17/01/13

La mozione del Consigliere Euro Cattini ( LN-APN ) a Novi di Modena sul termovalorizzatore di Fossoli. E Buldrein chiede : Ma come mai la COMAL a NOVI, no, invece la GARC a CARPI, si ?

Chi se la ricorda la vicenda COMAL ? Che poi si trasferì a Rovigo ?

Per rinfrescare la memoria, qui un paio di LINK:



Le "voci di corridoio" dicevano che l'impianto era "osteggiato" a favore di qualcun'altro.

Boh ... Mah ....

Una precisazione, prima di "strumentalizzare" la Sindaco Luisa Turci, in tal senso. Il titolare della COMAL, rilasciò una dichiarazione pubblica ( e ci fu un anche un volantino-com.stampa ) a favore dell'impegno della Sindaco, in tal senso. l'impianto non prevedeva solo legnami o roba simile, certo. Però ....



Davide Boldrin


Qui la mozione protocollata oggi in comune, a Novi di Modena.



Carpi 17 gennaio 2013
Al Presidente del Consiglio
Al Sindaco di Novi di Modena

MOZIONE SU COSTRUZIONE TERMOVALORIZZATORE A BIOMASSE
Nel merito delle autorizzazioni richieste dalla ditta GARC per la costruzione di un Termovalorizzatore a biomasse nei pressi di via dei trasporti località Fossoli, nel comune di Carpi,

RITENENDO che
Nell’area prevista non abbia sicuramente bisogno di un’altra fonte di inquinamento permanente dell’aria , visto che è già abbondantemente martoriata dai miasmi che si sprigionano dal’impianto di compostaggio AIMAG dove il compost prodotto viene smaltito in annessa discarica, non ché poi, anche dalla centrale elettrica a gasolio con i suoi fumi e relativo impatto ambientale, a Care, e Terna o Tred C
Infatti già oggi basta un po’ di vento perché i miasmi del compostaggio arrivino su Carpi, Novi, frazioni e comuni limitrofi.
Si ritiene che non sia opportuno far giungere in più anche i fumi del possibile termovalorizzatore di Fossoli, considerando il tragico dato che la prima causa di tumore ai polmoni sono proprio i prodotti della combustione.
Ricordiamo a tale proposito che nel nostro territorio c’è la stessa percentuale di tumori ai polmoni di Taranto con l’ILVA
Si constata che il PROGETTO A REGIME IMMETTEREBBE 13.300 METRI CUBI OGNI ORA di fumi in atmosfera, in una zona di pianura come questa, dove a causa della scarsa ventilazione e del ristagno degli elementi inquinanti, la stessa amministrazione di Carpi, che si appresta ad autorizzare questo impianto, è costretta a limitare e talvolta a fermare il traffico veicolare con grande disagio dei cittadini. Blocco del traffico che purtroppo è utilizzato come semplice espediente demagogico ambientale, non avendo in effetti risultati sensibili.

CONSIDERATO CHE
Simili progetti hanno una loro collocazione naturale su territori montani o collinari, dotati di naturale ventilazione, al fine di disperdere i fumi inquinanti emessi. Collocati su territori piani con scarsa ventilazione, e con dimensione di tale portata ( 995 chilowatt) possono creare situazioni di criticità prevedibile. Pertanto è saggio sviluppare tali progetti con molta prudenza, anche se sono al limite dei parametri consentiti dalla legge.

L’energia termica prodotta, che sarebbe la parte maggiore pari a oltre 80%, non è certo che venga sfruttata per il teleriscaldamento, in quanto dalla documentazione si rilevano solo lettere di intento non vincolanti da parte dei potenziali utilizzatori e se così fosse, si tratterebbe di consumo comunque periodico (solo qualche mese annualmente).
Nello studio di progetto mi sembra che manchino alcune risposte o chiarimenti in merito:
  1. Sfalci e potature od espianti, si fanno in primavera e autunno, per cui 2 (due) tonn./ora (sono 15.000tonn./anno) dove lo trovano??
  2. Dove è prevista un’area di stoccaggio del legno??
  3. Il legno “se verde” va incontro a fermentazione ed è quindi paragonabile ai rifiuti umidi!! O nell’utilizzo di parti radicolari ancora complete di terra e pietre!!
  4. L’accatastamento del legno “se secco” non è a rischio di auto-combustione (verrà eventualmente protetto da malintenzionati??)
  5. La combustione già di per se produce (CO2) a cui si aggiunge ossido di azoto (NOX), chi ci assicura che i tronchi sottoposti per anni e anni a trattamenti fitosanitari, oltre all’NOX+CO2 non liberi nell’aria fumi tossici?? Non è che dovremo aspettarci una nuova SEVESO!!
Da notare che il contenimento di 0.06 MW (Da 0,95 a 1,00) ricollocherebbe l’impianto con altre leggi, in altri luoghi e con sistemi di sicurezza che sarebbero ENORMEMENTE superiori.


