03/09/16

Luigi Anceschi, quest'anno, non va alla festa dell'Unità, ha detto. Invece io, ci sono andato per la prima volta, ad ascoltare un dibattito. Il mondo cambia. Sul serio.




Aldilà delle goliardate e saluti con pugno sinistro chiuso, che propinavo a chiunque incontravo, in modo ironico, ieri sera una cosa l'ho capita. Anzi, ne ho avuto la conferma.

Sono andato a scuriosare a un incontro sul tema del lavoro. La moderatrice era Stefania Gasparini, assessore carpigiano, e responsabile di qualcosa nel PD provinciale... 

Il dibattito era tra Filippo Taddei, uno che all'interno del PD si occupa di economia e lavoro, e Marco Bentivogli, sindacalista, segretario generale della FIM-CISL.

Cercherò di essere sintetico, anche se di cose da scrivere ce ne sarebbero una marea. Perché l'incontro è stato interessante. Non del tutto condivisibile, se vogliamo, ma certamente di spessore.

E che per ascoltare qualcosa che abbia un certo spessore, beh... si debba andare alla festa de l'unità, la dice lunga. Passiensa.

Ecco le considerazioni, personali:

FILIPPO TADDEI: Nel mentre esponeva della scarsa crescita, del jobs-act, ecc. mi è persino parso che parlasse della mia storia lavorativa. Il ragazzo, li, a mio avviso, ha colto che il mondo cambia. Con tutte le sue dinamiche. Che possono piacere o no. Perché il problema della “ classe operaia “, è generazionale. E pochi ne prendono coscienza. A un ragazzo di 20-22 anni, non frega un piffero di fare lo stesso lavoro per tutta la vita. E neppure del “ posto fisso “. A loro interessa avere una prospettiva. E sono soltanto quelli delle vecchie generazioni, che in questo vedono un problema. Scusatemi, ma se penso a me, senza crisi, senza precariato, senza problemi avuti, e affrontati di petto, vi assicuro che ora, non avrei prospettiva garantita fino alla morte. Non per " il posto ", ma per aver ripreso a mano vecchie mansioni, e imparate di nuove. E ho colto di possedere una elasticità sul lavoro che non credevo di avere. Quel Taddei li, ha capito in parte, come gira il mondo. Piaccia o no.

MARCO BENTIVOGLI: Costui, ha richiamato il Taddei, sul fatto che non esisterebbe soltanto la “ collocazione “ dei lavoratori... ma che occorre rendere conveniente fare impresa, in Italia ( ...questa è una pecca dei "sinistri"....) . Con svariati esempi. Ha fatto notare ad esempio, una cosa banalissima: Il jobs-act, ha aumentato le assunzioni per effetto della de-contribuzione. Beh, è ovvio. Se un tizio piace sul lavoro, si può investire su egli ad un costo ragionevole. Questo pensiero, nelle vecchie generazioni crea “ scandalo “. Il Bentivogli si vedeva che era un “ compagno di una volta “. In modo però costruttivo. Peccato un certo suo “ scadere “, contro “ gli evasori fiscali “, certe retoriche, ecc. Esiste anche chi le tasse non le paga perché non ce la fa. Non perché non vuole. Ma in linea di massima, tizio costruttivo. Un po' sul tipico stile " meridionalmente polemico " ma veramente attento, e si vede, ONESTO.

Che dire ? La morale è quella: AGH VOL DI SOOLD.

Ed è un peccato che ci fossero più persone ad ascoltare la Cirinnà, li a fianco, che un tema cosi importante. C'è, a mio parere, qualcosa che culturalmente non va proprio.

Chiudo il post con una domanda, per tentare di far capire come la gente sia ottusa, e giochi parecchio in difesa, sia operai, che presunti imprenditori, pensionati, un certo tipo di sindacalismo, populisti, ecc.

Ma secondo te, i casellanti delle autostrade, o le cassiere dei supermercati, o l'artigiano elettricista, potranno fare lo stesso lavoro tutta la vita, oggi come oggi ?


Davide Boldrin


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