26/05/13

Dal primo Gennaio 2014, comune di Carpi, Novi e Soliera ? Per ora no, pero' ...


Comuni, si cambia. Dal 1^ gennaio 2014 partirà l’attuazione della riforma che prevede, anche in Emilia-Romagna, la gestione in forma associata di funzioni e servizi importanti: dal sociale alla polizia municipale, dalla pianificazione territoriale alla protezione civile. Ciò potrà avvenire tramite le Unioni di Comunio con convenzioni o associazioni intercomunali. Un’ulteriore scelta può essere quella della fusione, strada che alcuni Comuni hanno già intrapreso e che altri si accingono a prendere.
Dopo la prima, tra i cinque Comuni della Valle del Samoggia, in provincia di Bologna, nuove fusioni si prospettano infatti in Emilia-Romagna. Imminente potrebbe essere quella tra due dei tre Comuni dell’Unione del Rubicone, Savignano sul Rubicone e San Mauro Pascoli, in provincia di Forlì-Cesena, dove si attende l’esito del prossimo referendum convocato per il 9 giugno.
Prevista dall’articolo 133 della Costituzione, la fusione consiste in un processo di accorpamento e soppressione di più Comuni preesistenti finalizzato ad istituire un nuovo Comune unico. La stessa Carta costituzionale demanda alla Regione la titolarità dell’iniziativa, “sentite le popolazioni interessate”.
Razionalizzazione dei servizi e della spesa, riduzione dei costi degli organismi rappresentativi (sindaco, assessori e consiglieri), finanziamenti garantiti al nuovo Comune unico per diversi anni dallo Stato e dalla Regione sono alcuni dei potenziali punti di forza di questo tipo di progetto. Al contempo, il dibattito sollevato nelle comunità dove si discute di fusione fa risaltare come sia molto sentito il rischio di una perdita di rappresentanza equamente distribuita in tutti i territori del nuovo comune così come la richiesta di garanzie su quella che sarà la distribuzione dei servizi.
Ecco perché la scelta di fusione tra Comuni è un processo per il quale le norme nazionali e regionali considerano necessario il coinvolgimento dei cittadini al momento della decisione. Di qui l’obbligatorietà del referendum consultivo per ogni progetto di fusione. Più in generale, va anche detto che i Comuni possono attivare forme di coinvolgimento e confronto con la popolazione su tematiche di interesse pubblico per le quali si debba giungere a una mediazione, pratiche previste e incentivate dalla legge regionale sulla partecipazione (L.r.3/2010). Nel caso di progetti di fusione, i Comuni potrebbero quindi avviare queste procedure di partecipazione prima di deliberare la fusione stessa in Consiglio comunale.

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