22/09/12

Quei miti andati in frantumi. Di Mario Calabresi ( ... uno dei figli della Gemma ...)

La Gemma è costei:

Merd IN - Merd OUT. Di Gemma Calabresi




Oggi 23 Settembre 2012, è il caso di farsi un esame di coscienza. Ci vorrà un poco di tempo, ma ci si arriverà a capire che "BOMBA" sia, questo editoriale di Mario Calabresi. Una "BOMBA" culturale. Niente che non si sappia già. Ma messo nitidamente a fuoco. L'esame di coscienza io lo faccio. Infatti confesso che l'ho letto 2 o 3 volte. O 4 ? mah, ogni tanto lo rileggo. RESET.

Copio una battuta: Alfano ha detto " via i rubagalline ". Ma quanto costeranno le Galline , nel Lazio.

A Cesare ( che non è Pradella ...)  quel che è di Cesare. L'ho letto qui:

https://giovannitaurasi.wordpress.com/2012/09/22/quei-miti-andati-in-frantumi-di-mario-calabresi-da-la-stampa-del-22-settembre-2012/



“Quei miti andati in frantumi” di MARIO CALABRESI da La Stampa del 22 settembre 2012




Tre certezze ci hanno guidato in questi ultimi anni dominati dal malgoverno e dalla corruzione, erano tre pilastri su cui abbiamo pensato fosse possibile costruire una politica nuova: prima di tutto il federalismo, con la dote della maggiore vicinanza degli eletti agli elettori che rende possibile un controllo più serrato, poi il ricambio generazionale, con l’ingresso di giovani e volti nuovi non compromessi, infine una nuova legge elettorale per restituire il potere di scelta ai cittadini, con l’auspicato ritorno delle preferenze.
Gli scandali delle ultime settimane e, in particolare, quest’ultimo della Regione Lazio, sbriciolano queste certezze, mostrandoci come federalismo, giovani e preferenze non garantiscano di per sé alcuna redenzione del sistema se non preceduti da una riforma dei meccanismi della politica che metta al centro la trasparenza e il principio di responsabilità.
Partiamo dal federalismo: senza controlli, senza procedure chiare e facilmente verificabili, sprechi e scandali proliferano al centro come in periferia, sono possibili nel Parlamento nazionale come in un Consiglio comunale.
Se non ci sono meccanismi di vigilanza e sanzioni immediate e certe non fa differenza che i centri decisionali siano accanto a casa nostra o a centinaia di chilometri di distanza. E i privilegi non abitano solo a Montecitorio ma possono essere anche locali, basti sapere che il caffè al bar interno del Consiglio regionale del Lazio costa solo 45 centesimi (un panino un euro…) contro gli 80 di Camera e Senato.
Allo stesso modo se il sistema permette di arricchirsi e di fare la bella vita con i soldi pubblici allora ne saranno attratti i furbi e i gaglioffi di ogni età. Avete guardato le biografie dei personaggi coinvolti nel banchetto laziale? È pieno di facce giovani e pulite, baldanzosi trentenni che hanno immediatamente preso il vizio di usare le tasse dei cittadini per pagare servizi fotografici, interviste televisive, automobili, pranzi e cene. Forse anche inebriati dalle cifre senza senso che vengono garantite ai consiglieri regionali (Francesco Fiorito, ormai famoso alle cronache come «er Batman di Anagni», ha spiegato ai magistrati di guadagnare 30 mila euro al mese sommando le indennità regionali, più di Napolitano e Monti messi insieme).
Essere giovani non significa necessariamente essere onesti e il ricambio generazionale ha un senso solo se la casa viene ripulita prima di dare ospitalità a nuovi occupanti e se questi mostrano di essere fatti di una pasta diversa. Per scoraggiare approfittatori e sciacalli in cerca di scorciatoie verso la ricchezza basterebbe ridurre drasticamente stipendi e indennità così da spingere in politica chi ha a cuore la cosa pubblica più di chi ha a cuore il proprio portafoglio.
Veniamo infine alla legge elettorale: Fiorito, così come l’esponente romano del Pdl Samuele Piccolo coinvolto in un altro scandalo di fatture false poche settimane fa, erano campioni assoluti delle preferenze, candidati capaci di accaparrarsene decine di migliaia proprio grazie ad un uso disinvolto dei fondi pubblici o a macchine elettorali costruite con metodi poco raccomandabili.
Vent’anni fa le preferenze vennero abolite, grazie a un referendum, proprio perché erano volàno di malaffare (oltre a far lievitare in modo astronomico i costi della politica), stiamo attenti oggi a non illuderci che rimetterle significhi eleggere i migliori. Ai cittadini va garantito il diritto di scelta ma questo si può ben fare anche con i collegi uninominali dove a sfidarsi sono i candidati dei vari partiti, auspicabilmente scelti con il meccanismo delle primarie.
Perché il sistema funzioni è però necessario che non solo i cittadini ma anche l’informazione svolga il suo ruolo di controllore, di «cane da guardia» del potere. Se però scopriamo che in molte realtà locali i politici hanno l’usanza di fare veri e propri contratti con le televisioni, versando migliaia di euro in cambio di interviste, allora si capisce che il meccanismo di controllo non esiste più.
Il ricambio italiano nasce da un’assunzione di responsabilità individuale che deve coinvolgere tutti, politici, giornalisti, insegnanti, imprenditori e semplici elettori, perché ognuno deve imparare a mettere davanti l’interesse generale, a pretendere senso di responsabilità ma anche a essere responsabile.

