16/08/10

Ma davvero il Socialismo Reale non esiste più ?

Dato che a NOVI e dintorni rimpiangono il COMUNISMO, e qualcuno afferma che era una Cosa giusta e bella per tutti, che dove è rimasto, tutto sommato si sta bene.....Ricevo e Pubblico.
Io a CUBA per fortuna non ci sono mai stato, per 2 Ragioni. La prima "i schei" , la seconda è che io sarò uno di quelli che chiederà la Tessera del PD o del partito di sinistra che è in voga in quel momento, se saprò che stò per morire...(è una famosa barzelletta..)
Davide Boldrin

Le ferie? Fatele a MATANZAS...

1. Occhiali da sole per... non vedenti

Chi va a Cuba per ferie, di solito cerca il sole e il mare. Capita però che, una volta sul posto, magari mentre fa il bagno, sia incuriosito da alcuni strani comportamenti - come il sentirsi proporre le treccine ai capelli perché "non ho il permesso per farle a riva" -, inizia a farsi domande sulla vita quotidiana a Cuba.

Già: a Cuba non si lavora senza permesso statale ma, purtroppo, la nostra esperienza del vissuto quotidiano cubano si limita a qualche scambio di battute con il barista, il cameriere o con il giardiniere che furtivamente e con timore gli propone una noce di cocco per un "peso convertibile" (CUC). Insomma, accade che il turista non si renda conto di venir collocato in un'oasi artificiale, resa il più possibile simile al suo stile di vita, ma del tutto diversa da quello degli abitanti dell'isola.

Eppure, il primo dubbio dovrebbe venirgli appena sceso dall'aereo, quando ha bisogno di comprare una qualunque cosa: il turista deve usare il "peso CUC", che è proibito al cittadino cubano. Non si tratta solo di un modo con cui il regime lucra sul cambio valuta, ma anche di un sistema per controllare i suoi movimenti sull'isola e gli extra dei cubani che sono a contatto con i turisti.

Forse nemmeno ci si accorge che in ogni Hotel, anche partecipato da società estere, vi sono tre tipologie di vigilanza: personale che gira - anche in spiaggia - in camicia bianca, cravatta e telefono di servizio; polizia di Stato stanziata nei paraggi dell'Hotel che interviene in pochi minuti su richiesta degli uomini in camicia bianca; polizia segreta mescolata al personale di servizio, con compiti soprattutto di sorveglianza del personale.

Ma tant'è: la bellezza del luogo, l'amabilità degli isolani e il pensiero delle meritate ferie non permettono al turista di cogliere immediatamente tanti particolari significativi, come quello del passaggio attraverso un apparente casello autostradale, che è in realtà un posto di controllo per identificare chi accede alle cittadine costruite per noi "capitalisti", dal costo inarrivabile per un cubano che non sia membro della Nomenklatura, un campione sportivo o simili.

Iniziamo allora dalla parte a mio avviso meno importante: quella economica.

2. Non povertà ma miseria

Il Pil procapite potete trovarvelo in rete: Cuba è subito dopo la Bolivia (socialista) e prima dell'India (socialista): siamo quasi ai livelli di Haiti

I cubani hanno in pratica tutti lo stesso salario, corrispondente a ca. 25 euro mensili, che sono sufficienti ad acquistare i generi di prima necessità. La settimana lavorativa è quasi per tutti di 6 giorni per 8 ore.

La quasi totalità del popolo vive, insomma, non in povertà ma nella miseria, con la sola eccezione di chi riceve mance dai turisti, che fanno davvero cambiare la qualità della vita. Così, ingegneri, medici, ecc. fanno a gara per fare i barman o i camerieri: uno dei pochissimi reati che un cubano compie è quello di "rendere inabile" chi lo precede nella graduatoria statale per quel tipo di lavoro.

Tuttavia, chi non vuole vedere obietta: "ma non hanno spese, è tutto pagato dallo Stato!". Certo, ma con che qualità della vita?

