Quest’ultimo
terremoto, del quale ancora subiamo le scosse, è solo l’ultimo di una lunga
sequenza che sono stati documentati dai cronisti/storici carpigiani. Di quello
dell’Ottobre del 1996, di cui lo scrivente ne ha vivida memoria in quanto si
trovava proprio nei vecchi locali dell’Archivio Storico Comunale, situati
nell’ultimo piano del Castello, e che ha prodotto molti più danni dell’attuale,
se ne possono ancora osservare le tracce in alcuni faldoni di vecchi documenti
che, apertili, hanno lasciato cadere dei piccoli frammenti di intonaco,
nonostante il trasloco dell’Archivio avvenuto nel 2001.
Avendo a
disposizione per consultazione quasi tutte le Cronache dei secoli passati, lo
scrivente ha voluto stilare la seguente cronostoria, riportando fedelmente le
parole e i commenti del cronista dell’epoca.
Alcune di
queste informazioni, soprattutto quelle relative alla Cronaca di Don Tirelli,
sono di provenienza delle ricerche di Luciana Nora.
Anno 1117
Anno 1118
Anno molto
doloroso per freddo, carestia e peste e terremoto.[3]
Anno 1249
Si fe’ sentire
per tutto il Modenese e paesi circonvicini con non pochi danni dei tetti e
delle case, uno spaventevole terremoto.[4]
Anno 1276
Forti scosse
di terremoto con danni ai fabbricati.[5]
Anno 1474
Forte
terremoto, suonano a tocchi le campane.[6]
8 Novembre
1570
Notta come il
terremoto cominciò a tirare del 1570 a dì 8 Novembre e ruinò delle quattro
parti di Ferrara le tre, et fino alli 13 di Dicembre seguitava ancora fino ah
hora che è alli 9 di Febbraio 1571.[7]
19 Marzo
1624
Il terremoto
produce guasti alla fabbrica del Duomo.[8]
3 Luglio
1638
[1] In quel Periodo il
territorio di Carpi faceva parte della Lombardia o Longobardia.
[2] Archivio Storico Comunale
Carpi , Archivio Guaitoli, F. 246.3, c. 23, Cronaca Tornini.
[3] Archivio Storico Comunale
Carpi , Archivio Guaitoli, F. 246.3, c. 23, Cronaca Tornini
[4]Archivio Storico Comunale
Carpi , Archivio Guaitoli, F. 246.3, c. 29, Cronaca Tornini.
[5] Elenco ms di Don Ettore
Tirelli, dal titolo “Terremoti di Carpi” (prov. Nora).
[6] Ibidem.
[7]Archivio Storico Comunale
Carpi , Archivio Guaitoli, F. 230. c. 157 – Atti degli Arcipreti per la Chiesa
di Carpi.
[8] Elenco ms di Don Ettore
Tirelli, dal titolo “Terremoti di Carpi” (prov. Nora).
Essendo
necessario raccomodare la Torre[1] la
quale per il terremoto passato minaccia qualche ruina, li predetti Signori[2]
decretarono che si raccomodasse pigliando denari dalli Esattori Rebecchi e
Rocchi incaricando il Sig. Massaro a farne fare quanto occorrerà. [3]
20 Aprile
1661
Fu esposto
come per il terremoto prossimo passato si sia alquanto rotto il volto[4]
che è sopra l’altare di S. Pietro [della Chiesa del Duomo] similmente come il
volto della nave[5] di mezzo haveva dato una
gran crepatura in grave pregiudicio della stessa fabbrica e fu ordinato che si
provvedesse, et inoltre che si risarcisse la lanterna o cupola di S. Pietro e
che si faccino li tellari[6]
per porvi il campanello[7] su
la lanterna.[8]
20 Giugno
1671
In giorno di
Sabato alle ore 14[9] si sentì un terribile
terremoto in Carpi e maggiore fu in Modena che fece cadere perfino la campana
dell’orologio et altri mali.[10]
7 Maggio
1672
Si fece una
processione generale di penitenza con tutte le Compagnie[11] a
piedi scalzi finiti parte con croci sulle spalle e cinti di ruvide corde ai
lombi, con discipline[12]
di ferro taglienti e corone di spine in capo e tutto fatto per impetrar da Dio
la sua misericordia in caso di uno spaventoso terremoto tirato in Rimini a
fattosi sentire bene anche nella nostra città, con altre devozioni, prediche,
oratorii di penitenza e comunioni generali.[13]
Anno 1674
Memoria delle
funtioni fatte in Carpi l’anno 1674 di pubblica penitenza con l’occasione del
terremoto seguito in Rimini.[14]
10 Luglio
1688
Si è fatta una
processione col Venerabile per la città di Carpi per il terremoto e Mnonsignor
Illustrissimo[15] diede la santa
benedizione stando sulla porta maggiore della chiesa del Duomo, il giorno di
sabato la sera.[16]
23 Febbraio
1695
Si sentì nella
Terra di Carpi un gran strepito di terremoto alle ore 12 e ½ circa.[17]
[1] Intendesi la torre
campanaria, quella di fianco alla chiesetta della Sagra.
[2] I governanti del Comune di
Carpi.
[3] Archivio Storico Comunale
Carpi , Archivio Guaitoli, F. 230, c. 404 – Atti degli Arcipreti per la Chiesa
di Carpi
[4] Indendesi la volta.
[5] Intendesi la navata
centrale.
[6] Intendesi telai.
[7] Intendesi il piccolo
campanile.
[8] Archivio Storico Comunale
Carpi , Archivio Guaitoli, F. 230, c. 483 – Atti degli Arcipreti per la Chiesa
di Carpi, dal libro dei decreti della Fabbrica del Duomo.
[9] Il computo dell’ora non è
come quello attuale, ma come si misuravano allora, secondo le ore canoniche.
[10] Archivio Storico Comunale
Carpi , Archivio Guaitoli, F. 230, c. 540 – Atti degli Arcipreti per la Chiesa
di Carpi – Dal Giornale di Alfonso Piccioli.
[11] Le varie Confraternite
laicali e religiose della città.
[12] Fruste.
[13] Archivio Storico Comunale
Carpi , Archivio Guaitoli, F. 230 – Atti degli Arcipreti per la Chiesa di Carpi
[14] Archivio Storico Comunale
Carpi , Archivio Guaitoli, F. 230, c. 509 – Atti degli Arcipreti per la Chiesa
di Carpi
[15] L’Arciprete ordinario
della diocesi, Mons. Alessandro Bellentani.
[16] Archivio Storico Comunale
Carpi , Archivio Guaitoli, F. 230.2, c. 123 – Atti degli Arcipreti per la
Chiesa di Carpi – Dal Giornale di Alfonso Piccioli.
[17] Archivio Storico Comunale
Carpi , Archivio Guaitoli, F. 181, alla data, Cronaca Piccioli
Anno 1730
Fecesi dippiù
sentire il terremodo con alcune scosse.[1]
23 Febbraio
1760
La notte
successero tre scosse di terremoto cioè una sulle ore 5 italiane, ma mediocre,
un’altra alle 7 di notte quale fu molto gagliarda e l’altra avanti le 10 assai
gagliarda, cosa molto grande di maniera che alla mattina si ritrovarono varie
porte di botteghe aperte, fra l’altro la Spezieria Sacchetti serrata tutta che
scrocciò di tal maniera che non potevano entrare se non col fare dello sforzo
con martelli.[2]
15 Dicembre
1761
In giorno di
martedì verso le ore 24 ½ (sic) successe una grande scossa di terremoto che
spaventò tutto il popolo di Carpi.[3]
3 e 5
Gennaio 1775
Si sentirono
scosse di terremoto ma solo la prima fu alquanto sensibile.[4]
1° Maggio
1778
In venerdì
alle ore 3 minuti 50 si sentì una orrenda scossa di terremoto di lunghezza
quesi sette minuti (sic), e dal primo fino al giorno lunedì 11 Maggio fuori di
Carpi a Rovereto specialmente quasi ogni giorno ne scoppiaron varie scosse, ma
il suddetto giorno 11 alla stessa ora se ne sentì una più orribile non solo con
ondulazione ma con sussulto, che tutta la città restò in spavento e surò più di
sette minuti, ma la Dio grazia, senza danno alcuno.
