Non mi dilungherò. Preciserò
solamente che non sono cosi “ ostile “ ad un riconoscimento
giuridico su coppie DIVERSE dalla famiglia. DIVERSE appunto. Ma i
matrimoni gay, altro non sono che il preludio alla mercificazione umana,
come nel caso riportato sotto.
Davide Boldrin
Davide Boldrin
La
comunità Lgbt (lesbica, gay, bisessuale, transessuale per chi non
fosse aduso all’acronimo ormai di moda) la chiama confidenzialmente
“gpa”. Sta per “gestazione per altri” ed è il tentativo di
dare un nome asettico ad una delle più grandi vergogne della
contemporaneità raccontata invece come un decisivo elemento di
progresso: l’affitto dell’utero di donne bisognose di denaro per
portare a compimento gravidanze che la natura rende impraticabili,
strappando poi il bambino pochi minuti dopo il parto e dopo un primo
contatto tranquillizzante con il corpo della madre, per consegnarlo
di solito ad una coppia di omosessuali benestanti che giocheranno a
fare i genitori. Finché ne avranno voglia.
Ho
già raccontato la vicenda di Elton John e del suo compagno,
desiderosi di essere papà e mamma, anzi, come si dice oggi nell’era
del politicamente corretto “genitore 1″ e “genitore 2″.
Poiché la biologia non rende possibile, per quanti sforzi possano
essere compiuto, la nascita di un figlio per via naturale alla coppia
in questione, nel tempo in cui tutto si compra loro si sono comprati
un utero di una donna, che ha portato avanti la gravidanza dopo
essersi fatta fecondare dallo sperma dei due mescolato, in maniera
che al bimbo sia accuratamente vietato sia di avere contatti con la
madre sia di sapere chi biologicamente sia suo padre.
Il
racconto della nascita di questo bambino, che si chiama Zac, è di
una violenza estrema e invece è stato incartato in “cool”
patinato in tutto il mondo. Zac viene adagiato sul corpo della madre
(tutti i giornalisti aggiungono “biologica”, in realtà è la
madre punto e basta) e cerca immediatamente il suo seno. A questo
punto, e il racconto di tutti coloro che assistono al momento del
distacco tra il figlio e la madre “affittata” è concorde su
questo elemento, in un clima di estremo imbarazzo il neonato che ha
pochi minuti di vita viene strappato a forza al petto della mamma e
consegnato a Elton John e il suo compagno, che se lo portano via. In
numerose interviste il cantante britannico ha ripetuto che per due
anni il bambino non ha fatto che piangere, un pianto inconsolabile,
al punto che grazie alle decisive provviste di denaro Elton John
decise di far prelevare dal seno della “madre biologica” (che per
inciso vive a diecimila chilometri di distanza da Londra) il latte e
farlo arrivare quotidianamente via jet privato in Inghilterra, per
provare a lenire la sofferenza del piccolo Zac.
Io
non so cosa ne pensiate voi. Io penso che tra quella coppia di ricchi
gay e il dolore di quel bambino strappato alla madre, qualsiasi
persona di buonsenso sta con il bambino. Il diritto da tutelare è
quello del bambino che non conoscerà mai la madre per un capriccio
di due che padre e madre non potevano e non potranno mai essere.
La
questione della gestazione per altri riguarda poi in maniera
determinante il tema della dignità della donna. Come possono le mie
amiche di sinistra non offendersi sapendo che esistono parti del
mondo, in particolare nei paesi dell’Est europeo e in India, dove
sono state costruite vere e proprie “fabbriche di bambini” con
centinaia di donne trasformate in incubatrici viventi e umiliate a
suon di dollari, euro e sterline nella loro dimensione più
intimamente femminile, quella della maternità? Come può essere
accettabile ad un contesto civile questo scempio? Come può essere
accettabile che a migliaia di bambini sia negato il diritto a
conoscere la propria madre, perché i contratti che vengono stipulati
vietano espressamente i contatti tra i nascituri e le donne che li
hanno portati alla vita?
Per
fortuna in Italia la gestazione per altri o maternità surrogata è
per ora ancora vietata dalle legge. Questo divieto è raccontato, in
particolare a sinistra, come una orribile limitazione della libertà
individuale e della coppia. A mio avviso è segno di civiltà ed è
uno dei motivi per cui va difesa la legge 40, vedi il capitolo
precedente. Resta comunque legale anche per le coppie italiane,
omosessuali o eterosessuali sterili, utilizzare la vergogna
dell’affittare uteri all’estero e rientrare con il figlio, che
però poi in alcuni casi ha rischiato di non veder riconosciuta la
cittadinanza ed è per questo stato sottoposto ad ulteriore stress.
Si
è riusciti a commercializzare tutto, persino la maternità. E’ il
segno più barbaro del triste collasso valoriale della
contemporaneità. Invece di stare con le donne più deboli, pagarle
per trasformarle in macchine e violare il loro essere madre con
l’atto violento di strappare poi il bambino neonato e vietare ogni
contatto per via contrattuale. Nessun diritto ad avere una madre, si
arrangi con quelli che l’hanno comprato come avrebbero fatto con
una pietanza scaldata al microonde al supermercato. Cosa potete
immaginare di peggio?
Fonte: CAP.
10 LA VERGOGNA DELL’AFFITTARE UTERI – VOGLIO LA MAMMA – di
Mario Adinolfi
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