3 commenti:

  1. "Il ricambio italiano nasce da un’assunzione di responsabilità individuale che deve coinvolgere tutti, politici, giornalisti, insegnanti, imprenditori e semplici elettori, perché ognuno deve imparare a mettere davanti l’interesse generale, a pretendere senso di responsabilità ma anche a essere responsabile".

    Se Calabresi ha ragione, dove si può imparare questa assunzione di responsabilità?

    Propongo che tu apra un FORUM dove ciascuno se vuole racconti di dove ha imparato e in che occasione gli è successo di vivere non da rubagalline.

    Io per primo sono in difficoltà... ma speriamo bene.

    Perciò ti propongo anche un FORUM di dove si è disimparato...

    Ed un altro FORUM su dove si dovrebbe cominciare...


    Se Calabresi ha ragione, dove si impara

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  2. Davide Boldrinsettembre 22, 2012

    Non credo caro DMC basti un Forum ... penso che siamo chiamati tutti ad un senso di responsabilità. Ognuno frà il suo "cammino". Quello che, personalmente, ho iniziato in modo embrionale, a maturare intorno ai 30 anni ( quando sono diventato babbo la prima volta ). Paghiamo lo scotto di una generazione a cui sono state tolte volutamente le responsabilità. In buona fede. Ancora ne abbiamo i postumi. Mi riferisco al benessere in cui siamo cresciuti. Diversamente dai nostri nonni e dai nostri genitori. Ma noto che molti 40enni ne stanno prendendo coscienza che i desideri, non sono diritti. Si cerca il "sistema perfetto". ma questo no esiste. Si tratta di coscienza. Individuale. Altrimenti c'è questo rischio ( e a volte ci casco pure io ...) :

    “Due tratti distintivi, due passioni lo dominavano.
    I suoi pensieri erano di una chiarezza e d’un equilibrio estremi. Possedeva in misura rara purezza morale e senso della giustizia, era acceso dai più nobili sentimenti.
    Ma, per essere uno scienziato che apre nuove vie, alla sua intelligenza mancava il dono del fortuito, la forza che, con scoperte impreviste, viola la sterile armonia del prevedibile. Nello stesso modo, per operare il bene, alla sua coerenza di principi mancava l’incoerenza del cuore, che non conosce casi generali, ma solo il particolare, ed è grande perché agisce nella sfera del piccolo. Strel’nikov, che fin dalla fanciullezza aspirava alle cose più nobili ed elevate, considerava la vita un’immensa arena, dove gli uomini, rispettando onestamente le regole, gareggiano nel raggiungere la perfezione.
    Quando si accorse che non è così, non gli venne in mente di aver torto, di aver giudicato in modo troppo schematico l’ordinamento del mondo. Tenendo chiusa dentro di sé per molto tempo l’offesa, cominciò ad accarezzare l’idea di poter erigersi un giorno a giudice fra la vita e l’oscuro elemento che la deforma, di assumerne le difese e farne le vendette.
    Le delusioni lo avevano esasperato. La rivoluzione gli fornì le armi.”

    Boris Pasternak, Il dottor Zivago

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  3. Davide Boldrinsettembre 22, 2012

    La "rivoluzione" ( in senso negativo ) può avere due facce: 1) Collettiva, e di conseguenza violenta 2) individuale, e di conseguenza cinica e egoistica. Solo " l’incoerenza del cuore, che non conosce casi generali " ci potrà " formare". Altre strade non ne vedo.

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