Immediatamente
il giorno 12 Maggio con l’intervento del Pubblico[5] e
con concorso straordinario di popolo si cominciò un triduo davanti alla
miracolosa immagine dell’Assunta in Duomo, affin di placare con questo mezzo
l’ira di Dio.
S’andaron
sentendo dette scosse non solo per tutto il mese di Maggio interpolatamente, ma
ancora per tutto Giugno e quasi sempre verso l’ore 3 di mattina, ed ore 6, ora
leggiere ed or gagliarde, di modo che gli abitanti della Villa di Rovereto e
tutti quelli della Concordia dormivano a cielo aperto non fidandosi di stare
nelle proprie case. La torre detta della Sacchella fortissima e antichissima,
totalmente ruinò e per tale occasione fu demolita. Durò questo tremendo castigo
interpolatamente fino ai 25 Agosto, succedendo una notte con vento così impetuoso,
che sembrava volesse schiantare arbori e case, e in mezzo a tal turbine si
sentì l’ultima scossa più che mai gagliarda.[6]
16 Luglio
1781
Scoppiò il
caldo eccessivo de’ giorni passati con tuoni e saette, una delle quali
maltrattò notabilmente la torre di S. Francesco, ed il giorno dopo fecesi
sentire anche il terremoto.[7]
19 Agosto
1784
Alle ore 4 e ¾
incirca si sentì gagliarda scossa di terremoto, proveniente da Levante e si
levò un turbine fra Migliarina e Budrione dalla parte di sera, che atterrò e
squarciò molti alberi, massine nella possessione de’ Signori Marchesi
Montecuccoli, detta Savana, ed in città scoprì il tetto della cupola del Duomo.[8]
[1] Archivio Storico Comunale
Carpi , Archivio Guaitoli, F. 246.3, c. 138, Cronaca Tornini
[2]Archivio Storico Comunale
Carpi , Archivio Guaitoli, F. 217, alla data, Cronaca Cabassi.
[3] Archivio Storico Comunale
Carpi , Archivio Guaitoli, F. 217, alla data, Cronaca Cabassi
[4] Archivio Storico Comunale
Carpi , Archivio Guaitoli, F. 217, alla data, Cronaca Cabassi
[5] Intendesi i Pubblici
Amministratori del Comune.
[6] Archivio Storico Comunale
Carpi , Archivio Guaitoli, F. 230.2, c. 356 – Atti degli Arcipreti per la
Chiesa di Carpi
[7] Archivio Storico Comunale
Carpi , Archivio Guaitoli, F. 217, alla data, Cronaca Cabassi
[8] Archivio Storico Comunale
Carpi , Archivio Guaitoli, F. 246.3, Cronaca Tornini, alla data.
28 Agosto
1788
Alle ore 7 ¾
della sera si sentirono due grosse scosse di terremoto una dopo l’altra.[1]
12 Febbraio
1806
Questa notte
furono percosse dal flagello del terremoto: molte fabbriche patirono per la
grossa ondulazione; e molte persone che dormivano si spaventarono. La torre
maggiore anche essa soffrì molto ed una di quelle quattro torrette cioè quella
fra settentrione e ponente si ruppe e le cadette la cima col pomo e sua croce
di ferro. Tanti camini cadettero. Questo si fece sentire più volte e non
passavano due o tre ore che si scuoteva la terra e fabbricati. Molti di questa
città nella notte si mettevano a dormire nelle carrozze in mezzo alla piazza,
od in mezzo a dei prati per paura che potessero cadere delle case. In quasi
tutte le Chiese facevano preghiere, tridui ed orazioni.[2]
22 Novembre
1809
La notte de’
21 al 22 alle ore 12 m. 19 circa dopo la mezzanotte si sentì una forte scossa
di terremoto.[3]
25 Dicembre
1810
Nella notte
del Natale all’ora 1 e ¾ tirò una ben lunga scossa di terremoto ondulatorio,
non successe alcun male ma però una grande paura.[4]
14 Luglio
1811
Alle ore 11 e
¾ della sera si sentì una scossa forte di terremoto.[5]
9 Dicembre
1818
Alle ore otto
della sera tirò due grandi scosse di terremoto quali diedero molto danno a
diverse case, ma poi, previo un grande timore altro fecero.[6]
9 Ottobre
1828
Alle ore 3 ½
circa dopo mezzanotte è tirato una scossa di terremoto, ma però senza danno.[7]
14 Maggio
1831
Alle ore 4 e ¾
antimeridiane si sono sentite due scosse di terremoto.[8]
11
Settembre 1831
Questa sera
alle ore 7 e un quarto è stata sentita un piuttosto grossa scossa di terremoto
quale ha fatto suonare un piccolo botto all’orologio della piazza; però non ha
fatto nulla di danno ai fabbricati salvo la caduta di alcuni camini.[9]
11 Marzo
1832
Alle ore 8
della mattina è stata sentita una ben lunga e grossa scossa di terremoto e sono
caduti molti camini: ed alle ore 10 altra grossa scossa si sentì pure.[10]
[1] Archivio Storico Comunale
Carpi , Archivio Guaitoli, F. 217, alla data, Cronaca Cabassi
[2]Giuseppe Saltini, Cronaca di Carpi (1796-1863), Modena 2005,
pag. 114.
[3] Giuseppe Saltini, Cronaca di Carpi (1796-1863), Modena 2005,
pag. 125
[4]Giuseppe Saltini, Cronaca di Carpi (1796-1863), Modena 2005,
pag. 128.
