28/12/15

Miracolo di Natale. Un po' come nei film mielosi americani, ma a volte succede. Ad esempio, un funerale...

E' che oggi sono andato al funerale di una persona che non conoscevo. Mai vista. Ma che avevo imparato a conoscere per interposta persona, dato che per pochi mesi è stata l'insegnante di una delle mie figlie. E vi assicuro, che si vede quando un insegnante affascina. Quando è " vera ".

Il miracolo ? Beh, è morta il 25 Dicembre, la chiesa era piena di allievi commossi, alla fine della funzione poi, all'ultima benedizione, persino il sole è spuntato per un attimo. E tutti si son girati a vedere 'sto raggio che arrivava dalla vetrata,in chiesa, proprio sulla bara.

E io, ringrazio. Buoni testimoni servono. I figli son nostri, ma son mica nostri...


Davide Boldrin

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Ricordo della prof.ssa Margherita Chiesi

Carissima Margherita, donna umile e modesta, umanamente e spiritualmente ricca nella tua interiorità, e' difficile trovare le parole per dirti addio, ma altrettanto difficile e' tacere perché impossibile e' dimenticarti. Da anni, ormai, abbiamo condiviso le classi, le discipline umanistiche, le riflessioni sui nostri studenti, sempre rivolte al bene e alla loro crescita umana e culturale. La tua perdita e' per me un vuoto incolmabile che mi provoca un certo smarrimento, pur nella consapevolezza e nel conforto che ormai per te gli orizzonti sono ben più alti e pieni di prima. Mi mancheranno la tua presenza costante e la tua voce squillante che faceva vibrare i muri delle nostre aule, spesso attigue, e che ancora risuonano della profondità dei tuoi insegnamenti e della passione viscerale con cui trasmettevi le tue conoscenze. Pochi giorni fa mi hai detto: "La scuola e' la mia vita", ma tutti già lo sapevamo e lo abbiamo sempre percepito, standoti accanto. Sorda di fronte al male che ti ha portato via, fino all'ultimo, nonostante i ripetuti inviti e solleciti miei e dei colleghi continuavi a ripetermi: "Quando sono a scuola, in classe, sto bene e non avverto più alcun male". Grazie allora Margherita cara, per la tua sincerità e lealtà, doti oggi non comuni, per la tua schiettezza e trasparenza, a tratti quasi fanciullesca, che ti ha reso apprezzata e amata da tanti studenti a cui hai illuminato la via spesso faticosa, ma altrettanto gratificante del sapere. E' consolante pensare che un vero maestro non muore mai, ma continua a vivere nel pensiero, nelle conoscenze, negli insegnamenti che ha trasmesso e grazie ai quali i suoi studenti si sono arricchiti, divenendo eredi di uno dei beni più preziosi. Custodiro' per sempre il tuo ricordo con la stima e l'affetto che meriti. Silvia Malagoli
Un affezionato ricordo per chi ci ha insegnato che pipto non vola come petomai, che Ulisse anà guarda l'orizzonte e katà la terra, e soprattutto che... PAAssivo!Classe IV C 2008/2009
Appena un’ora dopo il mio ingresso al liceo Muratori, nel settembre 2009, la prof Chiesi è stata la prima docente con cui ho avuto un impatto diretto. Avevo sentito parlare di lei come di una donna severa e poco amante dei convenevoli: questo, effettivamente, faceva parte sia del suo carattere che del suo modo di comportarsi con noi ginnasiali. Quel primo giorno arrivavamo, inesperti, da realtà diverse, ma lei ci ha subito voluti conoscere con domande semplici ed esigenti e ci ha parificati tutti. Ben presto ci si è resi conto che, ad esempio, nelle sue materie i voti contavano relativamente: soprattutto nei temi, ciascuno riceveva un giudizio articolato, con un vero e proprio dibattito appassionato in classe, e solo dopo la prof comunicava un numero, spesso ingeneroso e pieno di ammonimenti, ma anche d’incoraggiamenti per il futuro. Ogni giorno dei due anni che abbiamo trascorso insieme, ha insegnato a me e ai miei compagni che cos’è lo spirito critico (con parole che difficilmente dimenticherò), in cosa consiste l’accuratezza linguistica e cosa occorre per scrivere un testo tale da sostenere una precisa tesi ed essere al contempo quasi inespugnabile. Insieme leggevamo tantissimo. Le ore di italiano erano gioia e sfinimento al tempo stesso: a partire dalle avventure di “Marcovaldo” di Italo Calvino fino ai “Promessi Sposi”, pagina per pagina si doveva cercare… tutto. Andavano citati a memoria e condivisi ad alta voce gli elementi sintattici, linguistici, stilistici, storici, i richiami ad altri testi o passaggi, gli aggettivi caratterizzanti, i deittici di vicinanza o lontananza, le allegorie, le metafore e le similitudini, gli incisi, gli excursus, i dialoghi, la psicologia dei personaggi e l’andamento della trama nei minimi dettagli. In un batter d’occhio passavamo da Manzoni all’Eneide (rigorosamente in latino), da Pirandello alle operette morali di Leopardi: lavorando così profondamente sui testi, si è finito per fare un programma amplissimo. La prof Chiesi interrogava ogni giorno, con rigore e simpatia: conduceva dialoghi infiniti, lasciandoci esprimere ma arricchendo e guidando le nostre osservazioni, in direzioni tanto affascinanti quanto a volte per noi parzialmente incomprensibili. Tutti partecipavano, i toni di voce erano sempre ben sostenuti, a volte esultanti e a volte un po’ impauriti, se non si rispondeva correttamente. Con la letteratura come comburente, a quattordici, quindici anni abbiamo affrontato temi quali lo straniamento dell’uomo, l’alienazione psichica, il vociare incessante del progresso, la rigidità inconfutabile della natura, la dimensione dell’amore fraterno, eroico, drammatico. Anche l’insegnamento della storia era accuratissimo, fatto di tanti appunti e narrazioni coinvolgenti: probabilmente, se non fosse stato per quelle ore, adesso non ricorderei più nulla della battaglia di Salamina e non avrei sviluppato tecniche per gli appunti utili anche all’università. Se al triennio ci si concentra con rigore sulle discipline, il ginnasio per me, come credo per molti altri, è stato il tempo della crescita, perché la prof Chiesi ci metteva continuamente in discussione; quel che sono ora lo devo anche a certe correzioni su cui m’incupivo. Ma la prof Chiesi non era solo questo: oltre a essere un’insegnante di alto livello era anche una persona decisa e orgogliosa, con una grande fede cristiana e idee che non esitava talvolta a comunicarci. “Parresia” (“παρρησία”), ci ripeteva spesso durante le lezioni più disparate: letteralmente “dire tutto”, avere la facoltà, la libertà e a volte anche l’impudenza di esprimersi liberamente. Com’è vero che le parole in greco non sono mai semanticamente circoscritte, l’espressione è stata usata nel corso dei secoli per indicare democrazia, libertà fisica e politica, possibilità di prender parola in assemblea, ambizione dinamica alla guida, mancanza di timore nei confronti del sovrano, potere di agire del singolo, espressione del logos, franchezza filosofica, spiritualità e illuminazione. Il filosofo Michel Foucault nel 1983, poco prima di morire, ha tenuto alcune lezioni al Collège de France proprio su questo termine. Credo che la parresia nella vita della prof Chiesi abbia assunto innumerevoli sfumature: quella che abbiamo avuto la fortuna di vivere è stata l’arte di forgiare le anime. Maria Francesca Di Feo
Quello con la professoressa Chiesi è stato per me un incontro straordinario. Tanto la sua cultura mi affascinava, quanto la sua umanità mi avvolgeva. Di fronte alla nostra esuberante e chiassosa giovinezza fingeva di scandalizzarsi, ma la sua espressione divertita tradiva un'implicita approvazione. Quando poi ci aprostrofava con un sonoro "vergognosissimi", sentivo che il suo sguardo su di noi restava sempre benevolo, anche nella critica. Grazie prof. per tutto quello che mi hai insegnato: non ti dimenticherò mai. Agnese Cassiani
Con Margherita perdo un'amica vera. Sentirò tanto la sua mancanza. Era autentica, semplice, sincera al punto da non pensare che avrebbe potuto così procurarsi danno. Si esponeva senza alcun riguardo alla disponibilità per gli altri e alla dedizione per il lavoro. Era disposta al sacrificio con una naturalezza disarmante. La sua umiltà e la sua modestia sconcertavano, una volta che si venivano a scoprire i suoi meriti culturali e la sua generosità. Trovavo in lei un contributo di sapere e professionalità inesauribili
e ricorrevo volentieri al suo aiuto, che mi veniva prestato con spontaneità, ma soprattutto ricevevo da lei comprensione umana, affetto, solidarietà, confidenza senza riserve. Non si poteva non volerle bene. Mai come nel momento in cui la perdo mi rendo conto di quanto le ero affezionata, di quanto mi mancherà, di quanto era amata da amici, colleghi, studenti, che le sono stati vicini in gran numero fino alla fine. Ci ha dato conforto scoprire reciprocamente il nostro attaccamento per lei. Come insegnante era stimata per l'eccezionale competenza e la rigorosa correttezza. Dava il massimo ai suoi alunni, facendoli crescere come studenti e come persone, in un dialogo attento e costante. Donava consistenza alla reputazione del nostro liceo con il valore profondamente formativo del suo insegnamento, apprezzato dai ragazzi, dalle loro famiglie e dai colleghi. Il suo ricordo è una ricchezza che ci accompagnerà. Caterina Bonasegla
 