Lo stupore di un sedicenne canadese che si trova circondato da tre bellissime e sculettanti quattordicenni locali la dice lunga: sposare lo straniero è il modo più facile per uscire dalla schiavitù socialista.

Persino nella capitale, città quasi senza controlli, basta aggirarsi un'oretta per rilevare le condizioni di degrado e schifo delle "case per tutti" promesse dal socialismo.

Restiamo all'Avana, mercati ortofrutticoli centrali; solo quattro i prodotti in vendita su tutti i banconi: zucca, avocado, banane e lime (quasi tutto marcio).

Non volete sporcarvi le Nike camminando per i vicoli de La Habana Vieja? Basta togliersi gli occhiali da sole mentre si viaggia sul Bus "dorato" per turisti per notare che la "casa per tutti" è spesso fatta con la cassetta della frutta. Ancora: solo due case su tre hanno (ancora!) la cisterna d'acqua di cemento sul tetto e tre su quattro l'antenna della televisione. Non parliamo poi dei paesi dell'interno, come Cardenas, in cui alcuni "turisti non-standard" non hanno nemmeno avuto il coraggio di scendere dal taxi.

Ah, già: i trasporti. A Cuba non c'è il problema del parcheggio e del traffico: quasi nessuno ha un'auto propria (1). I bus sui quali siamo costretti a viaggiare noi turisti - per la paura di essere scoperti non ci hanno fatto salire sul bus per operai neanche alla vista di qualche bella banconota - per i cubani hanno un prezzo stellare: il socialismo, per loro, ha le "guaguas", dei vecchi omnibus dei tempi dell'Urss sul quale la gente viene accatastata come bestie. Le ferrovie risalgono all'epoca di Batista ma non vengono utilizzate, più sotto scoprirete il perché.

Per l'istruzione: ho udito un coraggioso parroco cattolico chiedere quattro volte durante l'omelia domenicale "sanità e istruzione conformi alla dignità umana". E' vero che l’istruzione è gratuita ma una volta conseguito il titolo, il giovane deve restituire allo Stato tutti i costi sostenuti con parte del proprio stipendio, anche per 8-10 anni.

Per la sanità: avendo bisogno di un antistaminico (Dexclorfeniramina, Made in India) e di un integratore salinico (Suero oral, Made in El Salvador) siamo volutamente andati a comprarli in un villaggio: siamo stati serviti subito, ma abbiamo ben notato cinque povere anziane sedute a 40° all'ombra con l'85% di umidità che venivano ignorate dalle farmaciste. Il socialismo non riesce nemmeno a fabbricare le medicine!

3. Cuba libre.

E’ un cocktail che si prepara con Rum bianco, lime e Cola (la Coca Cola è proibita, così come ogni prodotto made in Usa). Non è di questa "libertad" che voglio parlavi, ma di Cuba schiava: se siete cubani residenti nella Regione di Matanzas e volete andare a visitare una Regione limitrofa, dovete presentarvi venti giorni prima alla stazione delle guaguas con la carta d'identità, subire un interrogatorio, fare la prenotazione e tornare dopo due settimane per vedere se vi lasciano acquistare il biglietto.

Invece, i turisti possono uscire dalle loro "oasi artificiali" per visitare l'isola, ma le escursioni riguardano soltanto grossi centri e, di questi, alcuni punti ben limitati e definiti. Tutte si svolgono sotto la guida di personale ben istruito nei dogmi e nella storia della chiesa socialista.

Così, non ho faticato a convincere la mia buona moglie ad evitare le escursioni e - approfittando del fatto che sono madrelingua spagnola e che spesso vengo scambiato per indigeno - a visitare qualcosa di "non previsto". Non voglio essere troppo anti socialista e perciò non vi parlerò di Heredia in Camaguey, ma dell'importante e storica Matanzas, capitale di una delle tredici Regioni in cui è divisa l'isola: 150.000 abitanti a soli 90 Km da La Habana, raggiungibile addirittura via autopista.