[5] Ibidem, p. 130
[6] Ibidem, p. 159
[7] Ibidem, p. 210
[8] Ibidem, p. 233
[9] Ibidem, p. 235
[10] Ibidem, p. 238
12 Marzo
1832
Questa mattina
prima delle ore 10 altra scossa grossa di terremoto, ma molto.[1]
14 Marzo
1832
Seguita
sentirsi scosse di terremoto.[2]
26 Marzo
1832
Seguitasi
sentire piccole scosse di terremoto.[3]
3 Aprile
1832
Si va pure
sentendo piccole scosse di terremoto.[4]
16 Aprile
1832
Si sentono
ancora piccole scosse di terremoto.[5]
17 Giugno
1832
Alcune volte
si è sentito qualche scossa di terremoto però piccole e quasi insensibili.[6]
24 Marzo
1833
Alle ore 9 e
minuti 20 si sono sentite tre scosse di terremoto.[7]
15 Febbraio
1834
Ieri cioè
giorno 14 si è sentita una piccola scossa di terremoto alle ore 2 ½ del
dopopranzo.[8]
4 Ottobre
1834
Alle ore 7 e
minuti 58 della sera, piccola scossa di terremoto.[9]
12 Giugno
1836
Alle opre 3 e
¾ dopo la mezzanotte si è sentita una scossa di terremoto ondulatoria.[10]
11 Aprile
1837
Oggi alle ore
45 e 50 minuti pomerid. Si sono sentite due scosse di terremoto, ma lievi.[11]
31 Gennaio
1840
Si è sentita
alle ore 8 pomeridiane piccola scossa di
terremoto.[12]
15
Settembre 1845
In questa
notte e precisamente alle ore 11 e 30 minuti, e così prima della mezzanotte, si
è sentita una scossa di terremoto però lieve, ed è stato ondulatorio e nulla
più.[13]
16 Giugno
1854
Alle ore 2 e
mezza circa pomeridiane si è sentito una scossa di terremoto d’ondulazione.[14]
31 Gennaio
e 1° Febbraio 1857
Questa notte
alle ore 12 e ¼ venendo la mattina del 1° Febbraio è stato sentito una forte
scoss di terremoto e Monsignor Vescovo[15]
nel momento che scuoteva la terra del terremoto trovavasi ancora alzato dal
letto e questi ordinò ai servi che fosse condotta una carrozza nel cortile [del
palazzo vescovile] e poscia vi salì Sua Signoria Reverendissima e nella
carrozza vi stette tutta la notte ben coperto ed accomodato e riguardato dal
freddo.[16]
17 Luglio
1860
Alle ore 2 e
40 minuti del dopo pranzo, bellissima giornata, sono state sentite due scosse
sensibili di terremoto sentite da me e da più persone; io ero in villeggiatura.[17]
8 Agosto
1861
Dicesi essersi
sentito due piccoli tremiti di terra e nulla di male ringraziando Dio.[18]
11 Febbraio
1862
Alle ore otto
antimeridiane si è sentito piccola scossa di terremoto.[19]
24 Febbraio
1887
Ieri alle ore
6 antimeridiane è stata avvertita una forte scossa di terremoto in senso
ondulatorio della durata di 20 secondi.[20]
28 Luglio
1902
Ore 0 e 33
minuti, due forti scosse di terremoto ondulatorio rompono il sonno ai pacifici
carpigiani ricolmando gli animi di orrore e tremore. Una terza scossa
accompagnata da rombo si è sentita alle 3.[21]
18 Luglio
1914
Nella notte dal lunedì al martedì, alle ore 4,30 circa, preceduta da un
boato sotterraneo, simile al rombo di un motore elettrico, si è avvertita una
scossa di terremoto in senso tanto ondulatorio che sussultorio. La scossa è
durata qualche secondo, e fu sentita da moltissimi data l’ora mattinale e il
caldo intensissimo che aveva fatto alzare in cerca di fresco mnolte persone.
Non possiamo dire di più circa l’intensità, profondità e durata della scossa,
non essendo la nostra redazione munita di un … ufficio di meteorologia. La
scossa fu sentita anche in provincia. A Modena è stata sensibilissima
nonostante l’ora antelucana, essa è stata avvertita da parecchi. La direzione
di quel Regio Osservatorio Geofisico ha comunicato ai giornali che alle ore 4 e
minuti 28 dagli apparecchi sismici dell’osservatorio stesso venne avvertita una
scossa di terremoto, in senso ondulatorio, del terzo grado, in direzione Nord
Nord/Est Sud Sud/Ovest. Nella nostra città coloro
[1] Ibidem, p. 239
[2] Ibidem, p. 239
[3] Ibidem, p. 239
[4] Ibidem, p. 240
[5] Ibidem, p. 240
[6] Ibidem, p. 242
[7] Ibidem, p. 248
[8] Ibidem, p. 254
[9] Ibidem, p. 259
[10] Ibidem, p. 270
[11] Ibidem, p. 279.
[12] Ibidem, p. 310
[13] Ibidem, p. 376
[14] Ibidem, p. 503
[15] Mons. Gaetano Maria
Cattani
[17] Ibidem, p. 625
[18] Ibidem, p. 640
[19] Ibidem, p. 643
[20] Cronaca parrocchiale di
Cortile del sacerdore Don Antonio Forti (prov, Nora).
[21] Dalla Cronaca di Carpi di
Don Ettore Tirelli (prov. Nora).
che
maggiormente notarono il terremoto furono gli abitanti degli appartamenti ai
piani superiori e delle abitazioni isolate, come quelle fiancheggianti i viali.
Il terremoto fece naturalmente le spese dei primi discorsi della mattinata. Se
ne trassero anche i numeri del lotto e ci assicurano che in questa settimana i
botteghini faranno degli affaroni…[1]
31 Ottobre
1914
Martedì scorso
alle ore 10,28 fu avvertita una forte scossa di terremoto che ha cagionato
grande panico in città. La gente fuggì dalle case e dalle botteghe in preda a
viva emozione. Nessun incidente grave si è segnalato all’infuori della caduta
di qualche comignolo e di un lieve crepaccio senza danno in una tomba del
cimitero.[2]
9 Dicembre
1918
Alle ore 8
della sera tirò due grandi scosse di terremoto quali diedero molto danno a
molte case, ma poi previo grande timore, altro fecero.[3]
26 Luglio
1928
Questa notte
alle 2,28 è stata avvertita una forte scossa di terremoto che ha vivamente
impressionata la popolazione. Molti svegliati bruscamente ad un’ora insolita,
si sono affacciati alla finestra e poi si sono precipitati discinti in strada,
nel timore che altre scosse anche più forti seguissero la prima. L’animazione
in città e nei viali di circonvallazione è durata fino all’alba e molti sono
stati i commenti dei cittadini disturbati nel loro sonno. Nessun danno però si
è verificato né alle persone né alle cose, dimodochè tutto si è ridotto ad un
forte spavento e niente altro.[4]
13 Luglio
1932
Due leggere
scosse di terremoto ondulatorio la prima seguita subito da un’altra sussultoria
ha portato allarme e spavento. Erano le 4,45. Anche questa volta il movimento
tellurico è stato più che altro osservato da Carpi e Moglia.[5]
24 Marzo
1942
Nelle prime
ore di stamane (ore due dopo mezzanotte) una scossa di terremoto ondulatorio ha
fatto aprire gli occhi a non pochi dormienti: E’ stato osservato a Modena come
pure a Correggio per il che deve ritenersi locale: la stampa non ne ha fatto
parola.[6]
Aggiornato al 9
Giugno 2012
Gianfranco
Guaitoli
Terremoti storici a Carpi ricerca di Luciana Nora
[1] Dal giornale “L’Azione
Liberale” del 18 Luglio 1914. (prov. Nora)
[2] Dal giornale “La Fiamma”
del 31 Ottobre 1914. (prov. Nora)
[3] Dalla Cronaca di Carpi di
Don Ettore Tirelli (prov. Nora).
[4] Dal Giornale “La Gazzetta
dell’Emilia” del 26 Luglio 1928.
[5] Dalla Cronaca di Carpi di
Don Ettore Tirelli (prov. Nora).
[6] Ibidem.
Dalla Cronaca di Fra Luca Tornini (dalla trascrizione di
Gianfranco Guaitoli)
1117 “Terremoto
terribile per quaranta giorni, di cui simile non restava memoria per universam
fere Italiam et Longobardiam, quam penitus commovit, et quassavit. Nell’anno
1118, anno anch’esso per la
Lombardia molto doloroso per freddo, carestia, peste e
terremoto…”
Dalla Cronaca di Fra Luca Tornini (dalla trascrizione di
Gianfranco Guaitoli
1249 “Anno assai fecondo di novità, ma per noi una peggiore
dell’altra, perché oltre ad un’ostinata battaglia seguita alla Fossalta tra i
Modenesi e i Bolognesi, colla peggio dei primi… si fe’ sentire ancora per tutto
il Modenese e paesi circonvicini, con non pochi danni dei tetti e delle case,
uno spaventevole terremoto…”
Da
elenco manoscritto di Don Ettore Tirelli titolato Terremoti a Carpi:
1276 Forti scosse di terremoto con danni ai
fabbricati.
1474 forte terremoto: suonano a tocchi le campane
1624 19 marzo Il terremoto produce guaasti alla fabbrica del
Duomo.
