02/05/14

Considerazioni di un cittadino sulle ordinanze 32 e 33 del 28 Aprile 2014. E che considerazioni !

Per capire, in primis, bisogna leggere qui: http://novigiudiforma.blogspot.it/2014/04/assessore-peri-sembra-che-siamo-solo.html

 Caro Davide
probabilmente viziata dalla mancanza di una visione generale provo a dire la mia sulle 2 ordinanze presentate lunedì scorso dalla Regione. (Ordinanze 32 e 33 del 28 a aprile 2014)
Provo questo esercizio in particolare perché fin da gennaio dell’anno scorso, come tu ben sai, a fronte di una regolazione del post- terremoto che prevedeva la ricostruzione “com’era e dov’era”, derogabile solo in taluni casi ed attraverso prevalentemente il dispositivo del “piano di ricostruzione”, ho proposto in ogni dove di ragionare anche di un’altra possibilità a favore del terremotato: “ l’acquisto di abitazione equivalente”.

In sintesi avevo proposto di verificare, esclusivamente per coloro che avevano avuto la casa crollata o distrutta a seguito di una ordinanza di demolizione, la scelta della SOSTITUZIONE EDILIZIA attraverso l’acquisto di un alloggio equivalente con il medesimo contributo economico previsto per la ricostruzione. Acquisto che sempre a mio parere, doveva essere previsto in un'area territoriale ben definita per evitare quanto accaduto all’Aquila dove l'acquisto, potendo essere effettuato senza vincoli territoriali, ha contribuito all’impoverimento del territorio e alla disgregazione delle comunità.

Avevo suggerito un'ambito territoriale delimitato dai Comuni Area Nord e Terre d’Argine.
In cambio il terremotato avrebbe dovuto ovviamente lasciare gratuitamente al Comune la precedente proprietà sulla quale non avrebbe avuto più nulla a pretendere.

Mi sembrava, e mi sembra tuttora una proposta intelligente. Un contributo che andava nella direzione di dare una risposta in più a quei cittadini che più di altri avevano avuto problemi generati dal terremoto. Non è trattando in maniera uguale tutti che si fa uguaglianza: il terremotato che deve ricostruire, a differenza di quello che deve riparare, ha davanti a se un problema aggiuntivo che corrisponde ai tempi diversi di ritorno alla normalità. Tempi diversi significa in concreto che 5/6 anni sono il minimo per tornare ad abitare dov’era prima. Se nel frattempo ha dovuto trovarsi una sistemazione in un Comune diverso da quello di residenza ha a tutti gli effetti , con la propria famiglia, dovuto cambiare non solo casa ma anche vita. E non mi si dica che è stata una “sua scelta”. Immediatamente dopo il 29 di maggio 2012 di appartamenti liberi disponibili in alcuni Comuni terremotati non ce n’erano quindi emigrare in un Comune diverso era l’unica possibilità. Per molti mesi, in attesa dei MAP, l’unica alternativa alla scelta obbligata di cui sopra, era quella di “farsi assistere” nei campi di emergenza allestiti ad hoc o negli Alberghi messi a disposizione dalla Struttura di emergenza.

Oltre all’aspetto “sociale”, l’acquisto di abitazione equivalente rispondeva anche ad altre esigenze ed opportunità:
accellerare i tempi della ricostruzione (ad oggi i dati Mude, evidenziano una percentuale di cantieri chiusi, a 2 anni dal terremoto, al di sotto del 10%);
Risparmiare energie: meno pratiche di ricostruzione agli Uffici Tecnici Comunali . Tra l’altro, trattandosi di progetti di abitazioni da ricostruire, impegnative e complesse;
Risparmiare risorse economiche: risparmi economici importanti sui CAS o MAP ecc… perché sostenere il terremotato sino al rientro in abitazione costa alla collettività e non poco;
offrire un po’ di ossigeno al mercato immobiliare, quindi alle imprese di costruzione, quindi all’occupazione (!!!) nel settore edile che tutti sappiamo quanto è fermo e quanto questo incide su tutti gli altri settori produttivi ed economici;
Ma anche al tema della cementificazione del territorio che, razionalmente sappiamo essere importante: ricostruire abitazioni distrutte dal terremoto che inevitabilmente vanno a sommarsi alle tante abitazioni invendute, sfitte, insomma vuote ( e che tali rimarranno)che il territorio offre è o no un tema sul quale ragionare?

LE 2 NUOVE ORDINANZE
Le 2 nuove ordinanze firmate dal Commissario, parlano per la prima volta di “acquisto di immobili” in alternativa alla ricostruzione “dov’era- com’era” e di “delocalizzazioni” in senso più ampio di quanto finora previsto.

Stando alle dichiarazioni rilasciate in conferenza stampa e alle interviste apparse nei giorni successivi sui quotidiani si potrebbe dire “finalmente ! “. E infatti si parla di 2 nuove opportunità, che si aggiungono a quelle già note, in mano ai terremotati.

Ma l’apparenza lascia presto il posto alla dura realtà che, come spesso accade, è un tantino diversa e l’esultanza liberatoria viene sostituita dalla profonda delusione.
Leggendo i testi infatti si può ben capire che lo spirito delle 2 nuove ordinanze non è quello di “dare strumenti nuovi in mano ai terremotati”. Strumenti che come dicevo in premessa, nessuno vuole slegati da valori di giustizia ed equità. 

Lo spirito è quello di dare risposte a problemi esigenze ed opportunità decise dai Comuni.
In sintesi ci sono 2 possibilità definite da 2 ordinanze specifiche.
La prima tira in ballo i Comuni che acquistano l'immobile dal proprietario che non intende riparare/ ricostruire il quale ha in cambio il contributo x l'acquisto in altra zona della città. La seconda tira in ballo i privati ( aziende costruttrici ecc...) che attraverso una compravendita acquistano l'immobile ed usano il contributo x ripararlo/ricostruirlo.

Entrambe le possibilità sono rigidamente in mano alla Struttura Commissariale ed ai Comuni. Sono questi 2 attori che stabiliscono se il terremotato può accedervi.
Sono loro infatti che decidono, attraverso uno strumento denominato “Piano Organico”, quali immobili ne faranno parte e di conseguenza chi saranno i terremotati coinvolti.
Sono loro infine ad indicare addirittura le zone/ abitazioni dove il terremotato prescelto potrà acquistare l'abitazione alternativa (comunque sempre e solo nella città dove aveva residenza al momento del terremoto).

Sembra quasi che i Comuni abbiano già gli elenchi blindati dei beneficiari sui quali hanno costruito i testi di queste Ordinanze.
La logica delle Ordinanze è quindi funzionale esclusivamente all'interesse del Comune che lo stesso ha individuato debba coincidere in ogni caso alll’interesse del terremotato.
Solo se in subordine viene palesato questo principio, allora viene concesso il beneficio di scelta al cittadino.

Ecco qua, caro Davide. Sono stato un poco lungo ma ci tenevo a ripercorrere alcuni passaggi assieme a te. Ti ho scritto sapendo che nulla cambierà e che quindi avremo perso tutti una buona occasione: noi terremotati di poter scegliere in “libertà” cosa meglio fare delle nostre vite, le Istituzioni competenti di dimostrare capacità di ascolto e lungimiranza nelle scelte politiche sulla ricostruzione.

Come sempre ti ringrazio della pazienza.
Ciao

M.

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