CONCLUDENDO

Il Consiglio Comunale di Novi, si impegna a trasmettere questa mozione, al consiglio comunale di Carpi, affinché gli amministratori carpigiani competenti, e tecnici predisposti siano sollecitati a non concedere, o ritirare l’eventuale autorizzazione “in esame” per l’impianto in questione, che, essendo di fatto quella di Fossoli una zona limitrofa a Novi-Rovereto_Sant’Antonio produrrebbe un grave stress ambientale
Chiediamo in caso di approvazione che l’impianto venga assoggettato alla procedura di VIA (Verifica Impatto Ambientale) o almeno sottoposta a procedura di “screening” come x le industrie insalubri.

La eventuale concessione di questo temovalorizzatore mi sembra tanto per agevolare un “futuro parcheggio per ex amministratori” PD.

Euro Cattini
Lega Nord - Alternativa per Novi


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Nota finale di Davide Boldrin :

Ricordo agli amici avvocati, che mi dicono "prima o poi ti mettono dentro, ma io mi divertirò un sacco a tirarti fuori " .... Che ci conto.

Buldrein

4 commenti:

  1. Non so perché, ma mentre sulle prime il link andava direttamente alla PAGINA 183 della rassegna stampa, ora non più. Va beh... PAG. 183.

    Buldrein

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  2. DA MODENA QUI del 20-04-2012:

    Il trasferimento della Comal ora è un caso: Rinnoviamo incalza il sindaco con un odg
    Quando anche un trasferimento aziendale diventa occasione di vivace dibattito, in una campagna elettorale accesissima e dalle tante incognite.
    A Novi è diventato un vero caso il trasferimento della Comal srl in Veneto, al punto che in questi giorni il Comune ha sentito il bisogno di affiggere un manifesto con tanto di ‘Informazione ai cittadini’ in merito con gli interventi del sindaco Luisa Turci (che probabilmente teme per i contraccolpi elettorali della vicenda) e di Sandro Gialdi, socio e amministratore Comal.
    Nell’avviso l’amministratore dice che il sindaco ha cercato di mediare una situazione critica «con l’obiettivo di sostenere la nostra azienda e favorirne la permanenza nel territorio novese» scontrandosi con «insormontabili difficoltà».
    E la Turci da parte sua sostiene che «le difficoltà incontrate da Comal hanno orientato l’azienda a modificare le proprie strategie imprenditoriali, nonostante il significativo investimento immobiliare compiuto dal nostro Comune».
    Ma sulla dinamica, evidentemente sensibile, interviene in maniera forte anche il gruppo di Rinnoviamo - che sostiene la lista ‘Progetto Comune’ e la candidatura del tandem Mauro Fabbri-Marco Diegoli - che attraverso il capogruppo Riccardo Bassi ha presentato un ordine del giorno di assoluta urgenza che sarà discusso questa sera nell’ultima seduta prima dello scioglimento del consiglio.
    Ritenuto «particolarmente grave il fatto che la Comal s.r.l.
    intenda rimuovere il proprio insediamento da Novi per trasferire tutta la propria attività in altro comune del Veneto», Rinnoviamo chiede innanzitutto «quali siano le difficoltà ritenute incompatibili con il progetto di ampliamento sviluppato su Novi poste da Aimag spa e che hanno provocato la decisione di trasferimento della società stessa in altro comune» e quindi «quali azioni concrete il sindaco ha attivato, oltre al coinvolgimento delle istituzioni e gli organismi di categoria, tese a superare le difficoltà intervenute relative a fatti riconducibili al 2010 anche in considerazione della particolare delicatezza ed importanza del problema», considerato che «Comal ha subito ritardi rilevanti in merito allo sviluppo delle strategie aziendali causati dalla burocrazia e lentezza dell’amministrazione comunale, in particolare dell’Ufficio Tecnico e del Consorzio attività produttive».
    Di qui la richiesta al sindaco di Novi «di fare ogni ulteriore sforzo possibile» affinché Comal ci ripensi e di intervenire presso Aimag «per rimuovere quegli ostacoli che hanno provocato la decisione del trasferimento».
    Un odg incandescente, insomma, che non mancherà di accendere il dibattito proprio nella seduta che chiude la burrascosa esperienza amministrativa di questa legislatura.