1661 Nuovi guasti al Duomo prodotti da terremoto.
1688 Terremoto alquanto forte
Don Ettore Tirelli in Carpi, Dario Storico - religioso
In Archivio Nuovo – D2 – 64
1688 - 10 luglio
“Solenne processione di penitenza per essere liberati dal flagello del
terremoto”
Dalla Cronaca di Fra Luca Tornini (dalla trascrizione di
Gianfranco Guaitoli)
1730 ’33 – Oltre a varie
altre calamità avessimo qua quest’anno moltissimi infermi e ne passò
qualcheduno all’altro mondo… poscia nel 1733 … inoltre fecesi vieppiù sentire
il terremoto con alcune scosse…”
Dalla Cronaca di Fra Luca Tornini (dalla trascrizione di
Gianfranco Guaitoli)
1775 “Addi 3 e 5 Gennaro
si sentirono qui varie scosse di terremoto, ma solo la prima fu alquanto
sensibile…”
Dalla Cronaca di Fra Luca Tornini (dalla trascrizione di
Gianfranco Guaitoli)
1778
“ La notte de 3 Gennaro s’udirono qui per l’aria de’ tuoni, come d’estate, e
furono seguiti da vento, da pioggia ed anche da qualche poco di tempesta. Verso
poi la fine d’Aprile cominciaronsi a sentire delle scosse di terremoto, che
continuarono altre più altre meno gagliarde, per qualche anno, con grave
apprensione di molti, e specialmente de’ Signori Bolognesi che ne avevano
sentito i tristi lacrimevoli effetti pe gran parte della Romagna”
Aprile il terremoto.
Dalla Cronaca di Fra Luca Tornini (dalla trascrizione di
Gianfranco Guaitoli)
1781 “Li 8 luglio… alli 16 scoppiò il caldo eccessivo
de’ giorni passati con tuoni, fulmini e saette, una delle quali maltrattò
notabilmente la Torre
di San Francesco, ed il giorno dopo fresi di nuovo sentire, come la notte delli
4 aprile il terremoto. Altro temporale si ebbe pure li 7 ottobre con tempesta e
saette, una delle quali passo vicina alla Torre maggiore, ma con
apportare soltanto spavento alli campanari”
Dalla Cronaca di Fra Luca Tornini (trascrizione di Gianfranco
Guaitoli)
1784 – “Li
19 poi Agosto alle ore 4 e tre quarti incirca si sentì gagliarda scossa di
terremoto, proveniente da levante, e si levò un turbine fra Migliarina e Budrione
dalla parte di sera, che atterrò e squarciò molti alberi, massime nella
possessione de’ Signori Marchesi Montecuccoli, detta Savana, ed in città scoprì
mezzo il tetto della Cupola del Duomo.”
Don Ettore Tirelli in Carpi, Dario Storico - religioso
In Archivio Nuovo – D2 – 64
19 agosto 1784
“Alle ore 16 e tre quarti, gagliarda scossa di terremoto cui fa seguito un
furioso temporale.”
Dalla Cronaca
Saltini in Archivio Nuovo Archivio Storico Comune di Carpi
12 febbraio 1806
“Questa notte furono percosse dal flagello del terremoto molte fabbriche
patirono per la grossa ondulazione e molte persone che dormivano si
spaventarono. La torre maggiore anch’essa soffri molto ed una di quelle quattro
torrette, cioè quella tra settentrione e ponente si ruppe e le cadette la cima
col pomo e sua croce di ferro. Tanti camini cedettero. Questo si fece sentire
più volte e non passavano due o tre ore che non si scuoteva la terra e i
fabbricati. Molti di questa città nella notte si mettevano a dormire nelle
carrozze in mezzo alla piazza o in mezzo a de’ prati per paura che potessero
cadere delle case. In quasi tutte le chiese facevano preghiere, tridui e
orazioni.
Dalla Cronaca del parroco Don Angelo Losi
conservata presso
l’Archivio parrocchiale di San Marino di Carpi
Febbraio 1806
“L’anno 1806
alli 12 febbraio ad ore 2 e mezzo dopo la mezzanotte, essendo a stagione
asciutta e senza freddo si udì una terribile scossa di terremoto, e poscia alle
tre della medesima notte ritornò a replicare con maggiore veemenza. Vi fu un
grandissimo timore, per cui a molti si guastò il sangue e dovettero cessare di
vivere. Molte case soffrirono assaissimo, e specialmente a Carpi, ove la
maggior parte dei camini crollarono. Tanti fra cittadini non si fidavano di
dimorare nelle loro abitazioni per timore che diroccassero. Proseguì detto
terremoto sino alla fine di aprile a farsi sentire, ma non così gagliardamente
come nelle due prime scosse.”
Dalla Cronaca
Saltini in Archivio Nuovo Archivio Storico Comune di Carpi
27 aprile 1806 “Altre scosse di terremoto furono sentite e dicevano che era terremoto di concussione e non di ondulazione.”
Dalla Cronaca
Saltini in Archivio Nuovo Archivio Storico Comune di Carpi
22 Novembre 1809
“ la notte dai 21 alli 22, alle ore 12, m . 19 circa dopo la mezzanotte si sentì una
forte scossa di terremoto.”
Dalla Cronaca
Saltini in Archivio Nuovo Archivio Storico Comune di Carpi
25 dicembre 1810
“Nella notte di Natale all’ora 1 e tre quarti tirò una ben lunga scossa di
terremoto ondulatorio. Non successe alcun male ma però una grande paura.”
Dalla Cronaca di Carpi di Giuseppe Saltini in Archivio Nuovo
14 luglio 1811 “Alle ore 11 e ¾ della sera si sentì una scossa forte di terremoto.”
Dalla Cronaca di Carpi di Giuseppe Saltini in Archivio Nuovo
9 dicembre 1818 “ Alle ore otto della sera tirò due grandi scosse di terremoto quali diedero molto danno a diverse case, ma poi, previo grande timore altro fecero.
Dalla Cronaca di Carpi di Giuseppe Saltini in Archivio Nuovo
31 gennaio 1828 – “Questa sera alle ore 8 e ¾ il terremoto si fe’ sentire un pochino. Spiacemi che per la prima memoria sia terribile.”
9 ottobre 1828 “Alle ore 3 ½ circa dopo mezzanotte è tirato una scossa di terremoto ma però senza danno.”
Dalla Cronaca di Carpi di Giuseppe Saltini in Archivio Nuovo
20 aprile 1830 “Oggi,circa alle ore 6 e mezza dopo pranzo è stata sentita scossa di terremoto.”
Dalla Cronaca di Carpi di Giuseppe Saltini in Archivio Nuovo
14 maggio 1831 “ Alle ore 4 e tre quarti antimeridiane si sono sentite due scosse di terremoto.”
Dalla Cronaca di Carpi di Giuseppe Saltini in Archivio Nuovo
14 luglio 1831 “È stata sentita una scossa di terremoto oggi alle ore 4 e venti minuti circa nel dopo pranzo.”
Dalla Cronaca di Carpi di Giuseppe Saltini in Archivio Nuovo
11 settembre 1831 “Questa sera alle ore sette e un quarto è stata sentita una piuttosto grossa scossa di terremoto quale ha fatto suonare un piccolo botto all’orologio della piazza: però non ha fattonulla di danno ai fabbricati salvo la caduta di alcuni camini.”
13 settembre 1831 “Alle ore 5 e 37 minuti una scossa di terremoto però senza danno (antimeridiane)”
16 settembre 1831 “Alle ore 12 e un quarto dopo mezza notte venendo il
giorno 16 è stata sentita altra scossa di terremoto quasi simile alla
antecedente del giorno 13.”
