07/04/13

Trattato scientifico e antropologico su ciclisti e conducenti di Fiat Panda ( ..e non solo...). Di Davide Boldrin.


Il mio sogno proibito è quello di essere un vigile urbano, o un poliziotto della stradale. Questo desiderio si manifesta in modo alquanto irruento, ogni qualvolta, mentre sono in auto, intercetto una di queste categorie: ciclisti, e conducenti di Fiat Panda.

  1. I CICLISTI

Essi rappresentano antropologicamente gli iscritti alla CGIL e i comunisti di una volta. Si sentono IN DIRITTO, sempre e comunque. Circolano appaiati lungo le strade, oppure contromano. E se il povero automobilista azzarda un rimprovero, costui sarà rimbrottato come una persona “non amante della natura”. Non parliamo poi di quelli amatoriali con biciclette sportive, caschetto e quant'altro, quando girano “ in branco”. Questi sono l'espressione materiale delle occupazioni... STRADALI.
La loro fortuna è una. Che io, non ho una divisa ….

  1. I CONDUCENTI di Fiat Panda

Questa rappresentazione esemplare della razza umana, ritrova anch'essa la sua natura, in qualcosa che ha a che vedere con quella sintomatologia patologica, che si manifesta nell' autoconsiderarsi brave persone, modeste, e che “sono gli altri i prepotenti”. Se piove costoro, vanno piano. Non “tenendo la destra”, ma bensì, in mezzo alla carreggiata. Solitamente escono dagli incroci, in cui non hanno precedenza, piano piano. Fermandosi in … mezzo alla strada. Per loro il “o vai, o stai” è sintomo di arroganza. Loro invece, si sentono bravini. Vanno pianino …

Potremmo poi parlare di quelli che in autostrada, con corsia di destra libera, occupano quella centrale ai 110 KM/orari. Questi, oltre a sentirsi bravi e modesti, sono anche, con molta probabilità, ignoranti della peggior specie. Nella loro manifesta supponenza di moderazione, dimenticano che rischiano 4 punti di patente ( se ci circola nella corsia centrale, con quella di destra libera è cosi ). Rappresentano un pochino quei cittadini che vanno alle assemblee, convinti di essere incisivi, ma poi disertano i consigli comunali, o le cose che comunque, incidono davvero.

Così è la vita.

Davide Boldrin



La libertà di Ridere. Giorgio Gaber:

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