27/01/18

Boldrin-Peter Sellers, quasi ten years later ... ( come nei film ).

PREMESSA: Gennaio 2018, ora. Il 4 marzo prossimo venturo si voterà alle politiche. Sono passati quasi 10 anni da allora. In quel tempo ero considerato una persona politicamente pittoresca, inaffidabile, e alquanto bizzarra. E devo ammettere che su quello poi, nel tempo, ci ho calcato la mano apposta. Potrei dire che ho sempre recitato una parte, e che comunque mi è venuta bene.

Bastava lasciarsi andare a una certa impulsività comune poi a tutti, senza trattenersi. Solo chi mi conosce bene, lo ha sempre capito.

Cosi sono sempre riuscito a mantenere l'attenzione sulla mia persona. Confesso che ho sempre usato il metodo " che se ne parli bene, che se ne parli male, l'importante è che se ne parli ".

Non è detto che non torni ad usarla. E' un fattore di semplice opportunità.

Succede anche che poi le cose cambino un po' nel tempo, e ad esempio certe idee politiche in cui si credeva realmente, ora paiono appunto un ricordo lontano. Certo, ci sono idee alla radice che non si cambiano, ma le modalità per esprimere certi, chiamiamoli, valori, variano a seconda della contestualizzazione. Ad esempio la crisi economica e un terremoto, ecc. non sono insignificanti sulla pelle di una persona. Ve lo posso garantire. E matura un certo pragmatismo che poi si è visto.

Detto ciò, dopo aver visto determinate candidature del PD ( Lorenzin nel modenese, e Casini nel bolognese ), anche oggi uno dei miei soliti " IO VE LO AVEVO DETTO ". Qualcuno potrà anche malignare " a spararne tante, qualcuna la ci si azzecca per forza "  , ma spiacenti, la politica io la conosco bene. Nel bene e nel male. E' la mia passione. Niente di più. E I FATTI MI COSANO ( cit. ). L'articolo sotto è per certi aspetti irrisorio ( contesto storico diverso ) ma a questo punto mi pare di essere più Forrest Gump, che Peter Sellers ... ( io c'ero sempre, dappertutto ...).




Il segretario UDC per Carpi e Novi... almost ten years ago:


VIA DAL PARTITO DI CASINI PERCHE' CONTRARIO

15 OTTOBRE 2008

Contatti tra Udc e Pd? Ma Boldrin è indisposto

NOVI – “Ritengo doveroso comunicare ai miei elettori, colleghi, consiglieri, all’amministrazione, ai cittadini tutti che, dopo lunga e attenta riflessione sugli scenari futuri a livello nazionale ( N.d.Boldrin: qui si sprecavano i " te sei mica a posto " ...) e soprattutto locale, non ritengo più opportuno rientrare personalmente in un progetto politico e partitico che non condivido in modo completo”. Convocata la folta platea di ascoltatori virtuali, Davide Boldrin, 37 anni, di professione agente di commercio, consigliere comunale a Novi per la Casa delle Libertà, ha inteso comunicare che lui, dalla primavera scorsa responsabile Udc per la zona dopo che buona parte del partito locale se n’era andato con Carlo Giovanardi, non sta più con Pier Ferdinando Casini. E questo perché, scrive nello stesso comunicato, “…per l’Udc si ipotizzano eventuali alleanze con il Pd a livello locale, cosa che mi vede in completo disaccordo, ritenendomi io, comunque, membro e rappresentante di centro destra”. E, per fugare ogni dubbio, conclude: “Politicamente parlando, non sono cresciuto nell’Udc, ma in primis, con altri colleghi, nella CdL Novi, lista politica locale di centro destra”. Non è, sia ben chiaro, la solita polemichetta novese. Qui, con l’ingenuo incedere di un Peter Sellers nella villa di “Hollywood Party” (ricordate? era l’invitato che distruggeva tutto quel che toccava con una finta nonchalance che dissimulava una disastrosa goffaggine) un Consigliere comunale sta infrangendo, prima ancora che sia venuto alla luce, un sottile gioco di trame e confronti. Quello, per capirci, che si starebbe intrecciando fra una Udc provinciale, uscita molto meno peggio di quel che temesse dal voto del 13 aprile, e gli stati maggiori del Pd in cerca disperata di alleati in vista delle prossime Amministrative: in alcune realtà – Formigine, Sassuolo e c’è chi dice anche Modena, Provincia e Comune – addirittura per poter vincere; in altre, solo per dare il senso politico di una scelta verso il centro e di una presa di distanze dalla sinistra radicale. Solo segnali, prese di contatto nebulose, dove la nebbia pare regnare soprattutto ai piani alti del Pd, eternamente indecisi sull’impronta da dare alle alleanze (Casini esclude Di Pietro, per esempio). E sono segnali per di più concomitanti con un annuncio – l’ex assessore di Vignola della Margherita, Paolo Morselli, entrato nell’Udc lascia la Giunta di centro sinistra – che parrebbe di natura del tutto diversa e lascia intendere come l’Udc, nei suoi contatti con i Democratici, stia quanto meno alzando molto la posta e niente per ora sia scontato. Ma ecco che su tutto questo fragile castello esplorativo irrompe Peter Sellers-Boldrin che, oltre a rivelare indirettamente i contatti, li scompiglia in nome di un Centro fatto “delle varie identità cattoliche del panorama italiano, senza concessione sui contenuti” e lascia l’Udc, perché convinto che “…per condividere progetti politici, soprattutto finalizzati al bene comune, anche con l’avversario, non sia necessario rinnegare la propria identità politica”. Insomma, lui è stato eletto nel centro destra, e lì vuole stare. Come si addice a uno che “al solo ipotizzare anche fantasticamente di allearmi politicamente con quel partito (ex Ds e Margherita) sto male fisicamente”, ha scritto in una lettera “agli amici dell’Udc”, elencando i sintomi: “mal di stomaco, ansia”, oltre a irrigidimenti muscolari e sudori in tutto il corpo. Niente dissenteria, per fortuna, anche se lui non lo precisa. Ha aggiunto invece che “a me Casini è estremamente antipatico, Cesa non ne parliamo, Buttiglione invece no”. Per rendersi conto di queste idiosincrasie, alcune delle quali con complicazioni al sistema neuro vegetativo, Boldrin ammette, nella stessa lettera, che ha avuto bisogno di un “gravoso impegno lavorativo”, ma “le vie del Signore – commenta – sono infinite” La sua, per esempio, è partita da posizioni di sinistra radicale – ha confidato una volta – cui non erano estranee certe seduzioni del buon vivere. Inviato però dai “compagni” contro le truppe di Comunione e Liberazione, è stato contagiato all’improvviso dal “virus di don Giussani” (parole sue). Al punto da lasciare i vecchi lidi e da adottare il motto che tuttora più lo connota: “Mi dà fastidio tutto quel che dà fastidio alla Chiesa”. Sarebbe stato comunque difficile, per l’Udc, ammesso che ci abbiano mai pensato, portarlo in una qualunque forma di alleanza con il Pd. Glielo avrebbero impedito le sue condizioni di salute.



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