Dalla Cronaca di Carpi di Giuseppe Saltini in Archivio Nuovo
11 marzo 1832
“ Alle ore 8 della mattina è stata sentita una … lunga e grossa scosa di
terremoto e sono caduti molti camini ed alle ore 10 altra scossa si sentì pure”
Dalla Cronaca di Carpi di Giuseppe Saltini in Archivio Nuovo
12 marzo 1832
“ Questa mattina prima delle ore 10 altra scossa grossa di terremoto, ma
molto. In Duomo si dà principio ad un triduo per placare l’ira di Do
liberandoci da questo flagello… Questa notte alle ore 3 e mezzo è stata sentita
una grossa scossa di terremoto ed alle 4 e un quarto un’altra più potente e ben
lunga per cui sono caduti tanti camini, è caduta la croce della facciata della
Chiesa di San Nicolò e quella del Duomo si è storta…”
Dalla Cronaca di Carpi di Giuseppe Saltini in Archivio Nuovo
14 marzo 1832 “ Seguita sentirsi scosse di terremoto.”
Dalla Cronaca di Carpi di Giuseppe Saltini in Archivio Nuovo
15 marzo 1832 “ Terremoto alle ore 4 e un quarto mattino”
18 marzo 1832 “ dopo diversi tridui
fatti nella Cattedrale per ottenere la liberazione dal terremoto, oggi è stata
fatta una solenne processione levata dalla detta Cattedrale portando il SS.
Sacramento fino a San Francesco, e via per la Piazzetta e Strada
Maestra, accompagnata dalle Confraternite Clero, Capitolo & la funzione fu
fatta da Mons, Vescovo. Anche la
Comunità intervenne a tale processione. Il popolo su
moltissimo e con devozione. Eravi pure la banda musicale.”
26 marzo 1832 “ Seguitasi sentire piccole scosse di terremoto”
3 aprile 1832 “ Si va pure sentendo piccole scosse di terremoto”
16 aprile 1832 “Si sentono ancora
piccole scosse di terremoto.”
19 aprile 1832 “ Alle ore del dopopranzo essendo buon tempo e col sole (però smorto) si è sentita una forte scossa di terremoto”
giugno 1832 “ Alcune volte si è sentito qualche scossa di terremoto però piccole e quasi insensibili.”
E a proposito del terremoto del 1932 in “Strenna 1983” pubblicazione curata
dal Pio Istituto Artigianelli di Reggio Emilia (una copia è conservata presso
la biblioteca del Centro etnografico del Comune di Carpi) si legge:
11 –
3 – 1832
: Alle ore 7e tre quarti antimeridiane
fecesi sentire una gagliarda scossa di terremoto. Una seconda sentissi verso le
10. S’incominciò un triduo al glorioso protettore San Prospero alla sua
Basilica perché allontanasse da noi il suddetto flagello.
12 –
3 – 1832:
Alle ore 9 e tre quarti della mattina si
sentì nuova scossa di terremoto con moto ondulatorio da mezzogiorno a
settentrione, come parve alla maggior parte. Si incominciò un triduo alla
miracolosa immagine di questo tempio onde ottenesse la grazia di far cessare il
castigo.
13 –
3 – 1832:
Alle ore 4 e mezza un’altra
terribilissima e non di poca durata con moto ondulatorio e precussorio. Il
nostro Tempio non soffrì che leggermente nel lanternino della cupola. I grandi
edifizi della città, quali più, quali meno, furono tutti danneggiati. Alle 6
della sera sentissi una leggiera replica…
14 – 3 – 1832 : Leggiere scosse e fremiti continui nella giornata. Con questo Flagello
di terremoto è danneggiata la nostra città di molto prezo e ha fatto cadere
seimila camini e varie case e quasi tutte appuntellate, è stata in tremiti la
terra sino il giorno 25 aprile
Dalla Cronaca di Carpi di Giuseppe Saltini in Archivio Nuovo
24 marzo 1833
“ alle ore 9 minuti 20 sonosi sentite tre scosse di terremoto.”
Dalla Cronaca Parrocchiale di Cortile redatta da Don Antonio
Forti
5 settembre 1883
“ Ieri sera alle ore 9, minuti 5 è stata avvertita una leggiera scossa di
terremoto.”
Dalla Cronaca di Carpi di Giuseppe Saltini in Archivio Nuovo
15 febbraio 1834
“Ieri l’altro cioè il giorno 14 si è sentito una piccola scossa di terremoto
alle ore 2 ¼ circa del dopo pranzo.”
4 ottobre 1834 “Alle
ore 7 e minuti 58 della sera, piccola scossa di terremoto.”
Dalla Cronaca di Carpi di Giuseppe Saltini in Archivio Nuovo
12 giugno 1836 “Alle
ore 3 e ¾ dopo la mezzanotte si è sentita una scossa di terremoto ondulatoria.”
20 luglio 1836 “Alle
ore 10 meridiane si è sentito un scossa di terremoto ondulatoria.”
Dalla Cronaca di Carpi di Giuseppe Saltini in Archivio Nuovo
11 aprile 1837 “ Oggi alle ore 5 e 50 minuti pomerid. Si sono sentite due scosse di terremoto ma lievi.”
Dalla Cronaca di Carpi di Giuseppe Saltini in Archivio Nuovo
31 gennaio 1840
“Si è sentito alle ore 8 pomeridiane piccola scossa di terremoto.”
Dalla Cronaca di Carpi di Giuseppe Saltini in Archivio Nuovo
17 luglio 1841
“Questa notte alle ore 12 ¼ furono sentite piccole scosse di terremoto –
gran caldo.”
Dalla Cronaca di Carpi di Giuseppe Saltini in Archivio Nuovo
3 aprile 1845
“Alle ore 5 ¾ antim. Si è sentita una scossa di terremoto.”
15 settembre 1845
“In questa notte e precisamente alle oer 11,30 minuti, e così prima della
mezzanotte, si è sentita una scossa di terremoto però live, ed è stato
ondulatorio e più nulla.”
Dalla Cronaca di Carpi di Giuseppe Saltini in Archivio Nuovo
14 agosto 1846
“Fu sentito alle ore 12 ¾ meridiane una piccola ma sensibile scossa di
terremoto.”
Dalla Cronaca di Carpi di Giuseppe Saltini in Archivio Nuovo
16 giugno 1854 “ Alle ore 2 e mezza circa pomeridiane si è sentito una scossa di terremoto di ondulazione.”
Dalla Cronaca di Carpi di Giuseppe Saltini in Archivio Nuovo
1 dicembre 1856
“In questa notte si è sentito una piccola scossa di terremoto, e nella
mattina è cominciato a nevicare.”
Dalla Cronaca di Carpi di Giuseppe Saltini in Archivio Nuovo
31 gennaio e 1°
febbraio 1857 “ Questa notte alle ore 12 ¼ venendo la
mattina del 1° febbraio è stato sentito una forte scossa di terremoto e
Monsignor Vescovo nel momento che scuoteva la terra del terremoto trovatasi
ancora alzato dal letto e questi ordinò ai servi che fosse condotta una
carrozza nel cortile e poscia vi salì Sua Signoria rev.ma e nella carrozza vi
stette tutta la notte ben coperto ed accomodato e riguardato dal freddo.”
Dalla Cronaca di Carpi di Giuseppe Saltini in Archivio Nuovo
17 luglio 1860
“ Alle ore 2 e 40 minuti del dopo pranzo, bellissima giornata, sono state
sentite due scosse sensibili di terremoto sentite da me e da più persone…”
Dalla Cronaca di Carpi di Giuseppe Saltini in Archivio Nuovo
11 febbraio 1862
“ Alle ore otto antimeridiane si è sentito piccola scossa di terremoto.”
Dalla Cronaca Parrocchiale di Cortile redatta da Don Antonio
Forti
24 febbraio 1887 “ Ieri alle ore 6 e 25 antemeridiane è stata avvertita una forte scossa di
terremoto in senso ondulatorio della durata di 20 secondi.”
Dalla Cronaca Saltini in
Archivio Nuovo Archivio Storico Comune di Carpi
9 dicembre 1918
“ Alle ore 8 della sera tirò due grandi scosse di terremoto quali diedero di
molto danno a molte case, ma poi, previo grande timore, altro fecero.”
