12/09/12

E' appurato. Non ho più paura del terremoto. Ma solo ...

...una morsa allo stomaco ogni volta che vedo un pezzo del paese, demolito.

Sigla:


CASA BOLDRIN... però è un poco diversa. Ci sono anche le due iene di 11 e 10 anni, oramai...

Questa notte una delle solite scosse di assestamento. Pare 2.7. Solitamente non scrivo mai personalmente sul terremoto, perché a volte ho timore di mancare di rispetto a chi è rimasto fuori casa per cause maggiori.

Ma oggi, spero in verità, di "dare un input". Un poco polemico...

Alcune persone affermano che ad oggi, non dormono in casa. Pur essendo essa agibile. Non mi permetterò di giudicare nessuno, ma credo che così, si manchi di rispetto a chi la casa non ce l'ha più, o è costretto ad un periodo di esilio forzato.

Torniamo a " Questa notte una delle solite scosse di assestamento. Pare 2.7 ". Da dopo il terremoto qualche sera se le iene non sono tranquille, si accondiscende a farle dormire una con il babbo e una con la mamma. Evento raro, ma da ieri sera credo che sarà ...MAI più. Le scosse arrivano quasi sempre solo quelle rare volte lì... ec dù maroun...

Sta di fatto che il Boldrin dormiva sereno. Fino a chè non l'hanno svegliato. E scocciato, ha detto, "hò, mè a ghò sonn! Rumpidi mia i maroun". Cognati e famiglia, suocera, e moglie, residenti nella casa, tutti a prendere una boccata d'aria. Mè a soun stuff. O l'è grosa, o rumpidi mia i maroun. E le bimbe ( ...'nà vooolta... adesso i tachen belè a roumper...) han pensato bene di seguire il babbo, e continuare a dormire ( ...' nà quelch voolta ag ciap anca mè...).

In verità non ho più paura, perché, già da quando mi dissero che la casa era agibile andai a dormirci. Parte della famiglia era via, in quanto era la settimana ( metà Giugno, circa ) in cui abbiamo demolito la "casa vecchia " e smaltito l'amianto ( sembrava ci fosse stata la bomba atomica, da come erano vestiti gli operai ..).

Chiesi se dava fastidio agli altri ( cognati e suocera ) ma io volevo dormirci. Proprio perché avevo paura.

E pensai che se non l'affrontavo, non mi sarebbe passata mai più. Andai a dormire verso l'una di notte, tornato da Rimini, mi misi a letto, spensi le luci e via. Dopo un po' migrai verso il divano, e accesi la lucina della cucina, un poco come i bambini.

E sera dopo sera ( con due scosse, verso mezzanotte, il Martedì sera, e il Mercoledì sera, con tanto di accuse di "gufaggio"...) ritornai padrone di me stesso. E questo fece da "traino emotivo" agli altri. Poi per questo presi pure delle parole, dagli invidiosi (  http://novigiudiforma.blogspot.it/2012/07/dicono-tutti-che-sono-un-arvers-io-mi.html ) quando seppero che da una ventina di giorni dormivo nel mio letto.

Penso che se uno ha la casa agibile, debba provare a rientrarci.

E chi sta ancora fuori perché ha paura, lo rispetto. 

Ma a chi non può rientrare, non ci pensa ?




E la fine del "Pulcino Pio", non mi piace. Era meglio se prima diventava un pollo...



Davide Boldrin




2 commenti:

  1. enrica risposisettembre 12, 2012

    grazie davide, la penso come te. Mi viene l'attimo di paura, ma poi come stamattina alle 5.03, dopo la scossa, ho acceso la lucina come quando ero bambina e serena mi sono riaddormentata. però capisco davvero fino alle viscere chi ha paura....
    dominare la paura è un esercizio della vita, ma da soli tante volte non ci si riesce, però bisogna provarci e... funziona (sono enrica e tu sai che quello che dico è vero). Ciao enrica risposi

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  2. Guareschi a questo proposito scrive:
    " (...)Era già sera tarda e don Camillo stava già dandosi da fare nella chiesa deserta. Aveva rizzata una scaletta sull'ultimo gradino dell'altare. Nel legno d'un braccio della croce si era aperta una crepa, lungo la venatura, e don Camillo, stuccata la crepa, stava ora tingendo con un pò di vernice di gesso della stuccatura.
    A un tratto sospirò e il Cristo gli parlò sommesso.
    - Cos'hai don Camillo? Da qualche giorno mi sembri affaticato. Ti senti poco bene? Che sia un pò d'influenza?-
    - No, Gesù- confessò senza alzare la testa don Camillo. - E' paura.-
    - Tu hai paura? E di che mai?-
    - Non lo so: se sapessi di che cosa ho paura non avrei più paura- rispose don Camillo. - C'è qualcosa che non va, qualcosa sospeso nell'aria, qualcosa da cui non posso difendermi. Venti uomini che mi aggrediscono con lo schioppo in pugno non mi fanno paura: mi secca perchè sono venti e io son solo e senza schioppo. Se io mi trovo in mezzo al mare e non so nuotare penso: fra un minuto affogherò come un pulcino. E allora mi dispiace molto, ma non provo paura. Quando su un pericolo si può ragionare non si prova paura. La paura è per i pericoli che si sentono ma non si conoscono. E' come se camminassi a occhi bendati su una strada sconosciuta. Brutta faccenda.-
    - Non hai più fede nel tuo Dio, don Camillo?-
    - Da mihi animas, cetera tolle. L'anima è di Dio, i corpi della terra. La fede è grande, ma questa è una paura fisica. La mia fede può essere immensa, ma se sto dieci giorni senza bere, ho sete. La fede consiste nel sopportare questa sete accettandola a cuore sereno come una prova impostaci da Dio. Gesù, io sono pronto a sopportare mille paure come questa per amor Vostro. Però ho paura.-
    Il Cristo sorrise.
    - Mi disprezzate?-
    - No, don Camillo, se tu non avessi paura, che valore avrebbe il tuo coraggio?-
    Nei paesi in riva al fiume il silenzio sgomenta perchè in esso si sente la minaccia.(...)"
    da "La paura continua", in "Tutto don Camillo", pag.217-18
    Bibba

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