20/04/13

La linea politica a "lungo termine" sul comune unico, del prossimo consigliere Boldrin ? Un po' alla volta. Partiamo e informiamo, intanto. Il Bilancio TDA, "visto" da Florio Magnanini ( VOCE )

Fonte: www.voce.it



di Florio Magnanini

Carpi – E’ sempre così, al Consiglio dell’Unione: qualunque sia l’argomento in discussione; qualunque provvedimento venga sottoposto al voto dei Consiglieri provenienti dai Comuni di Carpi, Novi, Campogalliano e Soliera, alla fine si arriva sempre al problema dei problemi: ma che cos’è questa Unione? C’è insomma un permanente complesso identitario dell’ente formalmente istituito il 29 maggio 2006, un perenne interrogarsi sul “chi siamo e dove andiamo” che non poteva non manifestarsi anche nel settimo anno, quello al quale si attribuisce di solito il potere di mettere in crisi le unioni.
Lo spunto, questa volta, l’ha fornito il rendiconto 2012 offerto alla discussione del consesso il 10 aprile ascorso dal presidente Giuseppe Schena. E già la panoramica dei seggi presidiati solo per 15 dei 30 posti e quasi esclusivamente dalla maggioranza mentre delle minoranze non si riuscivano a contare più di 4 o 5 presenti, dava un’idea del paradosso che attraversa un Ente che quanti più poteri accumula, tanto meno sembra calamitare l’interesse dei suoi stessi organi dirigenti. All’opposto, è raro registrare defezioni così massicce nei singoli Consigli comunali, peraltro sempre più svuotati delle loro competenze. Che questo voglia dire qualche cosa?
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Note non troppo negative, venendo al merito del consuntivo, sono comunque echeggiate l’altra sera nell’aula consiliare: “Dicemmo allora – ha introdotto Schena, riferendosi all’ultimo assestamento di novembre – che il consuntivo sarebbe stato molto diverso, a causa delle ricadute finanziarie del terremoto. E invece – ha sottolineato – nonostante lo shock il bilancio si presenta in equilibrio”. Il concetto di equilibrio non è solo una valutazione politica, ma viene dritto dritto dai numeri. L’esercizio si chiude infatti con un avanzo di 1,347 milioni di euro, che deriva dalla differenza algebrica tra minori spese per 12,233 milioni e da minori entrate per 10,886. Va da sé che il fattore condizionante è stato per entrambe le voci il terremoto, che ha comportato risparmi sulla gestione, per esempio, di scuole e centri estivi, ma nel contempo ha richiesto uno sforzo cospicuo sul fronte dei Servizi sociali e della Polizia locale.
L’avanzo è composto per 617 mila euro dalla gestione di competenza e per 730 mila dai residui. Togliendo dunque dall’avanzo di competenza 2012 i 515 mila euro di quello applicato nel 2011, restano 101 mila euro, quasi tutti derivanti dall’eliminazione del fondo svalutazione crediti. Ecco perché si parla in “equilibrio” fra entrate e spese complessive (correnti più investimenti), per un bilancio da 44 milioni di euro.
Nella parte corrente, la voce “entrate”, pari a 39,663 milioni, è costituita per quasi l’80 per cento dai trasferimenti dai Comuni e per il 13 per cento circa dai proventi delle attività educative e scolastiche. E nella spesa corrente la parte del leone la fanno invece quella per i servizi (41 per cento) e per il personale, che incide per il 38 per cento. “I raffronti – ha ammonito Schena – occorre farli comunque per periodi paragonabili, considerando, per esempio, il passaggio all’Unione dei Servizi sociali avvenuto nel 2011. Tenendo conto di questo – ha aggiunto – si evidenzia la sostanziale tenuta nella spesa per servizi e personale, il che conferma che l’Unione spende esattamente quel che spendevano i Comuni”.
Il che, pur con il terremoto di mezzo, non è esattamente quel che ci si aspetterebbe dall’Unione, vista la quantità di enunciazioni del termine “sinergie” che sempre accompagna ogni considerazione sull’Ente.
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Il Presidente ha anche risposto a quesiti e richieste di chiarimento. Precisando per esempio che il basso livello di indebitamento (1,81 per cento) si spiega con i pochi investimenti effettuati nel corso dell’esercizio (poco più di 1 mlione di euro); che i pagamenti dei debiti alle aziende fornitrici – mancando ancora il bilancio preventivo – avviene per dodicesimi; e che non sono stati sospesi i pagamenti per edilizia scoalstica o attrezzature impiantistiche, perché l’Unione non è soggetta al patto di stabilità al quale debbono invece sosttostare i Comuni.
Le considerazioni più critiche sono arrivate da Filippo Rossi, consigliere della Lega Nord di Campogalliano, che ha rilevato la contrazione delle percentuale di copertura delle spese per i servizi a domanda individuale per effetto della crisi. Nel produrre indicatori Isee più bassi, secondo il Consigliere la situazione economica di tante famiglie dovrebbe indurre a razionalizzare la spesa per incidere meno sull’utenza: “Occorre non dare per certi determinati servizi – ha poi aggiunto –, ma solo quelli necessari, fornendoli a minor costo”. E, nell’affermare che nessun nuovo servizio dovrebbe essere trasferito all’Unione prima di un referendum sul Comune unico, ha aperto le cateratte della discussione identitaria, di cui si diceva in apertura, nella quale sono intervenuti anche Marco Bagnoli e lo stesso Schena, per negare che al Comune unico si possa arrivare per referendum. Fortuna ha voluto che il tifo juventino, pare condiviso da Schena e dal dirimpettaio leghista, visto l’approssimarsi dell’inizio della partita di Champions con il Bayern, abbia indotto a chiuder rapidamente la discussione. Lasciando il solo Paolo Zironi, del Pd, ad argomentare “…che dobbiamo uscire da questa situazione di crisi per aumentare le disponibilità delle famiglie”. Parole sante.   

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