Dalla Cronaca carpigiana di Don Ettore Tirelli
1901 - 1° giugno
“Sono le 19,40 e due non leggere scosse
di terremoto sussultorio sgomentarono alquanto i più e meno coraggiosi
carpigiani.”
Dalla Cronaca carpigiana di Don Ettore Tirelli
1902 – 28 luglio,
ore 0 e 33 minuti “Due forti scosse di terremoto ondulatorio rompono il
sonno ai pacifici carpigiani ricolmando gli animi di orrore e tremore. Una
terza scossa accompagnata da rombo si è sentita alle 3.
Da “ L’azione liberale” 18 luglio 1914
“Nella notte
dal lunedì al martedì, alle ore 4,30 circa, preceduta da un boato sotterraneo,
simile al rombo di un motore elettrico, si è avvertita una scossa di terremoto
in senso tanto ondulatorio che sussultorio. La scossa è durata qualche secondo,
e fu sentita da moltissimi data l’ora mattinale e il caldo intensissimo che
aveva fatto alzare in cerca di fresco molte persone. Non possiamo dire di più
circa l’intensità, profondità e durata della scossa, non essendo la nostra
redazione munita di un … ufficio di meteorologia. La scossa fu sentita anche in
provincia. A Modena è stata sensibilissima nonostante l’ora antelucana, essa è
stata avvertita da parecchi. La direzione di quel R. Osservatorio Geofisico ha
comunicato ai giornali che alle ore 4 e minuti 28 dagli apparecchi sismici
dell’osservatorio stesso venne avvertita una scossa di terremoto, in senso
ondulatorio, del terzo grado, in direzione nord nord/est sud sud/ovest. Nella
nostra città coloro che maggiormente notarono il terremoto furono gli abitanti
degli appartamenti ai piani superiori e delle abitazioni isolate, come quelle
fiancheggianti i viali. Il terremoto fece naturalmente le spese dei primi
discorsi della mattinata. Se ne trassero anche i numeri del lotto e ci
assicurano che in questa settimana i botteghini faranno degli affaroni…”
Da “La Fiamma ” 31 ottobre 1914
“Martedì
scorso alle ore 10,28 fu avvertita una forte scossa di terremoto che ha
cagionato grande panico in città. La gente fuggì dalle case e dalle botteghe in
preda a viva emozione. Nessun incidente grave si è segnalato all’infuori della
caduta di qualche comignolo e di un lieve crepaccio senza danno in un tomba del
cimitero.”
Da “La Gazzetta
dell’Emilia” 26 luglio 1928
“ Questa notte alle 2,28 è stata avvertita una forte scossa di terremoto che ha vivamente impressionata la popolazione. Molti, svegliati bruscamente ad un’ora insolita, si sono affacciati alla finestra e poi si sono precipitati discinti in istrada, nel timore che altre scosse anche più forti seguissero la prima. L’animazione in città e nei viali di circonvallazione è durata fino all’alba e molti sono stati i commenti dei cittadini disturbati nel loro sonno. Nessun danno però si è verificato né alle persone né alle cose, dimodochè tutto si è ridotto ad un forte spavento e niente altro.”
Dalla Cronaca carpigiana di Don Ettore Tirelli
1932 – 13 luglio
“Due leggere
scosse di terremoto ondulatorio la prima seguita subito da un’altra sussultoria
ha portato allarme e spavento. Erano le 4,45. anche questa volta il movimento
tellurico è stato più che altro osservato da Carpi e Moglia.”
Dalla Cronaca carpigiana di Don Ettore Tirelli
24 marzo 1942
“Nelle prime
ore di stamane (ore due dopo mezzanotte) una scossa di terremoto ondulatorio ha
fatto aprire gli occhi a non pochi dormienti. E’ stato osservato a Modena come
pure a Correggio, per il che deve ritenersi locale: la stampa non ne ha fatto
parola.”
*
Milano, martedì
26 giugno 2012
Egregio Signor
D'Orazi
naturalmente mi
fa sempre molto piacere ricevere le sue nuove ed anche le fotografie di Carpi
che, adesso, ho imparato a salvare
Comunque, adesso,
le scrivo perché ho mandato a mia sorella, tutte le notizie sul terremoto con
la ricerca che è stata fatta. Ha
trovato tutto
estremamente interessante però mi ha detto che non ha notato menzione del
terremoto del 1927 o 1928, non lo ricorda perfettamente.
Il giorno 13
giugno, giorno di S. Antonio, mio sorella frequentava, si parla appunto del
1927 o 1928, la
Scuola Complementare , questa era il nome ufficiale, proprio
nel palazzo (oggi Scuole M Fanti) a ridosso della Sagra.
Quella mattina,
durante l'ora di latino, la professoressa era la signora Moioli di Modena, mia
sorella dice che ci fu una forte scossa di terremoto e, sul muro dell'aula si
aprì una crepa di discrete proporzioni.
Su invito
dell'insegnante i ragazzi si precipitarono nel corridoio, dove il preside,
Prof. Ferrari che era anche sovrintendente alle Belle Arti, coordinò l'uscita.
Per tutta
l'estate si ripeterono le scosse.
Dato che la
segnalazione è più vicina di altre nel tempo, se ha tempo, faccia questa
verifica.
Grazie per
l'interessamento. Cordiali saluti
Alberto Savani
Carpigiano residente a Milano
**
L’articolo che pubblichiamo è di Luigi Iafrate,
ripreso dal ClimateMonitor ed estratto dal documento “Meteorologia
di Roma anno 2011” pubblicato dal CRA-CMA a cura di Maria
Carmen Beltrano.
Che la memoria
storica delle persone in materia di fenomeni geofisici eccezionali diventi, con
il passar del tempo, sempre più labile, fino a perdersi del tutto, è oramai un
fatto arcinoto. La conseguenza di un simile oblio, quando si tratta di fenomeni
distruttivi del passato come i terremoti, è la perdita della percezione del
rischio sismico cui il territorio in cui si vive è soggetto. Del resto, è fuor
di dubbio che solo una conoscenza puntuale dei sismi avvenuti nel passato può
invero condurre ad una stima della pericolosità sismica delle diverse aree del
Paese, sulle cui basi si potranno poi delineare scenari di possibili sismi
futuri.
Ma, per fortuna,
a rinverdirci la memoria interviene la sismologia storica, disciplina che si
pone l’obiettivo di ricostruire gli effetti sul territorio degli eventi sismici
accaduti nel passato, attingendo direttamente dalle “fonti storiche”, ovvero da
qualunque documento scritto che ne dia in qualche modo conto, come i documenti
d’archivio, le cronache di giornali, i diari, le perizie tecniche, gli studi
storiografici o sismologici, ma anche le epigrafi e le lapidi. La sismicità
storica è oggetto di indagine in ogni paese sismico del pianeta, ma sono assai
rari i casi in cui i sismologi possono ricostruire scenari macrosismici
ricavando dati da un patrimonio documentario così cospicuo, vario e
cronologicamente esteso come quello italiano.
Eppure,
nonostante l’Italia sia così ricca di testimonianze documentarie dei suoi
innumerevoli terremoti storici, la maggior parte degli abitanti dei centri
ferraresi e modenesi colpiti dalla grave sequenza sismica dello scorso maggio
2012 (Sant’Agostino, Bondeno, Finale Emilia, Mirandola, San Felice sul Panaro),
tuttora in corso, non aveva, per mancanza di memoria storica sull’argomento1, la consapevolezza di vivere
in una delle aree italiane a più alto rischio sismico. Quasi nessuno di essi,
infatti, ha cognizione che, tra il novembre del 1570 e la fine del 1574, la
città di Ferrara fu l’epicentro principale di una lunga e forte sequela
sismica, con più di duemila scosse, principalmente concentrate tra il novembre
1570 ed il febbraio 1571. Questi i suoi effetti distruttivi: molte delle
abitazioni (circa il 40%) furono danneggiate, quasi tutti gli edifici pubblici
e le chiese registrarono crolli parziali e lesioni, nonché sconnessioni delle
strutture portanti (pareti). E così il terremoto si rivelò, per Ferrara ed il
ferrarese, nonché per talune località della provincia di Modena, un disastro
ingente, tale da compromettere politicamente il futuro della stessa dinastia
regnante, gli Estensi.
