Rovereto s/s, 27 Agosto 2012
Egregio Ministro Profumo ,
sono Valeria, un’insegnante della scuola primaria di
Rovereto s/S.
Nei giorni scorsi, aprendo la mia casella di posta
elettronica, ho
ricevuto tra le e-mail la lettera da lei inviata al mondo della scuola
per augurare buone ferie.
Ho iniziato a leggere con curiosità e giunta alla fine ho
provato forte
rammarico e profonda delusione nel non trovare nemmeno un
accenno a quanto
hanno vissuto scolari, insegnanti, personale amministrativo,
dirigenti e
famiglie dalla scuola d'infanzia alle superiori delle zone
terremotate
dell’Emilia.
L’anno scolastico per tutti noi non si è concluso nella
normalità e in
modo gioioso tra feste, recite, cene e saluti com’è
consuetudine in
tutto il Paese.
Le scosse del 20 e del 29 maggio hanno brutalmente interrotto un anno
scolastico che stava volgendo verso il temine delle lezioni,
una
quotidianità tra docenti, studenti e famiglie che nel giro
di pochi
secondi si è infranta.
Non solo gli edifici scolastici hanno subito gravi danni
(tante scuole
sono da demolire e ricostruire), ma anche l'animo di tutte
le persone
della scuola che ogni
giorno vivono in prima linea sul campo impegnandosi
per “farla
funzionare" tra i mille problemi e
avendo come intento
comune l’educazione e la formazione delle future
generazioni, grazie
anche alla collaborazione delle famiglie.
Penso che sia stata una grave “mancanza di sensibilità”
augurare
buone ferie senza ricordarsi della tragica esperienza che si
sta ancora
vivendo nelle zone
terremotate dell’Emilia.
Le incertezze sono ancora molte:
- quando
riprenderà regolarmente l’anno scolastico?
- in che spazi?
Sì, gli appalti per la costruzione delle scuole provvisorie
sono stati
assegnati, i terreni individuati, i lavori appena iniziati…
ma quando
sarà tutto veramente pronto per ripartire?
Quanti alunni non rivedremo perché trasferiti altrove?
Famiglie che hanno
perso l'abitazione e/o il lavoro e che si sono trovati di
fronte alla
difficile scelta di trasferirsi allontanandosi dal proprio
paese.
Nei confronti di chi a settembre/ottobre (?) dovrà
riprendere l'anno
scolastico i disagi ci sono e non sono pochi.
Ricordo anche che in questi
mesi si sono dati da fare tanti
volontari e
sono arrivate donazioni da diversi luoghi, ma se dall’alto i riflettori
si spengono, qui nelle zone terremotate si rimane soli.
La fase d'emergenza è terminata... in realtà solo sulla
carta, perché
c'è ancora tanto da fare : qui siamo solo all'inizio!
Da subito si è detto che l’Emilia ha voglia di ripartire e
ricominciare
senza perder tempo: è vero, ma non per questo dobbiamo
essere
dimenticati.
Abbiamo ancora tanto bisogno di attenzione, di aiuto, di
chiarezze e di
certezze per poter ricostruire le nostre vite insieme ai
nostri paesi
distrutti in cui siamo cresciuti e in cui finora abbiamo
vissuto.
Un punto di partenza per la ricostruzione sono le scuole per
permettere ai
bambini di restare, ma in concomitanza anche le case in cui
abitare e le
fabbriche in cui lavorare.
Grazie per l’attenzione.
Distinti saluti.
Valeria B.
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