Va detto che tutto quanto sopra già descritto (ad es. le vecchie cisterne per l'acqua) si applica ovviamente anche a questa grossa città.

Aggiungo che, a Matanzas, manca la corrente elettrica per sei ore ogni giorno.

Non abbiamo visto locali con aria condizionata, c'erano 38° con l'80% di umidità.

Non abbiamo visto alcun impianto di aria condizionata: i più derelitti dormivano buttati come cani sull'asfalto stradale o negli androni delle case. Se dalle Avenidas principali ci si avventura nelle stradine laterali si è nel massimo degrado: certo, oltre alle case fatte in lamiera o con le cassette della frutta, ve ne sono anche in mattone, ma risalgono all'epoca di Batista e - probabilmente per non aver avuto alcuna forma di manutenzione - sono fatiscenti. Ma abitate.

Peraltro, nei primi mesi dopo il colpo di Stato socialista del 1959, il regime espropriò tutte le proprietà private e solo alcuni anni dopo restituì alcune case confiscate. Così, esiste ancora chi possiede una propria abitazione, ma deve pagare allo Stato l'affitto per i primi venti anni e ad ogni passaggio di proprietà, anche per eredità.

Vi è un unico negozio che vende abiti occidentali: si può entrare in due alla volta e fuori c'è una coda di circa 80 persone. Così, un anziano occidentale firmato Armani, nel miglior ristorante di mattanza, trova la facile compagnia di due bellissime, una bionda e una mora.

Coda pure in farmacia, mentre è certo che i detenuti non hanno diritto all'assistenza sanitaria.

Nessun negozio di frutta e verdura; supermercati sporchi e infestati dalle mosche con solo una ventina di prodotti in vendita.

A Matanzas non abbiamo trovato nessuna edicola per acquistare l'unico periodico in vendita nell'isola: il mitico Granma (2).

Non esiste alcun internet café. Esiste però la possibilità di utilizzare gratuitamente - per un'ora al giorno e sotto sorveglianza - dei vecchi computer (senza accesso ad internet) per imparare ad usarli.

La televisione non l'hanno tutti, ma nei locali pubblici (quando c'è corrente elettrica) si possono vedere i tre canali statali e i due canali che trasmettono in lingua cinese la storia e la cultura del nuovo "grande paese amico": non è possibile vedere nemmeno la sinistrorsa CNN, né inglese né spagnola. Esistono anche reti televisive e radiofoniche locali, tutte sotto il controllo statale.

4. La Chiesa.

Giovanni Paolo II ha ricevuto Fidel Castro in Vaticano nel 1996 e ha ricambiato la visita nel 1998.

Purtroppo, poco tempo dopo, la Segreteria di Stato ha praticamente taciuto su tre fucilazioni e sulle condanne al carcere di 75 dissidenti a Cuba. Si è anche verificato uno scandaloso episodio, nel marzo 2003, di una decorazione fatta al terrorista Fidel Castro da parte della badessa dell'Ordine di Santa Brigida, con il suo contorno di baci e abbracci, sotto gli occhi della televisione cubana e del Cardinale Crescenzio Sepe.

La Chiesa Cattolica è, insomma, fortemente limitata nella sua pastorale: purtroppo abbiamo visto le chiese frequentate principalmente da donne di etnia ispana (le popolazioni nere pare siano progressivamente tornate alla stregoneria della "santeria"). A La Habana viene pubblicato un bollettino pastorale di commento al Vangelo della Messa domenicale, ma arriva nelle parrocchie della Regione di Matanzas dopo settimane.

Il clero ha scarsi strumenti di formazione ma ad alcuni è permesso di andare a studiare all'estero: sebbene sia comunque teologicamente confuso, ha ben chiara la condizione di schiavitù in cui versa il suo gregge e quando parla, parla chiaro e con coraggio.

