. Qualche compagno disse “ era meglio farlo fuori “. Qualcuno gli fece notare che non aveva mantenuto la parola. Il Selvatico rispose: “ pensaci, vi dissi QUEL TIPO DI POLITICA. Questa invece, mi piace. " Infine però, anche i compagni, furono contenti che al posto di altri, ci fosse lui. 

THE END.


Questo è un racconto di fantasia. Ogni riferimento a persone realmente esistite NON E' CASUALE. Invece a fatti eventualmente accaduti, si .  



Davide Boldrin

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