Figura 1:
Notizie sul terremoto di Ferrara del 1570 tratte da “Terra tremante” di
Marcello Bonito – Napoli, 1691
Testimonianze
accurate del violento terremoto ferrarese del 1570 sono a noi pervenute
attraverso la diaristica, i dettagliati carteggi diplomatici e le diverse
relazioni degli ambasciatori mandati sul posto dalle principali corti d’Italia
e d’Europa2. A rendercene
particolareggiatamente conto sono tre interessanti scritti di sismologia
storica: Terra tremante di Marcello Bonito (Napoli, 1691); Il
terremoto di Ferrara nel 1570, di Angelo Solerti (in “Rassegna Emiliana”,
1890); I terremoti d’Italia di Mario Baratta (Torino, 1901). Terra
Tremante, o vero Continuatione de’ terremoti dalla creatione
del mondo fino al tempo presente […] è una ponderosa opera di sismologia
storica che analizza cronologicamente i grandi terremoti della storia
che provocarono catastrofi e radicali metamorfosi della natura, fino all’anno
della sua pubblicazione in Napoli, cioè sino al 1691 (figura 1).
Figura 2: “Il
terremoto di Ferrara nel 1570”
di Antonio Solerti, in Rassegna Emiliana, 1890
L’autore, il
marchese Marcello Bonito, era un archivista del Regno di Napoli e trasse
ispirazione dal terremoto che, qualche anno prima, nel 1688 (5 giugno), aveva
scosso Napoli3. Di indole prettamente
monografica è invece il lavoro di sismologia storica realizzato dal critico
letterario e bibliotecario Angelo Solerti (Savona, 1865 – Massa, 1907) e
pubblicato sulla rivista “Rassegna emiliana di storia, letteratura ed arte”,
nel numero di aprile del 1890: Il terremoto di Ferrara nel 1570
(figura 2).
Si tratta di una
descrizione assai minuziosa del terremoto ferrarese del novembre 1570, tutta
basata su fonti storiche coeve. L’opera I terremoti d’Italia, un
“saggio di storia, geografia e bibliografia sismica italiana” pubblicato a
Torino nel 1901, contiene la descrizione più particolareggiata possibile di ben
1.364 terremoti avvenuti in Italia nei duemila anni che precedono il 1898. Il
testo è diviso in tre parti: nella prima sono analizzati cronologicamente i
maggiori parossismi italiani, nella seconda è studiata la sismicità per
ciascuna regione, la terza comprende una bibliografia amplissima
sull’argomento. Alla sua base vi è un’enorme ricerca storica che lo rende
ancora oggi un punto di riferimento obbligato per gli studi del settore. Un
motivo, questo, per riconoscere nel suo autore, il geografo e sismologo Mario
Baratta (Voghera, 1868 – Casteggio, 1935) il fondatore della Sismologia storica
moderna.
Figura
3: Frontespizio degli “Annali dell’Ufficio Centrale di Meteorologia e di
Geodinamica, 1895”
ed elenco del personale in servizio in quell’anno, tra cui Mario Baratta
Le tre opere or
ora menzionate sono gelosamente custodite nel Fondo speciale di sismologia
della Biblioteca Storica dell’Unità di Ricerca per la Climatologiae la
Meteorologiaapplicate all’Agricoltura (CRA-CMA): raccolta le cui origini si
fanno storicamente risalire agli anni immediatamente successivi all’assunzione
da parte del Regio Ufficio Centrale di Meteorologia anche delle
competenze sismiche, a quel tempo denominate “geodinamiche” (Regio Decreto del
9 giugno 1887 n. 4636). Primo Servizio meteorologico nazionale con ruolo di
centralità, l’Ufficio di Meteorologia era stato istituito, in Roma, nel 1876
(Regio Decreto n. 3534); istituzionalmente, si configura come l’antesignano
dell’Unità di Ricerca per la
Climatologia e la Meteorologia applicate all’Agricoltura. È presso
la sede di Roma dell’Ufficio meteorologico anzidetto che il sunnominato Mario
Baratta, nel 1891, ad appena un anno dal conseguimento della laurea, esordì
come sismologo (in qualità di assistente). Vi resterà fino al 1896 (figura 3).
E chissà che il concepimento del suo monumentale saggio I terremoti
d’Italia non sia avvenuto proprio negli ambienti della Biblioteca storica
del CRA-CMA?!
Ma torniamo ora
all’argomento della nostra nota storica, attraverso alcuni passi dei volumi
suaccennati che meglio descrivono l’impatto sul territorio del terremoto
interminabile di Ferrara e del ferrarese e modenese del 1570-1574, assai
simile, per violenza, tipologia di manifestazioni e frequenza di scosse,
all’attuale4.
“Tra i
cataclismi più famosi che le cronache ricordino va
certamente annoverato, per
la violenza e
per la durata, il terremoto
che funestò Ferrara per parecchi anni dal 1570 in poi”
(Solerti, 1890. Il terremoto di Ferrara nel 1570, p. 517).
“Al 17
[novembre] a 19h
del mattino [ore 11:10 GMT)], in
Ferrara si sentì una prima scossa della durata di oltre un
<<pater>> ed assai violenta,
avendo fatto cadere un centinaio di comignoli, rovinare molti merli e
terrazzini, in numero di circa cinque o seicento e scompaginare moltissimi
edificii: fu seguita da molte repliche, fra le
quali specialmente furono intense quelle avvenute sull’imbrunire della giornata.
A 3h della notte (19:10 GMT) una
nuova scossa, la maggiore e la più lunga,
fece nel vecchio palazzo del castello precipitare un tetto, sotto cui rimasero
morte tre persone. I danni in città furono inestimabili:
caddero i torrioni ed i merli delle antiche mura […] Nel castello precipitarono
le sommità delle quattro torri con parecchie balaustrate e qualche muro
interno; andarono parimenti a terra le due torricelle del duomo, […] Non
vi fu insomma edificio pubblico e privato che
non avesse risentito danni: ciò che rimase in piedi si dovette
però puntellare. Tutte le strade erano ingombrate dalle macerie,
sotto le quali rimasero morte un centinaio (130-150)
di persone. Fra gli effetti
prodotti da questo terremoto devonsi notare i rombi
sotterranei, i bagliori repentini
nell’atmosfera, il gonfiamento improvviso
delle acque del Po, certe elevazioni ed
avvallamenti del suolo […] pure emissioni
violente di acqua nerastra e di arena. La
scossa maggiore fu forte a Treviso, a Padova, a Bologna, a
Venezia; fu sentita nel modenese, nel
reggiano, nel mantovano, a Firenze
ed a Roma. Dopo
la prima scossa del 17 novembre
si avvertirono moltissime repliche (secondo
alcuni 150 nelle prime 24h) accompagnate da
rombi sotterranei […] per circa nove mesi non vi fu giornata in
cui non fosse avvertita una od anche più scosse, tutte sempre ondulatorie:
con lunghi intervalli e con minor violenza continuò il periodo
sismico fino al febbraio 1574, dopo di che le
commozioni diminuirono notevolmente per
cessare nel 1576, nel quale anno fu sentito una sola scossa”
(Baratta, 1901. I terremoti d’Italia, p. 105-107).
