08/02/14

Sei di Carpi, Rovereto, Novi ... anche se leggi VOCE.

Fonte: www.voce.it



Una Carpi che non c'è più 
E in rete si naviga fra miti, nostalgie sorrisi e ricordi

Di Florio Magnanini.

Carpi – L'aggettivo che ricorre più spesso nei post di “Sei di Carpi se…”, gruppo sorto per primo, anche se non è più il solo, è “mitico”. Ed è normale, perché nei ricordi la realtà trascolora e sfuma nella dimensione della favola, perde i contorni di un vissuto che magari, al momento, non aveva alcunchè di leggendario, ma solo la prosaicità del quotidiano. E' difficile, comunque, organizzare per categorie la materia enorme dei commenti pervenuti fin dai primi minuti di apertura del gruppo. 

Intanto, un posto d'onore va riservato ad alcuni autentici cimeli fotografici. Luca Semellini, per esempio, scrive “Sei di Carpi se hai il biglietto del concerto…” che un 27enne Vasco Rossi avrebbe dovuto tenere
al Picchio Verde nel 1979, poi annullato per la morte del padre. E Ruggero Po, uno dei più assidui del gruppo, posta una foto con Brunella Ascari impegnata a intervistare Lucio Battisti alla Grotta Azzurra, anni
Settanta: per dire che non si è di Carpi se non si era lì, in quella circostanza. Poi c'è la condivisione del ricordo di alcune figure: da Holly al vigile Texas, passando per Sivòla, Mezanot, la Marina, Rumlèina,
Piccinini, il Nano, il povero Benci delle caldarroste, Gioia, Fumagalli, Pipi e molti altri. Non si può essere di Carpi se non li si è almeno sentiti menzionare. Altra categoria: gli oggetti. Ce n'è una quantità,  nel gruppo: la macchina da magliaia, il Ciao, la cassettina di ferro della Cassa di Risparmio, i miniassegni da cento lire della Bper, i paciocchini, le figurine Panini, i walker del London Boys, la sveglia del Mulino Bianco, le scarpe Fornarina, la Maglieria Magica di Barbie (si cominciava
presto, a tessere…).  Il dialetto, con i suoi motti divenuti epigrafi (“I maròun ed Fanti” se li ricordano tutti), si presta molto, in diversi commenti, a verificare il possesso di un certificato di carpigianità. Si capisce che tutti lo parlano, ma pochi lo sanno tradurre nella scrittura: impresa oggettivamente difficile. Poi magari uno butta lì la sfida (Sei di Carpi se sai…) su che cosa sia un linguòr: e arrivano le risposte più strampalate. Altra categoria densa: i luoghi. Al primo posto vengono i bar, le pizzerie, i ristoranti e i ritrovi: Scacco Matto, Bar Jolly, Bar Derby, Bar Manzoni, Bar Gorizia, King of King, Base Tre, gli Incaz (gettonatissimi), il Bar dei Muti, la Perugina, Isidoro e poi Biagino, la Capannina, la Grotta Azzurra, il Tuwat (altro genere, già un po'
Berlino), la Vecchia Carpi, il Fantasia, il Picchio Verde, il Fox Trot, il Bar Teatro di Vittorio, Da Giorgio, il Tre Corone, il Cucco Magnani, l'Ancora, il K2, il primo e per molto tempo unico ristorante cinese in
via Trento Trieste.  Ma fra i luoghi molti ricordano anche quelli della semplice consuetudine
cittadina: l'aeroporto con le Frecce Tricolori, la fiera al Foro Boario, la “catena”, il parco con le giostrine comunali (gratuite), la pista da pattinaggio, il campo dell'Eden. Ci sono i negozi: Palmati, le salumerie Lusetti e Corsi, le pasticcerie Mailli e San Nicolò, lo Smilzo, al Mudnisèin, Rancan, Valdez, l'Ente comunale, Tirabassi per i dischi, il Paese dei Balocchi per i giocattoli e l'Idea di Palmiro per tutto il resto: ma prevale il ricordo di forni e di negozi di generi alimentari, segno evidente di una privazione molto avvertita oggi in
centro. Compare fra i ricordi anche una memorabile riproduzione di una pagina del Carlino del 1982, con giovani alternativi dell'epoca – oggi stimati professionisti, artigiani, commercianti, consulenti finanziari e
pubblici amministratori – fotografati alla maniera dei ricercati sotto il titolo: “Processo al Mattatoio: ma è proprio vero che è un circolo di drogati e di teppisti?”. Al tempo non usavano le querele. Anche le radio
fanno memoria: al post “Sei di Carpi se per te la radio è una sola, Radio Bruno” di Mara Profumeria, segue una sfilza di “no” che fanno indispettire Clarissa Martinelli (“Nessuno è profeta in patria”), ma era solo per
ricordare anche Canale 7 e Radio Azzurra. Si evocano molto i concerti, le compagnie, le classi e i docenti, i “belli” ambiti dalle ragazze, come Brioni e Dino Tirelli. Per il genere colto, Saverio Catellani piazza lì un
implacabile: “Sei di Carpi se della storia cittadina sai la vicenda di Alberto Pio e poi passi subito alla seconda guerra mondiale. In mezzo niente”. Qualcuno lo corregge, stando al gioco: la “vicenda di Alberto Pio”, che roba è ?

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