10/07/16

Io, Davide Boldrin, onoratissimo e fiero, di essere un operaio. Dedicato a chi coglie.

Succedono cose nella vita. E mi perdonerete se sono un po' criptico. Resta il fatto che ci sono circostanze, che fanno volere un po' più bene a ciò che si fa quotidianamente.

Davide Boldrin


 


“Un tempo gli operai non erano servi. Lavoravano. Coltivavano un onore, assoluto, come si addice a un onore. La gamba di una sedia doveva essere ben fatta. Era naturale, era inteso. Era un primato. Non occorreva che fosse ben fatta per il salario, o in modo proporzionale al salario. Non doveva essere ben fatta per il padrone, né per gli intenditori, né per i clienti del padrone. Doveva essere ben fatta di per sé, in sé, nella sua stessa natura. Una tradizione venuta, risalita dal profondo della razza, una storia, un assoluto, un onore esigevano che quella gamba di sedia fosse ben fatta. E ogni parte della sedia fosse ben fatta. E ogni parte della sedia che non si vedeva era lavorata con la medesima perfezione delle parti che si vedevano. Secondo lo stesso principio delle cattedrali.
E sono solo io – io ormai così imbastardito – a farla adesso tanto lunga. Per loro, in loro non c’era allora neppure l’ombra di una riflessione. Il lavoro stava là. Si lavorava bene. Non si trattava di essere visti o di non essere visti. Era il lavoro in sé che doveva essere ben fatto”
Charles Pèguy – L’argent – 1914

VIDEO, perché lavorare, è pregare:  https://youtu.be/KmqR5E5uFa8




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