Ricevo da http://www.rinnovamentopernovi.it/ e pubblico:
L'esperienza più celebre di bilancio partecipativo si è avuta a Porto Alegre (Brasile), città di 1,3 milioni di abitanti. L'esperienza di Porto Alegre ha avuto inizio nel 1989. Il fine era quello di permettere ai cittadini di partecipare allo sviluppo ed alla elaborazione della politica municipale. In Italia, il Bilancio partecipativo ha avuto una decisa diffusione, soprattutto nei comuni dell'Italia centrale, a partire dalla fine degli anni'90. La buona riuscita di questo strumento, infatti, spesso necessita di una certa stabilità politico-amministrativa e di una volontà di coinvolgimento che va ben oltre gli attori politici.
COS’E’ IL BILANCIO PARTECIPATIVO?
Il Bilancio Partecipativo o partecipato è una forma di partecipazione diretta dei cittadini alla vita della propria città (democrazia diretta).
E’ un processo innovativo che coinvolge le cittadine e i cittadini sia sui problemi che interessano il proprio quartiere, sia sulle scelte strategiche del paese contribuendo così all’elaborazione del bilancio comunale.
PERCHE’ IL BILANCIO PARTECIPATIVO?
Sono sempre di più, nel mondo ed in Italia, le amministrazioni locali che si stanno cimentando in questa pratica di democrazia dal basso.
Esperienze diverse fra loro, ma con un fine comune: promuovere un’idea forte e coinvolgente di cittadinanza che includa anche chi abitualmente non partecipa alla vita politica del suo paese.
CHE OBIETTIVI SI PONE?
Attraverso questo nuovo strumento la cittadinanza è chiamata a muoversi congiuntamente per:
•identificare i problemi da risolvere;
•stabilire quali sono le priorità:
•quali gli investimenti da realizzare:
•esaminare la loro compatibilità con le risorse finanziarie disponibili.
Il Bilancio partecipativo non deve essere letto come una “delega di responsabilità” ai cittadini da parte dell’Amministrazione, esso costituisce piuttosto un “riequilibrio di responsabilità” nella gestione del tuo paese.
Ogni Comune ha un Bilancio Partecipativo diverso per natura e sviluppo; non esiste, però, una ricetta esportabile e valida per realtà diverse: ogni collettività deve trovare a suo modo l’applicazione “sociale” di tale pratica.
Nonostante i suoi molteplici benefici il Bilancio Partecipativo è una sfida ambiziosa, poiché significa anzitutto decidere insieme ai cittadini cosa si vuole realizzare e, sempre insieme, progettarlo.
CHI COINVOLGE?
Tutti i cittadini residenti nel Comune di Novi di Modena, Italiani e stranieri
La partecipazione si realizza innanzitutto su base territoriale: il paese è diviso in circoscrizioni o quartieri.
Nel corso delle assemblee o riunioni pubbliche la popolazione è invitata a precisare i suoi bisogni e a stabilire delle priorità in vari campi o settori:
•opere pubbliche
•ambiente e territorio
•sport,cultura, politiche giovanili
•politiche sociali ecc..
A questo si aggiunge una partecipazione complementare organizzata su base tematica attraverso il coinvolgimento delle associazioni di categoria, del volontariato, dei sindacati, imprenditori, studenti ecc.
I rappresentanti dell’Amministrazione ( Assessori, Consiglieri, Responsabili degli Uffici) sono presenti a tutte le riunioni come supporto di informazioni tecniche, legali, finanziarie
CONCLUSIONE:
In Italia 6 cittadini su 100 sono iscritti ad un partito; di questi 6 negli ultimi anni solo 3 hanno dichiarato di avere preso parte almeno una volta a una riunione di partito; nei fatti solo l’1% svolge un’attività politica.
A meno che si ritenga che il partecipare ogni 4-5 anni a tornate elettorali sia esaustivo nel garantire la reale rappresentività della democrazia delegata.
Per invertire la rotta dobbiamo dunque riappropiarci collettivamente di nuovi spazi, di buone pratiche, di buon governo.
“Lavorare per il rispetto della Costituzione e della sua piena applicazione. Precondizione questa per consentire a tutti i cittadini la partecipazione effettiva alla gestione della cosa pubblica”.Per ottenere questo obiettivo la capacità decisionale deve essere riconsegnata nelle mani dei cittadini.
Crediamo sia necessario promuovere e diffondere le forme della democrazia diretta, accanto e insieme alle istituzioni della democrazia delegata.
E’ necessario creare consapevolezza e responsabilizzazione popolare, per fare da argine alla debolezza della politica.
Privilegiare il ruolo attivo del cittadino, con la propria autonomia di pensiero, la sua intelligenza, la sua capacità critica, potrà contribuire alla costruzione di una società fondata sui valori di equità, giustizia e libertà.
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