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  3. MODENA QUI del 21-04-2012
    Salta la discussione in consiglio sulla Comal: per la maggioranza non è un tema urgente
    Esplode la questione Comal a Novi per...
    mancanza di discussione.
    Già, come un fulmine a ciel sereno è piombata ieri la decisione della maggioranza di non ammettere a trattazione, nell’ultima seduta prima dello scioglimento del consiglio, l’ordine del giorno urgente presentato dal gruppo di Rinnoviamo sul caso della ditta in partenza verso il Veneto con relativa pesantissima ricaduta occupazionale nel contesto novese, già segnato dalla crisi.
    La trattazione del tema si era resa necessaria in seguito alla pubblica presa di posizione del sindaco con i manifesti che sono stati affissi in questi giorni in cui la Turci garantisce di aver fatto tutto il possibile per evitare questo trasferimento, purtroppo senza esito.
    Secondo Rinnoviamo invece bisognava fare di più e soprattutto prima, e comunque era doveroso affrontare in consiglio un tema con ricadute tanto dirette sulla comunità.
    Invece incredibilmente questo dibattito non ci sarà: la comunicazione è arrivata ieri pomeriggio, lasciando allibiti i componenti del gruppo.
    «Ma come si fa ad agire in questo modo? A impedire la semplice discussione di un tema che ha così tanta importanza per la comunità?» tuona Gian Paolo Travasoni.
    La spiegazione è semplice: «Per loro - continua Travasoni - non sussiste carattere di urgenza su una questione di questo tipo.
    Ma esiste forse qualcosa di più urgente delle ricadute occupazionali su un centinaio di persone, tra coloro che lavoravano direttamente nella ditta e l’indotto? E non è stato lo stesso sindaco a sollevare pubblicamente con urgenza il tema con i manifesti affissi in questi giorni? Tutto è partito da lì».
    Il fatto desta profonda indignazione: «Non è mai successo prima che un sindaco rifiutasse un odg con carattere d’urgenza: ci troviamo chiaramente di fronte a un comportamento antidemocratico.
    E’ un fatto di una gravità estrema, sia sul piano di democrazia che su quello di merito».
    Già, perché secondo Rinnoviamo la vicenda non è altro che la cartina al tornasole di un’evidente difficoltà nel portare avanti un’azienda a Novi: «Tutte le volte che c’è da impiantare un’attività nuova o da allargarne una esistente qui c’è da sudare sette camicie: i problemi che incontrano le ditte sono sotto gli occhi di tutti».
    E il caso Comal fa specie: una ditta specializzata nella lavorazione del prosciutto cotto che ha chiesto nel 1998 di allargarsi andando incontro a difficoltà di ogni tipo per dieci anni, più altre difficoltà con Aimag per una questione di scarichi.
    Quindi, la decisione di mollare.
    «Se avessero avuto la disponibilità del Comune all’allargamento subito - sottolinea Travasoni - avrebbero pianificato uno sviluppo qui e non altrove.
    Ma il Comune, guidato da quello stesso partito che sostiene la Turci, non se n’è curato e oggi è tutto il territorio a pagare».
    La cosa farà discutere.
    Ma fuori dal consiglio.
    nDaniele Montanari

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  4. MODENA QUI 25-04-2012
    E non si parla neanche della Comal
    Non si può dire che sia un periodo forte per il libero confronto a Novi, a mano a mano che ci si avvicina a una tesissima competizione elettorale.
    La visibilità oggi negata alla lista ‘Uniti per Novi’ fa seguito a una decisione ugualmente discutibile, rivolta sempre ad avversari elettorali del sindaco uscente Turci, che ha portato venerdì scorso a negare la discussione in consiglio all’odg sul caso Comal presentato con urgenza da ‘Rinnoviamo’ (che sostiene la candidatura del tandem Mauro Fabbri-Marco Diegoli di ‘Progetto Comune’) attraverso il capogruppo Bassi, che chiedeva di affrontare in aula una questione di strettissima attualità visto che in ballo c’è circa un centinaio di posti di lavoro che andranno a perdersi per il trasferimento della ditta in Veneto.
    Ma per la maggioranza non era un fatto ‘urgente’.

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