“ Nell’anno
accennato 1574 […] Il
Terremoto spaventò un’altra volta il Popolo di Ferrara, nel
quale era ancora fresca la memoria del danno, che poco prima haveva da esso
ricevuto” (Bonito, 1691. Terra tremante, p. 716).
Il nobile
bolognese Lucio Maggio, che del terremoto fu testimone
oculare, riferisce di una delle scosse forti della lunga sequenza
sismica ferrarese del 1570-1574, con parole cariche di spavento ma anche
intensa meraviglia: “[…] per desiderio solamente della verità [a
proposito delle funeste notizie sul terremoto], me n’andai a
Ferrara […] ecco che si sente un rimbombo come di
una lontana Bombarda, & nel medesimo tempo viddi
(che anchor mi spaventa il ramentarlo) tutta la terra moversi
hor in uno, hor in unaltro lato,
con tanta agitatione, che io credeva che le
sommità delle case mi cadessero addosso, ne credo ch’io fossi lontano a due
braccia ad una alta, & massiccia muraglia, che venne a terra con tanto
fracasso, & polvere […]. Questa narrazione, scritta secondo
l’ortografia dell’epoca, è contenuta proprio all’inizio del libro di Lucio
Maggio Del terremoto, edito in Bologna nel 1571: un’opera fortemente
ispirata da questo fenomeno tellurico di straordinaria durata, al pari di altri
scritti, contemporanei o immediatamente successivi, che trattano delle cause e
degli effetti del terremoto in generale e di quello ferrarese in particolare
(figura 4).
Il testo è
strutturato in forma di dialogo e gli interlocutori sono, oltre a Lucio Maggio,
che ne è l’autore, Fabio Albergati, Paolo Casali e Giulio dalla Porta5.
In esso vengono esposte ed esaminate le diverse teorie e tutta la
documentazione storica in materia di terremoti, comprese le conseguenze
catastrofiche. Vi si analizzano anche i cosiddetti precursori sismici.
L’autore, quantunque sostenga come causa del sisma l’esalazione secca
teorizzata da Aristotele, accenna pure al paragone del terremoto con le mine, e
ad altre più moderne ipotesi e teorie, tra cui la tesi di una terra non
continua ma “più tosto contigua, perché vi sono molte divisioni” (c. 40), che
potrebbe considerarsi il lontano preludio della teoria della tettonica a
placche.
Dopo la prima
edizione del 1571, l’opera conobbe diverse ristampe e
traduzioni in francese.La Biblioteca del CRA-CMA ha la fortuna di possedere
l’edizione originale del libro, con legatura moderna in mezza pelle e titolo in
oro sul dorso.
Altro singolare
studio ispirato dal terremoto di Ferrara del 1570 è il Libro, o Trattato
de’ diversi terremoti del celebre architetto ed erudito Pirro Ligorio
(Napoli, 1513 – Ferrara, 30 ottobre 1583)6.
Nell’ultima parte del manoscritto, intitolata “Rimedi contra terremoti per
la sicurezza degli edifici”, è disegnata e spiegata la prima casa
‘antisismica’ della storia. Il progetto di un edificio capace di resistere alla
forza dei terremoti balenò nella mente di Ligorio proprio mentre camminava per
una Ferrara semidistrutta.
Sebbene l’epicentro principale del sisma del 1570-1574 fosse più ad est
rispetto all’area epicentrale del terremoto attuale, è comunque da rilevare che
la vera causa di entrambi va ricercata nell’attività delle faglie
sismogenetiche presenti nella porzione di Appennino sepolta sotto la Pianura Padana , che
è nota come Dorsale Ferrarese. La magnitudo del sisma del XVI secolo è stata
stimata uguale o leggermente inferiore a quella del terremoto recente, ma gli
effetti descritti dalle fonti storiche dell’epoca non sono per nulla diversi:
rombi sismici, fenomeni di luminescenza dell’aria (“bagliori repentini
nell’atmosfera”), sollevamenti ed avvallamenti del suolo, liquefazione
dei terreni, con emissione di fumi e/o fuoriuscita di sabbie bollenti,
affioramento improvviso di terreni neri maleodoranti, ecc. E si tratta dei
medesimi effetti registrati nel corso dell’altro grave sisma che colpì il
ferrarese circa mezzo secolo più tardi, il terremoto di Argenta del 19 marzo
1624; a descriverceli con dovizia di particolari è ancora una volta Mario
Baratta, nel suo lavoro I terremoti d’Italia (p. 118-119). Una quiete
sismica relativa doveva, per lunghissimo tempo, seguire ai terremoti di Ferrara
ed Argenta, mentre nuova energia sismogenetica andava accumulandosi, in
profondità, al disotto della coltre alluvionale ferrarese, per poi essere, nel
2012, con veemenza, rilasciata attraverso una nuova sequenza sismica, già,
tristemente, entrata nella storia. Dopo più di quattro secoli, dunque, il suolo
del ferrarese e modenese è tornato a tremare fortemente7.
Concludiamo quest’articolo, scrive il Climate Monitor,
sottolineando che se la sismologia storica si è affermata e consolidata in
Italia, un merito speciale va riconosciuto alla Biblioteca dell’Unità di
Ricerca per la
Climatologiae la Meteorologiaapplicate all’Agricoltura,
perché, mettendo a disposizione degli studiosi del settore i testi rari di quel
che resta dell’antico Fondo di sismologia8, ha recato anch’essa un
indubbio contributo alla definizione della pericolosità sismica del Paese su
base storica.
1.
Una caratteristica, ahimè, che certe volte non
risparmia nemmeno gli addetti ai lavori, come gli stessi sismologi e geologi.
Fino agli anni 1996-97, il problema della pericolosità sismica della Pianura
Padana era fondamentalmente sconosciuto finanche alla normativa antisismica;
solo in seguito sono uscite le prime carte di pericolosità sismica per la
regione padana e l’intero territorio nazionale. []
- Notevole era allora il prestigio politico e culturale goduto dal Ducato Estense in ambito nazionale ed internazionale. []
- L’epicentro di questo potente sisma era localizzato nella zona “Benevento – Cerreto Sannita”. []
- L’uso del grassetto in questi passaggi è una mia scelta e serve a dare risalto agli effetti distruttivi del sisma ivi raccontati. []
- Albergati e Casali erano coetanei, amici, e forse anche condiscepoli, del gentiluomo Lucio Maggio. []
- Codice 28 delle Antichità romane, presso l’Archivio di Stato di Torino. []
- E più di quattro secoli è pure l’intervallo di tempo che separa il grave sisma ferrarese del 1570 dal precedente altrettanto violento avvenuto nel Veneto ed in Emilia-Romagna: il terremoto che, nella notte del 3 gennaio 1117, colpì Ronco all’Adige ed il veronese. Per causa sua, infatti, “moltissime città, paesi e castelli” dell’Alta Italia, tra cui anche Parma, Modena, Bologna e Ferrara, “ebbero a risentire gravi rovine ed immensi danni” (Baratta, op. cit., p. 23). []
- Ciò che manca nella raccolta sismologica anzidetta è la parte ceduta, sul finire degli anni Trenta, all’Istituto Nazionale di Geofisica (attualmente INGV), costituito, in quegli anni, per subentrare al progenitore del CRA-CMA nella gestione del Servizio sismico governativo.
Bravo Davide, Grazie e bravi anche i due ricercatori, veri "topi da biblioteca" che hanno trovatop e catalogato tutti i precedenti moti tellurici. Come mai allora hanno semprre sostenuto, i nostri capoccia, che l'Emilia non fosse zona sismica? Per costruire forse, in fretta e senza problemi e rispetto delle leggi?
RispondiEliminaUna cosa è certa, leggendo le cronache antiche, ogniqualvolta, arrivi un terremoto scrivono: "...di cui non se ne ricorda la furia o la potenza..."