Come si può riassumere la prof Chiesi in poche righe? Una donna straordinaria, una forza della natura la cui passione per l'insegnamento era contagiosa. Una sorta di mentore per noi studenti, ci ha insegnato il valore della costanza e che buoni frutti conseguono solo al duro lavoro.
Conosceva i punti deboli degli studenti e ci poneva davanti a continue sfide perché fossimo spronati a migliorarci. Una persona che è impossibile incontrare rimanendo indifferente, è stata per me un punto di riferimento, devo a lei l'amore è l'entusiasmo che ho nel frequentare la scuola e nell'imparare. Alice 2^A
La ringrazierò per sempre per avermi trasmesso, grazie alla straordinaria passione che aveva per l'insegnamento, l'amore per uno studio critico, mai solo nozionistico
e sempre teso all'approfondimento . È stata l'insegnante più importante nella mia carriera scolastica.  Andrea Pradelli

"Che meraviglia!": queste le parole  che spesso sentivamo risuonare per i corridoi della scuola e che ci torneranno sempre in mente nel ricordarla.
Grazie, prof Chiesi, per averci insegnato a stupirci costantemente di fronte alla bellezza di quanto ci spiegava. Grazie per averlo fatto con una dedizione, una passione e una gratuità davvero disarmanti, senza mai risparmiarsi nell'approfondire né lasciare nulla di irrisolto. Grazie per essere stata un esempio indimenticabile di vita, di semplicità e di amore. Non la dimenticheremo!Francesca Tampieri e Matteo Boschini

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