Alcune chiese vengono restaurate dal regime, come la Chiesa di San Francesco il nuovo de La Habana: espropriata nel 1966 assieme al convento dei francescani, venne restituita nel 1988 (senza però il convento, che il regime si è tenuto). Ora i Padri vivono fuori città. Il regime ha anche permesso l'ingresso di due conventuali sardi, assegnando loro gratuitamente un'abitazione: ricevutala diroccata, è abitabile dopo quattro anni con lavori pagati dagli stessi Padri.

La Cattedrale di Matanzas è in rovina, chiusa da anni "per manutenzione": al contrario le tre logge massoniche di Matanzas - compresa la gigantesca La Verdad - sono vuote, ma in perfetto stato di conservazione. Stesso discorso per la maestosa sede del Grande Oriente Cubano, proprio di fronte alla Chiesa del Sacro Cuore de La Habana.

Concludo. Come a voi, capita anche a me di avere colleghi filo socialisti e altri più ingenui i quali sostengono che il socialismo sia finito: diciamo loro di fare le prossime ferie... a Matanzas!

David Botti
Il 13 agosto 2010, nell'84° compleanno del terrorista Fidel Castro



Bibliografia in rete:

1) http://tinyurl.com/34ybulk
Armando Valladares, Contro ogni speranza. 22 anni nel gulag delle Americhe. Dal fondo delle carceri di Fidel Castro
2) http://tinyurl.com/387od4v
Massimo Caprara, Che Guevara sconosciuto
3) http://tinyurl.com/castroguevara
Stefano Magni, Dalla dittatura di Castro e Che Guevara solo morte e povertà
4) http://digilander.libero.it/cubanos/
Profughi cubani, Prigionieri politici in sciopero della fame sparpagliati in prigioni diverse



Note.

(1) Il socialismo è inefficiente anche nella tecnologia; la dipendenza che un tempo era verso l'Urss ora è verso la Cina socialista: tutte le vecchie auto sono Usa degli anni Cinquanta o Lada degli anni Sessanta. I nuovi mezzi di trasporto sono quasi tutti Yutong e Geely.

(2) Il Granma prende il nome dalla Regione in cui Fidel Castro e altri 82 terroristi, sbarcando nel 1958 da uno yacht, diedero inizio alle stragi che portarono il socialismo al potere. Il numero dell'11-8-2010 dedica tutta l'ultima pagina (in tutto stampa sei pagine in formato A3) ai brillanti sforzi dei tecnici di Pinar del Río, che riescono quotidianamente a riparare ben 40 delle nuove cuocitrici multifunzione che il regime ha dato in sostituzione delle vecchie cucine a gas liquido e cherosene: peccato che si rompano tutte. Il progresso socialista colpisce anche in cucina!

11 commenti:

  1. Importante e significativa testimonianza di come si vive oggi a Cuba, dopo oltre trent'anni di rivoluzione comunista! Ma possibile che gli Italiani che vanno a Cuba, vedono solo belle donne, mare cristallino, e cielo azzurro?

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  2. Noto con disappunto che i più grandi nostalgici del comunismo sono gli "anticomunisti" che, avendo perduto lo storico nemico lo vanno a cercare in capo al mondo...

    La visione di Cuba presentata è in parte (e mi riferisco esclusivamente alla parte economica) filtrata dalla lente del pregiudizio ideologico... lo stesso pregiudizio che hanno quelli che la pensano in maniera diversa e che dipingono Cuba come il paradiso terrestre.

    Pure io sono stato a Cuba di recente e anche il mio giudizio sulla situazione è negativo... a Cuba manca la libertà e questo è già un buon motivo per augurarsi la fine di quel regime.

    Sulla situazione economica leggo invece alcune plateali inesattezze:

    INDIA: il fatto che l'India sia una potenza socialista è una assoluta inesattezza (e sono buono a definirla cosi). Forse negli anni 60 (ossia 50 anni fa), quando la l'India guidava il movimento dei non allineati, sono stati fatti alcuni esperimenti ma l'economia indiana non ha mai praticato il socialismo reale alla cubata (o alla russa). Attualmente il sistema economico è capitalista e il paese sta avendo uno sviluppo strepitoso, pur mantenendo ampie sacche di povertà.

