26/01/14

Ce la farà, Don Ivo Silingardi, a far togliere il cappello a Florio Magnanini, direttore di VOCE ? . Si parla del fiume Secchia.

...Poi alla fine vi spiego come " mi è saltato in testa ", il titolo ...

DB


Titolo non originale di VOCE,  ma del " direttore " di novigiudiforma, qui:

Alluvione: UNA TRAGEDIA ANNUNCIATA.

Fonte: www.voce.it

Carpi – Mai termine si rivelò più appropriato di Terre d’Argine, per il tratto della media pianura modenese attraversato dal Secchia. Per dire di quanto l’agricoltura, l’economia, il paesaggio, la storia di questi territori dipendano da quelle sopraelevazioni. Come tutte le opere dell’uomo, però, sono soggette a deperimento: e sta proprio qui, il punto. Questo giornale si occupa da tempo dell’argomento. Qualche titolo: “Abbassiamo il fiume, più che alzare i ponti” (10 novenbre 2011); “Il Secchia inquieta: golene sempre sotto” (24 novembre 2011); “Straripa la rabbia sull’Aipo” (26 gennaio 2012); “Secchia e vecchie paure: l’Aipo fa meno manutenzione” (1 dicembre 2012). Per dire che si avvertiva la sensazione di fragilità collegata a un fiume il cui letto non viene dragato dal 1974. E’ un furto di metri cubi sottratti allo scorrimento che inevitabilmente, nei momenti di piena, si traduce in una maggior pressione sugli argini. Si aggiunga che la rotta si è verificata in un un tratto del Secchia in cui il fiume è stato “canalizzato”, con un alveo più stretto e raddrizzato, al punto da far ritenere superflue le golene, indispensabili invece, dove si incurva, erodendo le sponde. Le golene cominciano poco più avanti, appena oltre il ponte dell’Uccellino e fiancheggiano l’andamento sinuoso del fiume: dappertutto, appunto, meno che in zona Albareto.
Se si somma a un fondo che non viene dragato da più di 40 anni un alveo più stretto, si ottiene una pressione ancor più forte sugli argini. Che, già soggetti alle filtrazioni sotterranee o fontanazzi (il 27 agosto 2012 l’Aipo, Autorità interregionale per il Po, scriveva al Sindaco di Cavezzo che sono concentrati soprattutto nei Comuni di Bastiglia, Bomporto, San Prospero, Cavezzo, San Possidonio, in destra Secchia), vengono non da oggi, ma da sempre indeboliti dalle tane di volpi e tassi, molto più che dalle nutrie, abituate a vivere a stretto contatto con l’acqua. Un ulteriore fattore di indebolimento sono state sfalciature attuate anche all’esterno e non solo sulla parte interna. Alveo intasato, pressione maggiore e indebolimento degli argini, crolli continui anche parziali che vanno a riempire l’alveo: è questo il circolo vizioso dissennato all’origine delle rotte.
In compenso, qualche tempo fa, si sono spesi tre milioni di euro per alzare di una trentina di centimetri gli argini: e non si è ancora capito chi sia stato il responsabile di questa bella pensata.




Il punto di rottura dell'argine


23 Gennaio 2014: " Lago " di Camposanto, alle 7.50







Don Camillo Peppone e la benedizione del fiume:



Davide Boldrin




2 commenti:

  1. Io ho letto l'ultimo numero di VOCE e se corrispondono a verità quanto Magnanini ha riportato, la colpa è dell'uomo, ma non dei cittadini che hanno subìto il danno, ma degli uomini responsabile della cura e manutenzione del fiume. Io non me ne intendo però ogni anno mi arriva da pagare una tassa chiamata "bonifica", cosa se ne fanno di quei soldi? Dove vanno a finire? Poi non capisco il tuo titolo: "Riuscirà don Ivo a togliere il cappello a Florio Magnanini"?? Cos'è? Cosa vuol dire?

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  2. ....clicca sul link in fondo al post, e guarda il video...

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