    BOLIVIA: il paese è uno dei più poveri del pianeta da sempre. E' fazioso imputare questa situazione ad un governo che da 3 anni sta facendo qualche riforma di stampo socialista (ma siamo lontani da uno stato di economia socialista) come dare la terra ai contadini e un minimo diritto alla salute. L'economia Boliviana è stata da sempre capitalista e le risorse del paese sono state sfruttate dalle multinazionali americate senza vantaggi per i local... Il caso del Bolivia è il classico esempio di come non sempre il capitalismo produce ricchezza per le popolazioni locali.
    Peccato che insieme a qualche riforma a favore dei più deboli l'attuale governo veda nella "Cuba di Castro" un modello... il populismo (nel migliore dei casi) sta avanzando anche li.

    CINA: leggo nell'articolo che anche la Cina è annoverata tra le economie socialiste. Questa è l'inesattezza più plateale!!! In Cina di socialista c'è solo il regime e la mancanza di libertà mentre la struttura economica è capitalista (sotto la vigilanza dello stato ovviamente). Ormai c'è più capitalismo in Cina che in Europa. Lo dimostrano i ritmi di crescita del paese che ha da poco superato anche il Giappone.

    CUBA: personalmente ho visitato tutti i paesi di cui sopra e dalla mia esperienza posso dire che a Cuba c'è molta povertà ma non miseria... Inviterei chi scrive a visitare l'India e la Cina (neo-capitaliste) dove si nascondo vere sacche di miseria e abbandono magari nascoste dai grattacieli e ancora di più a visitare l'Africa dove, nonostante il santo capitalismo la faccia da padrone ormai ovunque, la gente vive tremendamente peggio rispetto a Cuba e in vere condizioni di miseria.
    Concludo rilevando che nell'articolo non si cita (altra dimenticanza faziosa) l'embargo economico imposto dagli USA. La poverta di Cuba nasce sicuramente dall'economia socialista... ma cresce e prospera anche grazie all'embargo.

    Mi chiedo perchè in Italia si debbano sempre valutare le cose con il filtro dell'ideologia. Le reazioni contrastanti che suscita Cuba ne sono un triste esempio...

    Ex Novese

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  3. Caro ex-Novese, l'origine del post è dovuta ad alcuni commenti PAESANI,(Novi, Rovereto, ecc..) in cui persone ( anche non anziane..) affermano che il COMUNISMO era un bene per il Mondo...Mha..
    Se qualcuno afferma LA PASSIONE POLITICA dei COMUNISTI, e in fondo, la Buona Fede di chi si sia Illuso che fosse un BENE ok. Ma dove l'hanno realizzato..."GRAZIE GLADIO" vien da dire.
    Meno male che l'ex Sindaco vezzani non fà più Politica..se No...

    Davide Boldrin

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  4. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  5. Rispondo all'ex Novese, riprendendo l'ultima sua frase qui riprodotta:
    Concludo rilevando che nell'articolo non si cita (altra dimenticanza faziosa) l'embargo economico imposto dagli USA. La poverta di Cuba nasce sicuramente dall'economia socialista... ma cresce e prospera anche grazie all'embargo.
    Caro ex Novese, non è questione di faziosità, se gli Stati Uniti furono costretti fin dai tempi di Krusciof ad imporre l'embargo, fu perchè il signor Castro, stava minacciando gli Usa con missili sovietici. Ci volle il coraggio di J.F. Kennedy, per far desistere le navi con i missili a tornare indietro. Si trattava di difesa! Chiaro? Se Fidel, avesse imparato la lezione, Cuba avrebbe potuto vivere un'altra storia di libertà, di economia e di benessere!

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  6. ...ben detto, ai tempi di Krusciof. Sicuramente allora aveva un senso ma sono passati più di 40 anni! Non aggiungo altro.

    Ex Novese

    PS: la citazione "storia di libertà, di economia e di benessere!" mi ricorda tanto i discorsi che da 16 anni fa il nostro caro Silvio :-)))

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  7. Torno sull'argomento "dittature" perchè sono curioso di sapere cosa pensano i focosi "anticastristi" del regime di Gheddafi... proprio nel momento in cui si sta celebrando in modo fastoso l'amicizia tra il nostro paese e questo "dittatore". Io non critico quanto sta avvenendo (realpolitik, business ecc... ci sta tutto) ma gli amanti della libertà non dovrebbero usare due pesi e due misure!

    Ieri il nostro grande amico Gheddafi ha anche detto che in Europa prevarrà l'islam. Se ci fosse al governo Prodi la Lega sarebbe già scesa in piazza e gli atei-devoti sarebbero in sommossa... oggi invece si minimizza parlando di Folklore. Personalmente sono molto infastidito dal significato più profondo di questa affermazione del Colonnello e dai silenzi di tanti sul tema (chiesa compresa). Sarei curioso di conoscere l'opinione della passionaria anti-Paki Andreoli e dell'integralista Boldrin su questo punto...

    Ex Novese

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  8. "L'integralista Boldrin", evita di scrivere per decenza quel che pensa del Colonnello. Chissà cosa succederebbe se un Cristiano dicesse la stessa cosa in un Paese islamico. Poi se serve ingoiare un rospo per il bene di tutti, ingoiamone 3...ma in giro per NOVI xa dìsen? adès vàg a veder i Fog...

    Davide Boldrin

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  9. antonio faccigennaio 07, 2011

    gentile boldrin, ho letto da qualche parte che Marx ed Engels (scusi le maiuscole) ' soprattuto il secondo, teorizzano senza mezzi termini il genocidio dei nemici politici e .. il razzismo (specie contro gli slavi). posso saperne di più? e perchè perfino io l'ho saputo solo un mese fa?

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  10. Gentile Antonio, non sono uno storico. Però ho inoltrato la sua richiesta a un tizio compentente e in gamba. Peccato che stia dall'altra parte ( ...politica...). Si tratta di Giovanni Taurasi, presidente del consiglio comunale di Carpi. Speriamo risponda. L'indrizzo del suo blog è " giovannitaurasi.wordpress.com " . Mi fido più del suo giudizio, che del mio impeto.
    Ho scuriosato qualcosa qui : "http://it.wikipedia.org/wiki/Engels".

    Un giudizio personale e totalmente opinabile, è che il sottoscritto mette sullo stesso piano FASCISMO, NAZISMO, e COMUNISMO.

    Davide Boldrin

    Davide Boldrin

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  11. GIOVANNI TAURASI ha risposto ( ... non avevo dubbi in verità , sta solo dalla parte "sbagliata"...secondo me...):

    " Caro Boldrin,
    mi chiedi se sia vero o meno che Engels e Marx abbiano sostenuto teorie razziali. In primo luogo io non ho letto tutti i classici del marxismo (così come mi sarà anche sfuggita anche qualche lettura della Bibbia). Su ciò che mi chiedi, Libero anni fa fece una provocazione in questo senso. In realtà tutto il discorso dei due padri del socialismo era un discorso di classe e perciò non razziale. Essi, per quanto ne sappia, non sostenevano teorie razziali e tanto meno l’antisemitismo. Marx come noto aveva anche origini ebraiche, anche se scriveva che “La forma più rigida del contrasto tra l'ebreo e il cristiano è il contrasto religioso. Come si risolve un contrasto? Rendendolo impossibile. Come rendere impossibile un contrasto religioso? Eliminando la religione”. Del resto, come sai, parlava di religione come oppio dei popoli. Sul razzismo in generale peraltro Marx sosteneva che ”il lavoratore di pelle bianca non può essere libero fino a che il lavoratore di pelle nera resta in catene”.

    Io non sono un esperto, comunque un po' di sano studio del marxismo ti farebbe bene, perciò ti invito ad approfondire.

    A presto

    Giovanni Taurasi "

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